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venerdì 24 aprile 2020

Il Real dei Galacticos

Per iniziare il racconto di questa storia dobbiamo tornare indietro di due decenni, nel 2000.
Il cambio di millennio coincise con il Real Madrid proiettato verso una nuova galassia, per mano di un imprenditore facoltoso e visionario: Florentino Perez.
Il Real nel 2000 vince la Champions sconfiggendo agevolmente il Valencia di Cuper per 3-0.
Nonostante ciò il Real vive un cambio dirigenziale, nelle elezioni del 2000 Florentino Perez riesce a battere Lorenzo Sans (che aveva portato due coppe dei campioni ai blancos.)
Prende la guida del Real Madrid con un'idea concreta, quella di iniettare grandi risorse economiche, ma non spenderle in modo classico, piuttosto investire per arrivare ad avere i più grandi campioni del mondo.
Comincia quindi l'era dei Galacticos, con il primo colpo ad effetto: Luis Figo, la stella del Barcellona prelevata per 60 milioni di euro (siamo nel 2000 e la cifra è spropositata).

Portuguese Luis Figo of Real Madrid, gestures duri | Giornalettismo

Florentino nella sua prima stagione ne mette altrettanti per prendere Flavio Conceicao, Pedro Munitis, Solari, il portiere Cesar e Claude Makelelè (che sarà quello meno calcolato, ma che sarà fondamentale per questo periodo di successi).
La prima partita di quella stagione non è un granchè, il Real perde la Supercoppa Europea contro il Galatasaray. Anche il primo classico è un disastro totale, le merengues perdono 2-0, però alla fine il campionato lo vinsero i Galacticos arrivando davanti al Deportivo e Florentino Perez pensa già al mercato successivo.
Passa poco tempo e nell'estate del 2001 piazza un altro grande colpo, per oltre 70 milioni di euro prende Zidane dalla Juventus.
Maglia gara Zidane Real Madrid Ultimo Match, 2006 - CharityStars
Florentino ha all'interno della sua squadra i due giocatori più forti di quel momento.
Alla sua seconda stagione 2001-2002 il Real Madrid va a vincere la Champions League, in una finale ad Hampden Park contro il Bayern Leverkusen che è diventata storia.
Una finale che era diventata complicata:
Il Real segna subito con Raul, il Leverkusen pareggia con Lucio, alla fine quella finale di Champions viene risolta da uno dei gol più belli in una finale di Champions.
La fuga a sinistra di Roberto Carlos, un cross sbilenco, la palla s'impenna e cade sul sinistro di Zidane che con grande coordinazione manda la palla all'incrocio dei pali.
888sport su Twitter: "16 years ago today, Zinedine Zidane scored ...
Quel Real Madrid giocava con Casillas in porta, i due terzini Roberto Carlos e Michel Salgado, Hierro e Ivan Helguera in difesa, in mezzo al campo l'elemento chiave è Makelelè, poi Zidane, Figo, Guti e davanti i due riferimenti sono Raul e Morientes.
Nonostante il Real si affacci all'estate 2002 con il titolo di campione d'europa, Florentino sente di dover piazzare un altro colpo: il Real prende Ronaldo il fenomeno dall'Inter per 45 milioni.
Doppio Ronaldo: il "Fenomeno" torna al Real | Sky Sport
Con tutti questi campioni il Real sembra un All Star Team. L'arrivo del brasiliano sconvolge gli equilibri della squadra, le merengues non riescono a riconfermarsi in Champions, torna però a vincere la Liga, e chiude la stagione con 3 trofei e quindi tutti sono contenti.
Florentino non può esimersi dal fare il suo quarto colpo galattico, nel 2003 la maglia bianca se la mette David Beckham.
Liga - Real Madrid, torna Beckham: sarà ambasciatore nel mondo ...
David Beckham viene preso, e viene messo in mezzo al campo a fare da regista.
Il 2003 è anche l'anno in cui comincia il declino della prima era di Florentino Perez, arriva Beckam, ma lasciano la squadra Del Bosque (l'allenatore), vanno via altri giocatori importanti, va via Morientes, va via Hierro, ma la cessione più sorprendente è quella di Makelelè al Chelsea.
Tolto il tassello francese, il tutto comincia a sgretolarsi: infatti nella stagione 2003-2004 il Real vincerà solo la Supercoppa di Spagna contro il Maiorca, perderà una Liga incredibile perdendo le ultime 5 partite di campionato. Con il Real che in questo arco di tempo passa dal primo al quarto posto. Le due stagioni successive saranno altrettanto avare senza titoli e dunque si arriverà nel 2006 alle dimissioni di Florentino Perez. Il bilancio in quanto a titoli è un tantino scarno, però Florentino nei suoi primi 3 anni di reggenza vince due campionati, 2 supercoppe di Spagna, 2 Champions League, una Supercoppa europea e anche una Coppa intercontinentale.
Questa è un'età centrale per comprendere lo stato attuale del Real Madrid, durante l'era galattica le merengues tornano a essere la prima squadra del mondo dal punto di vista del fatturato e del valore economico.
Se oggi il Real Madrid è da considerare il club numero 1 al mondo sotto tutti i punti di vista il merito va dato all'era dei galacticos nella prima gestione di Florentino Perez, perchè poi è tornato e quello che ha fatto nella sua seconda era con Zidane allenatore, Cristiano Ronaldo, le 3 Champions, tutto quello che è successo nell'ultimo decennio è una storia molto conosciuta e la racconteremo un'altra volta.
Blog: Il Real Madrid dei "Galacticos": l'impero delle merengues ...

mercoledì 8 aprile 2020

Vi consiglio... THE ENGLISH GAME

Momento di fermo totale del mondo dello sport, a questo è dovuto questo lungo silenzio del blog.
Voglio interrompere questa mancanza di post parlandovi di una serie che ho avuto modo di guardare in queste settimane di quarantena. Oggi vi voglio parlare di una serie che potete trovare su Netflix.
Sto parlando di "The English Game", una serie che parla della nascita del calcio in Inghilterra e dei suoi sviluppi.
Il tema principale della serie non è il calcio, o meglio: non è solo il calcio. Per interi episodi, e in totale sono 6, di calcio non si parla nemmeno. Si parla di lotta di classe, dello scontro epocale che c'è stato tra fine '800 e inizio '900 tra ricchi e poveri, e di come quello che tutti consideravano (e considerano ancora oggi) un banale gioco sia in realtà molto di più. Julian Fellowes, la mente dietro a questa miniserie, è stato molto criticato nel Regno Unito.
A me personalmente, inguaribile malato di calcio, The English Game è piaciuto, è stato un ottimo modo per passare qualche ora di questa lunghissima quarantena.
E' riuscita ad emozionarmi perchè ci ha catapultati in un'epoca allo stesso tempo vicina e lontana. E' una storia che per quanto romanzata è basata su fatti realmente accaduti.
Siamo agli albori del calcio, fra il 1879 e il 1883. Un'epoca difficile, tumultosa, sia in campo che fuori. Ed è proprio questo il filo conduttore che ci guida dalla prima all'ultima puntata. Il calcio ieri come oggi è l'espressione della società: da una parte ci sono i ricchi e i nobili che vedono nel pallone un passatempo; dall'altra i proletari, la working class, forza emergente tanto nel rettangolo verde quanto nelle fabbriche. E' la seconda corrente a prendere possesso del gioco, a rimodellarlo e costringendo la Football association, a rivedere i propri regolamenti, e poco dopo la conclusione della serie (ovviamente come arco temporale) ad introdurre il professionismo nel calcio.
Guardare quel tipo di calcio fa sorridere, moduli, tattiche e gesti erano completamente diversi rispetto al calcio moderno.
Fa sorridere pensare al conservatorismo della vecchia scuola: all'epoca la federazione era nelle mani esclusive come l'Old Etonians, che raggruppava ex studenti del prestigiosissimo Eton College.
Dal loro punto di vista, il fatto che lo sport codificato da loro stesse diventando sempre più popolare tra le classi meno abbienti era una minaccia. Ed è proprio questo il motivo per cui la stessa Football Association, si oppose ai club del nord (erano l'espressione del proletariato), una prosecuzione delle lotte sociali, ma erano altresì l'espressione del cambiamento: sia tattico (con l'introduzione della Scozia, ci fu un totale cambiamento del modo d'interpretare il calcio), ed economico (il professionismo).
In questa serie, ad esempio, vengono ripercorse le carriere di Fergus Suter e Jimmy Love. Due pionieri del football, due professionisti ante litteram, visto che vennero pagati sia dal Darwen sia, in seguito, dal Blackburn del signor Cartwright.
Quest'ultimo era il proprietario di un cotonificio e aveva cominciato a sfruttare le potenzialità del calcio. Il signor Cartwright è il primo che riesce a radunare i migliori giocatori del momento, riesce anche a intuire che un modo per fare cassa è vendere i biglietti.
Nell'altra metà campo, per i ricchissimi ex studenti di Eton c'era la prima vera star: Arthur Fitzgerald Kinnaird, rappresentante di una famiglia di banchieri. Diventerà un rivale amico di Suter. Il calcio gli servirà molto nella vita, migliorerà la sua condizione lavorativa e il rapporto con suo pare, ma aprirà anche gli occhi sul paese e sulle terribili sofferenze cui è costretta la working class.
Sarà lui, futuro presidente della FA, a spingere perchè questo sport per gentiluomini diventi veramente equo e universale. Ci riuscirà paradossalmente creando il professionismo.
Da diletto dei ricchi a gioco di tutti: 'The English Game' e la ...