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Juventus, CR7 prove di addio: Storia di un'amore mai decollato

 Rispetto, passione e voglia di vincere . Tre pensieri che accomunavano la Juventus e Cristiano Ronaldo tre anni orsono e che sono stati f...

sabato 21 novembre 2020

Nba: le prospettive di Gallinari agli Hawks

 Arrivata come un fulmine a ciel sereno nella nottata italiana la notizia della firma di Gallinari agli Atlanta Hawks. Il lombardo ha firmato un triennale da 61,5 milioni di dollari.

Le dichiarazioni di Gallinari durante il festival dello sport organizzato dalla Gazzetta avevano fatto sperare ai tifosi che fosse arrivato finalmente il momento di concorrere per qualcosa di grosso. Durante quell'intervista aveva dichiarato di mettere i soldi da parte per provare a vincere.
La notizia della firma con gli Hawks ha dunque spiazzato un po' tutti, la squadra di Atlanta non ha di certo le potenzialità per competere già quest'anno per il titolo, ma ha comunque un roster molto giovane che con l'aggiunta di qualche veterano può provare a stupire già in questa annata.

Gli Atlanta Hawks

La squadra di Atlanta gioca ad est, e in ottica lotta playoff questa è già una bella notizia. Giocatori come Trae Young, Cameron Reddish, De'Andre Hunter, Kevin Huerter e John Collins hanno davanti a loro un futuro roseo e con l'inserimento di qualche veterano possono fare un importante salto di qualità. Non ho citato appositamente nel ragionamento Clint Capela perchè a mio modo di vedere è destinato a partire. 

Atlanta era l'unica squadra che poteva offrire questo tipo di contratto a queste cifre a Gallinari, e una cifra del genere a 32 anni è difficile da rifiutare. Il nativo di Sant'Angelo Lodigiano è l'unico giocatore sopra i 30 anni ad aver ricevuto queste cifre senza aver mai preso parte all'All Star Game.
Nonostante questi soldi messi sul piatto per Gallinari, i falchi hanno ancora soldi da poter spendere. Le voci nelle ultime ore portano a Bogdan Bogdanovic, che potrebbe essere un'altra super presa per continuare questo processo di crescita. 

Atlanta lo scorso anno a causa della pandemia non ha terminato la stagione regolare e ha chiuso con un record di 20-47. Già l'anno scorso per il valore del roster questa classifica era bugiarda, con l'innesto di Gallinari e magari Bogdanovic sono convinto che questa squadra si candiderebbe seriamente a recitare una stagione gagliarda nell'est.

Perchè niente contender per il Gallo

Per gli amanti del basket è stata una sveglia strana stamattina, appena acceso il telefono sicuramente la prima cosa che è arrivata agli occhi è stata la firma di Gallinari con gli Hawks. Come piace fare in Italia, non si è perso un attimo e un sacco di persone si sono riversate sui social per criticare la scelta del Gallo.
Le dichiarazioni di Gallinari erano state altre, voleva andare in una squadra da anello.

Se però scorriamo le varie contender è difficile trovare un posto a delle cifre accettabili per un giocatore da 20 punti a sera in Nba.

  • Nei Bucks nel ruolo del Gallo ci sono Middleton e Antetokoumpo
  • Dallas che poteva probabilmente avere margine non si è mossa 
  • Boston sta provando in tutti i modi a estendere Hayward
  • Miami ha rifirmato Dragic e Leonard e pare intenzionata a confermare Crowder
  • Lakers hanno firmato Harrell, Matthews e devono ancora confermare Anthony Davis
  • Clippers aldilà della point guard sembrano voler rimanere così
In poche parole nessuna squadra che puntava al titolo aveva strettamente necessità di uno come Gallinari, e soprattutto avevano pochissimo spazio salariale.
Il lombardo negli ultimi anni sta dimostrando di valere tanto e anche il numero di problemi fisici è diminuito notevolmente. 
Ha scelto gli Hawks che sono una squadra dal futuro certo, ad un contratto che nessun altro poteva offrirgli.





martedì 17 novembre 2020

La sorpresa del 2020 tennistico: Andrey Rublev

L'anno complicato vissuto da tutto il mondo non può cancellare i grandi progressi messi in mostra da Andrey Rublev

 L'anno 2020 verrà ricordato come uno dei più difficili di sempre. La pandemia di Covid-19 ha messo in ginocchio il mondo intero costringendo anche lo sport a fermarsi. Sono state rinviate le Olimpiadi e gli europei di calcio che erano in programma in estate per dare spazio ai club.

Anche il tennis nonostante sia lo sport in primis che garantisce il distanziamento è stato costretto ad arrendersi ed è ripreso solamente ad agosto. La stagione in pratica è stata spezzata a metà con i pochi tornei prima di marzo e una parte dei restanti che è andata in scena da agosto fino alla scorsa settimana. La modifica del calcolo del ranking, che è stato spalmato su due stagioni ha permesso a diversi giocatori di mantenere una classifica nonostante le sconfitte, mentre ha complicato il cammino per chi dalle retrovie ha provato ad affacciarsi in prima linea.

La mia sorpresa del 2020: Andrey Rublev

Il tennis in generale nonostante questo calendario spezzettato ha avuto modo di dare la possibilità a nuovi volti di farsi notare. Noi italiani abbiamo ancora negli occhi le prestazioni di Musetti contro Wawrinka e Nishikori a Roma, l'ottimo post lockdown di Lorenzo Sonego o il primo titolo ATP di Jannik Sinner a Sofia arrivato la scorsa settimana.
Io personalmente ho ancora negli occhi l'incredibile partita tra Hugo Gaston e Wawrinka al Roland Garros, con entrambi che hanno dato vita a uno spettacolo mozzafiato sullo Chatrier.
Il giocatore che però più mi ha impressionato in questo 2020 è Andrey Rublev.
Il 2020 del classe '97 moscovita è stato ricco di soddisfazioni, ha conquistato i tornei di Doha e Adelaide prima della pausa, e Amburgo, San Pietroburgo e Vienna dopo la ripresa.
Il russo in questa annata ha dunque conquistato 5 titoli, nessuno come lui. Rublev è anche il giocatore con più match vinti in questa stagione (39).
Questi 5 titoli gli sono valsi la prima qualificazione alle Atp Finals che gli daranno la possibilità di migliorare ulteriormente.

Cosa manca a Rublev per diventare un top

Il tennista russo è un giocatore molto propositivo che ama attaccare e fa fatica quando viene messo sotto pressione. La differenza rispetto al Rublev di qualche stagione fa è che la palla torna molto spesso, prima era molto più falloso, adesso gioca con un po' più di intelligenza e aspetta il momento giusto per tirare la sassata. 
Se bisogna però trovare una cosa negativa all'interno di una stagione del genere, le prestazioni negli slam non sono state all'altezza del resto. Il moscovita ha fatto ottavi di finale a Melbourne e quarti di finale a New York e Parigi. In queste tre occasioni ha rispettivamente perso contro Zverev, Medvedev e Tsitsipas, sempre in maniera netta (in 3 set). 
Una spiegazione a queste difficoltà negli slam può essere data dal suo gioco piuttosto dispendioso. Nonostante abbia un buon servizio, non riesce quasi mai a conquistare tanti punti diretti. Il suo gioco faticoso può portare a un calo di energie che si fa sentire nelle fasi finali di uno slam.

2021, l'anno della consacrazione

Dopo una stagione così esaltante Rublev sarà chiamato a confermare tutto quello che di buono si è visto nella stagione che sta terminando. Ha dimostrato di essere un grandissimo tennista, ma per imporsi definitivamente ha bisogno di consacrarsi anche sui palcoscenici più importanti come gli slam.



martedì 25 agosto 2020

Playoff Nba, i Thunder impattano la serie sul 2-2 contro i Rockets

 Chris Paul determinante insieme a Schroeder. Shai Gilgeous Alexander dimostra ancora di valere tanto, per Gallinari partita storta

Dopo gara 2, con due convincenti vittorie dei Rockets nessuno avrebbe pensato che questa serie avrebbe avuto lunga vita. I Thunder apparivano spaesati e impotenti davanti al quintetto piccolo dei Rockets. Dopo due partite di rodaggio la squadra di Donovan ha ripreso fiducia vendendo cara la pelle e portando la serie sul 2-2. Oklahoma dalla sua adesso ha la massima fiducia, mentre Houston ancora sta dimostrando tutti i limiti di un sistema totalmente fragile.

Oklahoma non regala niente

Se c'è una cosa che i Thunder hanno fatto vedere di loro in questa stagione è il non arrendersi mai. Nella partita di ieri sera in uscita dall'intervallo Houston ha messo insieme un filotto di 8 triple a bersaglio consecutive. C'è stato un momento in cui a ogni tripla dei Rockets, Chris Paul rispondeva con il jumper dalla media. A metà terzo quarto la squadra di D'Antoni si è trovato anche sul +15, nonostante ciò Okc è rimasta lì a ribattere colpo su colpo, concludendo il terzo quarto a -2 con la tripla sulla sirena di Schroeder. 
L'ultimo quarto è stato un turbinio di emozioni, con entrambe le squadre che hanno giocato al massimo. I Thunder fino a ieri avevano un record di 30-15 nel clutch time. Hanno rispettato questa statistica e una sanguinosa palla persa da Harden con la rubata di Gallinari ha portato Okc sul +3.
Tucker ha avuto la tripla dall'angolo per pareggiare, ma ha fallito.

La chiave della serie: Lu Dort

La chiave per i Thunder ha un nome e un cognome, si chiama Lu Dort. Sui social in questi giorni si sta scherzando tanto, e Dort è stato meritatamente eletto ministro della difesa. In attacco i Thunder hanno tanto talento offensivo per fare male, e come stiamo notando le tante opzioni si stanno alternando nelle varie gare. La difesa per vincere con una squadra come i Rockets è fondamentale, l'assenza di Westbrook focalizza l'attenzione tutta sul Barba. Dort sta facendo un lavoro egregio ed è il giocatore che a mio modo di vedere più sta mettendo in difficoltà Harden in carriera. 
Questo ragazzo nonostante i limiti offensivi soprattutto nel tiro da tre, in difesa vende cara la pelle, e ieri ha giocato tutto l'intero quarto con cinque falli sulle spalle, senza tirare indietro niente.

Rockets senza Westbrook è dura

Dopo le prime due partite tutti ci saremmo aspettati una passeggiata dei Rockets che avrebbero chiuso al più presto la serie. Adesso con le due vittorie consecutive dei Thunder, l'inerzia è tutta dalla parte dei fulmini, che possono provare ad affondare il colpo decisivo in gara 5. La situazione di Russell Westbrook è incerta, di sicuro se sarà schierato in gara 5 non sarà certamente al meglio. Nel finale della partita, è stato inquadrato che pedalava sulla cyclette, facendo le prime prove per un eventuale impiego nella prossima partita. La situazione è in bilico, la serie come previsto è lottata e tutto può succedere.
Appuntamento nella notte tra mercoledì e giovedì alle 00:30 per una gara 5 che si prospetta rovente.


mercoledì 13 maggio 2020

La Bundesliga ai blocchi di (ri)partenza

Dopo 2 mesi dallo stop totale, salvo nuovi imprevisti, il calcio tornerà.
Il 16 maggio alle ore 15 riparte la Bundesliga, con tanti match in programma e una corsa alle prime posizioni in classifica più avvincente che mai.
La Bundesliga fa da apripista per il mondo del calcio, un ritorno anticipato rispetto alle date che erano state pensate inizialmente, oltre al piacere di tornare a vedere 22 giocatori in campo, si prospetta una lotta serrata con tante squadre in lizza per le posizioni più ambite. Per essere più precisi, ci sono 5 squadre in 8 punti, il Bayern è ovviamente la squadra favorita, oltre ad avere la squadra senza dubbio più forte, ha anche quattro punti di vantaggio sulla seconda in classifica.
Sono tante le squadre che possono ambire a qualcosa in quella che sarà una ripartenza imprevedibile, con degli equilibri che potrebbero essere completamente ribaltati dopo oltre due mesi di stop, perchè una situazione del genere non l'ha vissuta nessuno, per cui cambieranno tante dinamiche, con un probabile livellamento dei valori.
Il calcio torna, anche se ovviamente ci saranno parecchie cose diverse, già solo il fatto di dover giocare le partite a porte chiuse renderà il tutto più malinconico.
In questo momento meglio avere l'antipasto piuttosto che non avere nulla, per avere il pranzo completo purtroppo dovremo aspettare ancora un po' di tempo. Anche gli stessi verdetti che alla fine dell'anno verranno proclamati, saranno segnati pesantemente da questo stop dovuto a questa paurosa pandemia.
La Bundesliga aldilà di questo momento, è un campionato che ho sempre apprezzato, è sempre stata una fucina di talenti molto interessanti, sia dal punto di vista dei giocatori che da quello degli allenatori, che propongono un tipo di calcio innovativo, con sistemi di gioco molto fluidi e modi di gestire le società all'avanguardia (una su tutti la Redbull con il Lipsia).
Questa scelta da parte del governo tedesco conferma come la Germania sia la nazione più organizzata del continente sotto tutti i punti di vista.
Oltre a darci un tangibile, importantissimo segnale di ritorno alla normalità, con questa scelta saranno sotto i riflettori di tutti gli appassionati di calcio che guarderanno con occhi particolari questo particolare ritorno del calcio.

venerdì 24 aprile 2020

Il Real dei Galacticos

Per iniziare il racconto di questa storia dobbiamo tornare indietro di due decenni, nel 2000.
Il cambio di millennio coincise con il Real Madrid proiettato verso una nuova galassia, per mano di un imprenditore facoltoso e visionario: Florentino Perez.
Il Real nel 2000 vince la Champions sconfiggendo agevolmente il Valencia di Cuper per 3-0.
Nonostante ciò il Real vive un cambio dirigenziale, nelle elezioni del 2000 Florentino Perez riesce a battere Lorenzo Sans (che aveva portato due coppe dei campioni ai blancos.)
Prende la guida del Real Madrid con un'idea concreta, quella di iniettare grandi risorse economiche, ma non spenderle in modo classico, piuttosto investire per arrivare ad avere i più grandi campioni del mondo.
Comincia quindi l'era dei Galacticos, con il primo colpo ad effetto: Luis Figo, la stella del Barcellona prelevata per 60 milioni di euro (siamo nel 2000 e la cifra è spropositata).

Portuguese Luis Figo of Real Madrid, gestures duri | Giornalettismo

Florentino nella sua prima stagione ne mette altrettanti per prendere Flavio Conceicao, Pedro Munitis, Solari, il portiere Cesar e Claude Makelelè (che sarà quello meno calcolato, ma che sarà fondamentale per questo periodo di successi).
La prima partita di quella stagione non è un granchè, il Real perde la Supercoppa Europea contro il Galatasaray. Anche il primo classico è un disastro totale, le merengues perdono 2-0, però alla fine il campionato lo vinsero i Galacticos arrivando davanti al Deportivo e Florentino Perez pensa già al mercato successivo.
Passa poco tempo e nell'estate del 2001 piazza un altro grande colpo, per oltre 70 milioni di euro prende Zidane dalla Juventus.
Maglia gara Zidane Real Madrid Ultimo Match, 2006 - CharityStars
Florentino ha all'interno della sua squadra i due giocatori più forti di quel momento.
Alla sua seconda stagione 2001-2002 il Real Madrid va a vincere la Champions League, in una finale ad Hampden Park contro il Bayern Leverkusen che è diventata storia.
Una finale che era diventata complicata:
Il Real segna subito con Raul, il Leverkusen pareggia con Lucio, alla fine quella finale di Champions viene risolta da uno dei gol più belli in una finale di Champions.
La fuga a sinistra di Roberto Carlos, un cross sbilenco, la palla s'impenna e cade sul sinistro di Zidane che con grande coordinazione manda la palla all'incrocio dei pali.
888sport su Twitter: "16 years ago today, Zinedine Zidane scored ...
Quel Real Madrid giocava con Casillas in porta, i due terzini Roberto Carlos e Michel Salgado, Hierro e Ivan Helguera in difesa, in mezzo al campo l'elemento chiave è Makelelè, poi Zidane, Figo, Guti e davanti i due riferimenti sono Raul e Morientes.
Nonostante il Real si affacci all'estate 2002 con il titolo di campione d'europa, Florentino sente di dover piazzare un altro colpo: il Real prende Ronaldo il fenomeno dall'Inter per 45 milioni.
Doppio Ronaldo: il "Fenomeno" torna al Real | Sky Sport
Con tutti questi campioni il Real sembra un All Star Team. L'arrivo del brasiliano sconvolge gli equilibri della squadra, le merengues non riescono a riconfermarsi in Champions, torna però a vincere la Liga, e chiude la stagione con 3 trofei e quindi tutti sono contenti.
Florentino non può esimersi dal fare il suo quarto colpo galattico, nel 2003 la maglia bianca se la mette David Beckham.
Liga - Real Madrid, torna Beckham: sarà ambasciatore nel mondo ...
David Beckham viene preso, e viene messo in mezzo al campo a fare da regista.
Il 2003 è anche l'anno in cui comincia il declino della prima era di Florentino Perez, arriva Beckam, ma lasciano la squadra Del Bosque (l'allenatore), vanno via altri giocatori importanti, va via Morientes, va via Hierro, ma la cessione più sorprendente è quella di Makelelè al Chelsea.
Tolto il tassello francese, il tutto comincia a sgretolarsi: infatti nella stagione 2003-2004 il Real vincerà solo la Supercoppa di Spagna contro il Maiorca, perderà una Liga incredibile perdendo le ultime 5 partite di campionato. Con il Real che in questo arco di tempo passa dal primo al quarto posto. Le due stagioni successive saranno altrettanto avare senza titoli e dunque si arriverà nel 2006 alle dimissioni di Florentino Perez. Il bilancio in quanto a titoli è un tantino scarno, però Florentino nei suoi primi 3 anni di reggenza vince due campionati, 2 supercoppe di Spagna, 2 Champions League, una Supercoppa europea e anche una Coppa intercontinentale.
Questa è un'età centrale per comprendere lo stato attuale del Real Madrid, durante l'era galattica le merengues tornano a essere la prima squadra del mondo dal punto di vista del fatturato e del valore economico.
Se oggi il Real Madrid è da considerare il club numero 1 al mondo sotto tutti i punti di vista il merito va dato all'era dei galacticos nella prima gestione di Florentino Perez, perchè poi è tornato e quello che ha fatto nella sua seconda era con Zidane allenatore, Cristiano Ronaldo, le 3 Champions, tutto quello che è successo nell'ultimo decennio è una storia molto conosciuta e la racconteremo un'altra volta.
Blog: Il Real Madrid dei "Galacticos": l'impero delle merengues ...

mercoledì 8 aprile 2020

Vi consiglio... THE ENGLISH GAME

Momento di fermo totale del mondo dello sport, a questo è dovuto questo lungo silenzio del blog.
Voglio interrompere questa mancanza di post parlandovi di una serie che ho avuto modo di guardare in queste settimane di quarantena. Oggi vi voglio parlare di una serie che potete trovare su Netflix.
Sto parlando di "The English Game", una serie che parla della nascita del calcio in Inghilterra e dei suoi sviluppi.
Il tema principale della serie non è il calcio, o meglio: non è solo il calcio. Per interi episodi, e in totale sono 6, di calcio non si parla nemmeno. Si parla di lotta di classe, dello scontro epocale che c'è stato tra fine '800 e inizio '900 tra ricchi e poveri, e di come quello che tutti consideravano (e considerano ancora oggi) un banale gioco sia in realtà molto di più. Julian Fellowes, la mente dietro a questa miniserie, è stato molto criticato nel Regno Unito.
A me personalmente, inguaribile malato di calcio, The English Game è piaciuto, è stato un ottimo modo per passare qualche ora di questa lunghissima quarantena.
E' riuscita ad emozionarmi perchè ci ha catapultati in un'epoca allo stesso tempo vicina e lontana. E' una storia che per quanto romanzata è basata su fatti realmente accaduti.
Siamo agli albori del calcio, fra il 1879 e il 1883. Un'epoca difficile, tumultosa, sia in campo che fuori. Ed è proprio questo il filo conduttore che ci guida dalla prima all'ultima puntata. Il calcio ieri come oggi è l'espressione della società: da una parte ci sono i ricchi e i nobili che vedono nel pallone un passatempo; dall'altra i proletari, la working class, forza emergente tanto nel rettangolo verde quanto nelle fabbriche. E' la seconda corrente a prendere possesso del gioco, a rimodellarlo e costringendo la Football association, a rivedere i propri regolamenti, e poco dopo la conclusione della serie (ovviamente come arco temporale) ad introdurre il professionismo nel calcio.
Guardare quel tipo di calcio fa sorridere, moduli, tattiche e gesti erano completamente diversi rispetto al calcio moderno.
Fa sorridere pensare al conservatorismo della vecchia scuola: all'epoca la federazione era nelle mani esclusive come l'Old Etonians, che raggruppava ex studenti del prestigiosissimo Eton College.
Dal loro punto di vista, il fatto che lo sport codificato da loro stesse diventando sempre più popolare tra le classi meno abbienti era una minaccia. Ed è proprio questo il motivo per cui la stessa Football Association, si oppose ai club del nord (erano l'espressione del proletariato), una prosecuzione delle lotte sociali, ma erano altresì l'espressione del cambiamento: sia tattico (con l'introduzione della Scozia, ci fu un totale cambiamento del modo d'interpretare il calcio), ed economico (il professionismo).
In questa serie, ad esempio, vengono ripercorse le carriere di Fergus Suter e Jimmy Love. Due pionieri del football, due professionisti ante litteram, visto che vennero pagati sia dal Darwen sia, in seguito, dal Blackburn del signor Cartwright.
Quest'ultimo era il proprietario di un cotonificio e aveva cominciato a sfruttare le potenzialità del calcio. Il signor Cartwright è il primo che riesce a radunare i migliori giocatori del momento, riesce anche a intuire che un modo per fare cassa è vendere i biglietti.
Nell'altra metà campo, per i ricchissimi ex studenti di Eton c'era la prima vera star: Arthur Fitzgerald Kinnaird, rappresentante di una famiglia di banchieri. Diventerà un rivale amico di Suter. Il calcio gli servirà molto nella vita, migliorerà la sua condizione lavorativa e il rapporto con suo pare, ma aprirà anche gli occhi sul paese e sulle terribili sofferenze cui è costretta la working class.
Sarà lui, futuro presidente della FA, a spingere perchè questo sport per gentiluomini diventi veramente equo e universale. Ci riuscirà paradossalmente creando il professionismo.
Da diletto dei ricchi a gioco di tutti: 'The English Game' e la ...

giovedì 12 marzo 2020

Bye Bye Calcio

Ieri abbiamo vissuto una serata di Champions favolosa, purtroppo l'impressione è che sarà l'ultima per un po'. Nonostante una partita fantastica, nonostante i 50.000 di Anfield  per 120 minuti hanno attanagliato il mondo reale, la testa alla fine torna sempre là, torna alla realtà di un mondo sotto assedio e che con ogni probabilità dovrà abbandonare il tanto amato football per qualche tempo.
Io ho sempre detto che l'Atletico Madrid poteva essere l'avversario più ostico per il Liverpool di Jurgen Klopp. Hanno due modi di giocare diametralmente opposti, e Simeone ha sempre dato fastidio alle squadre che vogliono esprimere il bel calcio.
Quando giochi contro i Colchoneros, ti verrebbe voglia di sgozzarli, giocano con due trincee da superare e quando riesci miracolosamente a passare devi vedertela contro un muro invalicabile in porta. Io non sono assolutamente d'accordo con quelli che definiscono l'Atletico l'anticalcio, perchè se batti una squadra che nessuno sa battere sei una grande di questo sport.
Bisogna distinguere il "giocare bello" e il "giocare bene". D'altronde chi gioca male non va ad Anfield a segnare 3 gol in 120 minuti.
Quest'ultimo discorso calza a pennello con la stagione di Serie A 2017/2018, quando ci fu il duello fra la cinica corazzata della Juve di Allegri e il meraviglioso Napoli di Sarri. Sappiamo tutti chi vinse lo scudetto quell'anno.
Il calcio, ieri sera ad Anfield ci ha voluto fare un ultimo saluto, perchè adesso per un po' di tempo bisognerà metterlo da parte per concentrarsi su altro. Dopo la positività al virus dei primi giocatori, è l'ora che la Uefa si pieghi alla logica.
Perchè giocare oggi a calcio non ha alcun senso, dobbiamo accettarlo e combattere per riprendercelo il più presto possibile.
Risultato immagini per saluto simeone klopp

mercoledì 11 marzo 2020

L'Atalanta è il nuovo che avanza

Nonostante il momento delicato, che percepiamo intorno a noi, proviamo a parlare di calcio. La situazione comincia a farsi pesante in tutta Europa, in Inghilterra è stata rinviata la partita tra Arsenal e Manchester City, in Liga l'associazione dei calciatori ha ufficialmente chiesto di sospendere il campionato. I calciatori, come è giusto che sia non si sentono immuni e insieme alle loro famiglie rischierebbero troppo, e onestamente non c'è proprio motivo in questo momento in cui tutta l'Europa è sotto attacco di pensare al pallone.
I risultati di ieri sera ci hanno dato i primi due nomi delle squadre che parteciperanno ai quarti di finale della Champions League. Sono due nomi su cui ai nastri di partenza nessuno avrebbe scommesso un soldo, sono due squadre che con la grande programmazione societaria sono riuscite a costruire questo capolavoro. Lipsia e Atalanta sono il nuovo che avanza nel calcio europeo.
L'Atalanta nonostante le situazioni problematiche di Bergamo si è presentata al Mestalla con grande concentrazione e voglia. Ha giocato al solito suo, con spensieratezza, senza smettere mai di giocare il suo calcio e con grandissima calma. Questo modo di giocare la porta a vincere, a vincere tanto e a farsi apprezzare in tutta Europa. L'Atalanta nel vuoto Mestalla si è presentata facendo la sua solita partita,ha voluto mettere le cose in chiaro a un minuto e mezzo dall'inizio della partita e poi ha continuato con le giocate e le progressioni magiche del suo totem Josip Ilicic ad incantare in una serata tutt'altro che spensierata. Io da quando Zamparini lo ha portato a Palermo ho sempre stravisto per lui, il suo unico problema in tutto l'arco della carriera è stata l'incostanza che non gli ha permesso di fare una carriera di un certo tipo. Ilicic quest'anno, a 32 anni suonati sta giocando la stagione più importante della sua carriera, ha segnato 15 gol in serie A e 5 in Champions. 4 dei 5 in Europa sono arrivati ieri nella magica serata di Valencia, in cui Ilicic si è preso sulle spalle l'intera Bergamo che sta affrontando una situazione difficilissima. I meriti vanno a lui, ma grande riconoscenza lui deve avere della squadra, che l'ha messo nelle condizioni di siglare queste 4 reti. Il Valencia di certo ha agevolato il compito dell'Atalanta con le assenze, ha dovuto affrontare il match con la Dea con in difesa Diakhaby e Coquelin.
L'Atalanta si è dimostrata più forte e più squadra, ha cominciato questo progresso di crescita qualche anno fa e continua a progredire con i risultati che brillano sotto gli occhi di tutti. L'Atalanta è capace all'interno di una partita di cambiare assetto e di riuscire in qualunque caso a segnare, a fare gioco e divertirsi. All'orizzonte anche se un po' oscurato dalla nebbia Coronavirus c'è un quarto di finale storico, da vivere in tutti i 180 minuti. Il problema non se lo deve porre l'Atalanta bensì la squadra che si scontrerà con la Dea.
Risultato immagini per atalanta

martedì 10 marzo 2020

La grande partita: Italia vs Coronavirus

Da questa mattina il nostro paese è unito nell'emergenza. Si è fermato tutto, e onestamente era parecchio complicato anche solo pensare di fare diversamente. Tutte le manifestazioni sportive sono state sospese fino al 3 Aprile. Andare ad argomentare questa decisione è francamente inutile oltre che inopportuno. NON possiamo in questo momento concentrarci su qualsiasi partita che non sia la GRANDE PARTITA in cui tutti siamo chiamati a svolgere un ruolo fondamentale, in queste settimane che verranno.
Dobbiamo impegnarci per noi stessi, per i nostri cari e in generale per tutta la popolazione italiana.
Il calcio al momento non può assolutamente svolgersi. Si giocano le competizioni internazionali, anche se molte a porte chiuse. Il mondo del pallone, ma dello sport in generale va in questo momento in secondo piano.
L'ATTENZIONE VA DATA AL VIRUS. Dobbiamo compattarci, come noi italiani sappiamo fare.
Rimanendo sul tema del blog voglio metaforicamente paragonare questa emergenza ad una partita di calcio. In questa frazione di partita dobbiamo fare CATENACCIO ALL'ITALIANA, stando tutti chiusi in difesa. Lo so, è difficile rimanere in casa, ci vuole sacrificio, sforzo e il massimo della dedizione. Prima o poi arriverà il momento di CONTRATTACCARE, DI ANDARE IN CONTROPIEDE, cominceremo a prendere campo e vinceremo questa partita.
E' un occasione per ricordarci che siamo un grande paese, che siamo uniti e che dobbiamo remare tutti nella stessa direzione.
Risultato immagini per cartina italia coronavirus

giovedì 5 marzo 2020

Garbage Time

Bentornati con Garbage Time, la rubrica che fa il punto della settimana Nba appena trascorsa.
Abbiamo tantissime cose di cui parlare, con anche un tema scottante che esce dal parquet.
E' stata una settimana ricca di career high:

  1. Mitchell Robinson realizza 23 punti in una settimana in cui i Knicks vincono due partite.
  2. Jerami Grant mette a referto 29 punti nella vittoria contro Detroit dei Nuggets.
Proprio Denver ha perso in maniera pesante (103-132) lo scontro diretto contro i Clippers, e ancora una volta probabilmente gli manca l'ultimo tassello per essere una reale contender. Al momento sono comunque terzi nella Western Conference con un record di 41-20.

I Clippers hanno subito il career high più pesante della settimana, ovvero il record di punti di Shake Milton. Giocatore che gioca poco, ma quando viene chiamato in causa risponde sempre alla grande. Questa grande prestazione acquista ulteriormente valore se consideriamo che i Clippers attuano una buona fase difensiva.

Altro career high è quello di Seth Curry (sconfitta contro gli Heat). Mavericks che nell'ultimo periodo non riescono a trovare continuità, ma rimangono saldamente in settima posizione nella Western Conference.

Questa settimana c'è stato per la prima volta Zion contro Lebron, era una partita molto attesa, e ha rispettato le aspettative. Le due star hanno giocato alla grande rendendo molto avvincente la partita.

Nella Eastern Conference i Bucks continuano a dominare la lega. Giannis ha fatto registrare la prima partita in carriera da 40 punti e 20 rimbalzi (41+20) nella partita più faticosa del previsto contro gli Hornets. Un dato però assolutamente da sottolineare sono le due sconfitte rifilate in stagione su altrettante sfide degli Heat proprio a Milwaukee.

Inoltre Cobe White è il primo rookie dopo Micheal Jordan nella storia dei Chicago Bulls a fare 3 partite di fila sopra i 30 punti.

Passiamo all'argomento caldo della settimana, perchè abbiamo assistito allo scambio di frecciatine tra Giannis e Harden. Tutto è partito dalla mancata scelta di Harden tra i titolari dell'All Star Game. Antetokoumpo ha preferito scegliere Trae Young. A questo si sommano delle dichiarazioni del greco che reputa il gioco di Harden  brutto e non coinvolgente per i compagni.
La risposta di Harden non si è fatta attendere, ed ha risposto dicendo che se lui avesse il fisico di Giannis farebbe 50 punti, 20 rimbalzi e 20 assist a sera.
Io non mi voglio esprimere su questa accesa discussione, ma onestamente devo ammettere che mi piace quando due giocatori se le dicono di tutti i colori.

Chiudiamo col quintetto della settimana:
  1. Shake Milton
  2. Giannis
  3. Jerami Grant
  4. Mitchell Robinson
  5. Seth Curry
Risultato immagini per garbage time

lunedì 2 marzo 2020

Un Clasico nel segno di Vinicius Jr

E' stata una partita pazzesca, qualità straordinaria da una parte e dall'altra con un ritmo altissimo, il Barça fraseggiava lentamente per poi accelerare con degli scambi o delle verticalizzazioni, il Real ha saputo soffrire e con un secondo tempo di pura prepotenza si è ripreso il Clasico e allo stesso tempo la vetta della Liga.
Il Barça arrivava a questa partita con difficoltà palesi in trasferta: Da quando Setien siede sulla panchina del Barça ha presieduto a 5 trasferte (2 vittorie di misura, ha pareggiato a Napoli e ha perso a Valencia e contro l'Athletic Bilbao). Questi numeri fanno già paura, ma mi voglio ricollegare col fatto che Messi non segna in trasferta in una partita in cui i catalani giocano sul campo della squadra avversaria dal primo Dicembre.
Hanno entrambe le squadre giocato un calcio sopraffino, giocando al massimo, ma il Real ha messo anche maggiore intensità e voglia, due caratteristiche che sono risultate fondamentali insieme al cuore per vincere il match.
Questa partita, non è mai una sfida come le altre, è la più grande partita che ci sia in questo continente, a maggior ragione ieri, perchè la posta in palio era altissima e una vittoria blaugrana avrebbe potuto ridurre all'osso le speranze madrilene di vincere la Liga.
Prima che iniziasse la partita, avevo già identificato il duello Vinicius-Semedo come possibile chiave del match. Il giovane attaccante brasiliano continua con la prestazione di ieri sera a dimostrare di essere il talento più grande di questa squadra, nonostante la strenua marcatura del portoghese crea diversi pericoli su quella fascia, sbagliando spesso il passaggio finale. Nell'azione del gol è fortunato, Pique cambia completamente la traiettoria del pallone beffando un'incolpevole Ter Stegen.
Portiere tedesco che si è reso protagonista al cinquntacinquesimo minuto di una parata super su Isco, con la palla che è stata tolta dal sette.
Dopo il vantaggio di Vinicius Jr, la partita si accende ulteriormente, Marcelo copre il buco centrale lasciato da Sergio Ramos, tiene Messi in velocità e arringa il pubblico.
Da quel momento le emozioni si susseguono da una parte e dall'altra, saltati tutti gli schemi con le squadre che corrono avanti e indietro senza mai fermarsi.
Il Real riesce a uscire dal primo pressing del Barça con una facilità disarmante, ed è proprio da una situazione di pressing che le Merengues trovano il gol che chiude la partita: da una rimessa laterale, Mariano Diaz (appena entrato) scappa alle spalle della difesa del Barcellona e buca Ter Stegen sul primo palo.
Il Real Madrid è riuscito ad isolare un Messi opaco e mal supportato da Griezmann e Vidal.
Il Clasico di ieri sera può avere un peso specifico non indifferente sul campionato, ma guai a tirare giù delle sentenze, perchè la storia di questa rivalità, la storia di questo campionato non finisce mai finchè non vi è una certezza matematica.
Il Real ha vinto con il carattere e con la voglia che il proprio allenatore ha inculcato nei suoi giocatori. Si riprende la vetta della classifica e vince una partita che può significare tantissimo.
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venerdì 28 febbraio 2020

FantaFalco: i consigli per i fantallenatori

Benvenuti a FantaFalco la nuova rubrica del venerdì che va a consigliare gli 11 (secondo me) giocatori che potrebbero fare la differenza in questo turno di serie A.
Essendo il primo appuntamento potrebbero esserci delle modifiche in corso, al fine di migliorare questo corner.
Inoltre cercherò d'inserire nomi interessanti, senza citare i giocatori più scontati, in maniera tale da non essere troppo ovvio nelle scelte ed aiutarvi in situazioni complicate.
Partiamo dai portieri:

  • Gollini: l'Atalanta gioca al Via Del Mare contro il Lecce. La squadra di Liverani prima della brutta sconfitta con la Roma veniva da 3 successi di fila che l'avevano tirata su in classifica. In più la Dea ha avuto modo di riposare dopo la grande prestazione in Champions, mi aspetto una vittoria e Gollini fornirà una prestazione all'altezza.
  • Silvestri: Il Verona è la piacevole sorpresa di questo campionato, è ottavo in classifica e insegue un sogno chiamato Europa League. Un grande merito va alla fase difensiva, i veneti sono la squadra che ha fatto segnare il maggior numero di clean sheet in stagione (9), e giocano lunedì sera contro la Samp.
  • Begovic: Il terzo portiere che vi consiglio è Begovic. Con Donnarumma fuori gioco, tocca al bosniaco difendere i pali dei rossoneri. Con Gigio in porta la squadra di Pioli ha tenuto la porta inviolata 9 volte, questo numero è simbolo di grande solidità difensiva, e chissà che pure Begovic non possa portare bonus in questa giornata.
Difensori:

  • Theo Hernandez/ Criscito: Un consiglio, due nomi. Mi aspetto una partita giocata a viso aperto e i due esterni possono dire la loro. Criscito inoltre ha il grande vantaggio di tirare i rigori e le punizioni, ha segnato 7 rigori su 8 ed è praticamente una certezza. Dall'altra parte Theo con i suoi 5 gol non sfigura affatto, anzi sono tutti arrivati su azione.
  • Luiz Felipe: La Lazio gioca contro il Bologna, il brasiliano è sicuro del posto da titolare a causa dell'assenza di Acerbi. E' cresciuto tantissimo e sta attraversando un momento di forma smagliante.
  • Gosens: In questo caso sarò scontato, ma non poteva fare a meno di nominarlo. Vale lo stesso discorso fatto per Gollini, i bergamaschi giocano contro il Lecce, per cui potrebbero esserci degli spazi o magari delle marcature rivedibili che potrebbero portare all'ennesimo bonus per il calciatore tedesco.
  • Kolarov: Ha vissuto qualche settimana d'oblio, ma sono convinto che sia un giocatore imprescindibile per questa Roma. Questa scelta fatela con cautela, perchè la Roma ha una partita complicata contro un Cagliari che è obbligato a tornare al successo. 
Centrocampisti: 
  • Chalanoglu: Nel nuovo sistema del Milan è un giocatore determinante. Può finalmente essere maggiormente impattante nelle conclusioni dalla distanza. Magari potrebbe deciderla con una sua punizione...
  • Mkhitaryan: E' un giocatore in crescendo, essendosi lasciato gli infortuni alle spalle, sta cominciando ad avere continuità, ed è secondo me il trequartista giusto per sopperire all'assenza di Nicolò Zaniolo.
  • Pulgar: Quella tra Udinese e Fiorentina sarà una partita vera, un match scintillante e penso che un giocatore come Pulgar possa risultare una pedina importante per la squadra di Iachini. Ha messo insieme numeri importanti per essere un vertice basso, ha fornito 3 assist e ha segnato 4 rigori.
  • De Paul: Se da una parte Pulgar può secondo me essere impattante, dall'altra prendo assolutamente il leader dei friulani. Quando Rodrigo De Paul s'accende con le sue vampate, tutta l'Udinese lo segue e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nonostante i numeri non lo premiano più di tanto (5 gol e 2 assist), l'argentino sta giocando una stagione importante, l'annata che potrebbe finalmente consacrarlo e portarlo in una squadra importante. Prima però vuole salvare l'Udinese e quindi occhio a Rodrigo De Paul.
Attaccanti: 
  • Zapata: Potrebbe sembrare un nome scontato, ma non lo è affatto. La fisicità e l'incisività del colombiano possono rivelarsi determinanti per il successo dell'Atalanta. E' in crescita, non è ancora al 100%, ma nelle prossime settimane penso che aumenteranno le sue realizzazioni.
  • Boga: Il Sassuolo gioca contro il Brescia,  e ha bisogno di ritrovare la vittoria dopo lo stop doloroso contro il Parma e il rinvio di Domenica scorsa contro l'Atalanta. L'ivoriano ha avuto un leggero calo del rendimento, ma è fisiologico, potrebbe essere la partita giusta per tornare a splendere
  • Ibrahimovic: Nella scorsa giornata Ibra è stato privato di un super gol per un fallo di mano a Firenze. Ha trasformato il Milan e non vede l'ora di essere sempre più protagonista di questa squadra.
Infine volevo darvi un suggerimento a proposito del derby d'Italia tra Juventus e inter, se potete evitate di schierare giocatori di questa partita. Potrà sembrarvi una follia, ma è sempre rischioso mettere giocatori importanti in queste partite così imprevedibili. 
Per il resto, divertitevi e commentate, scrivendo il vostro 11 di questa giornata.
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giovedì 27 febbraio 2020

Il Coronavirus contagia la Serie A

Il nostro campionato è in questo momento sotto scacco per quello che sta succedendo nel nostro paese, un'emergenza che sta portando a delle misure particolarmente pesanti che si riflettono anche nel mondo del calcio.
Inizialmente non avevo molta voglia di scrivere su questo argomento, ma adesso con le partite del prossimo turno che si giocheranno per la maggior parte senza pubblico, ho sentito il dovere di dire la mia.
Nel fine settimana passato non si sono giocate 4 partite, che andranno recuperate in momenti diversi.
Giocando in un altro periodo cambia tutto, si affronta un match in un periodo di forma differente e in condizioni diverse rispetto a quelle che avrebbero caratterizzato il regolare svolgimento della partita.
Il prossimo turno che ci viene prospettato (in questo momento, perchè la situazione è in costante divenire) è fortemente condizionato, infatti ad oggi abbiamo almeno 5 partite a porte chiuse

  • Udinese-Fiorentina
  • Milan-Genoa
  • Parma-Spal
  • Sassuolo-Brescia
  • Juve-Inter
Inoltre oggi l'Inter sarà costretto a giocare i sedicesimi di ritorno di Europa League contro il Ludogorets senza l'apporto del suo pubblico.
Quello del Coronavirus è un qualcosa di difficile da analizzare, ma che sta avendo ripercussioni su tutto, anche sugli aspetti sportivi del nostro paese.
Un pensiero in una situazione del genere va rivolto ai tifosi, che in un momento complicato, vengono privati pure di un divertimento, come può essere il calcio.
In tutto questo vi è ovviamente (e soprattutto) una ricaduta economica, alcune società prevedono il rimborso del biglietto, ma altre no.
Per non parlare degli aspetti commerciali, vengono meno gli introiti legati al marketing.
Questa è una situazione che ci sta colpendo non solo dal punto di vista dell'emergenza sanitaria, ma anche e forse primariamente dal punto di vista economico. 
Questo è un momento estremamente complesso per il nostro paese, ma bisogna viverlo con lucidità e responsabilità.
Molti avevano parlato proponendo la sospensione della Serie A, ma questa possibilità è da scartare, i calendari sono foltissimi e non c'è la possibilità di andare a recuperare tante partite.
Ci sono squadre che logicamente sono più danneggiate d'altre da questa emergenza; proviamo a fare una panoramica nazionale su cosa sta succedendo oggi in serie A.
Per quanto riguarda la lotta scudetto, al momento la squadra più in difficoltà è l'Inter, non ha potuto disputare il match contro la Samp ed è quella che ha il calendario più denso.
Il meno quattro dalla vetta (dato da una partita in meno) potrebbe pesare dal punto di vista psicologico, anche in questo caso i nerazzurri non hanno potuto rispondere sul campo ai successi di Juventus e Lazio. 
La Juventus dovrà affrontare l'Inter senza pubblico, ci sarà la negazione della possibilità di beneficiare economicamente della grande partita.
La terza squadra, la Lazio, domenica ha giocato e ha vinto per 3-2 su un campo difficile come Marassi, traendo energia positiva da tutto ciò.
Una squadra che non ha giocato, ma che secondo me ne ha tratto beneficio è l'Atalanta, la banda del Gasp in questa maniera ha potuto tirare un bel respiro dopo la grande notte di San Siro contro il Valencia.
La compagine che invece è stata messa più in difficoltà da questa pausa forzata è secondo me il Torino, la squadra di Cairo dopo 5 sconfitte consecutive avrebbe dovuto sfidare il Parma in una partita che avrebbe potuto significare tanto per i granata, che ora invece si ritrovano a dover giocare sabato sera al San Paolo contro un Napoli apparentemente ritrovato, insomma piove sul bagnato.
Spero di aver fatto un buon riassunto sulla situazione complicata che stiamo vivendo nel nostro paese, io non ho grande voglia di pensarci, ma anzi mi voglio distrarre.
Questa settimana è quella perfetta per pensare ad altro, ci sono state grandi partite di Champions, oggi si gioca l'Europa League, torna la Serie A e domenica sera si chiude in bellezza con El Clasico, insomma tanta carne al fuoco, e ovviamente rimanete connessi e aspettate i vari commenti sul blog.
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giovedì 20 febbraio 2020

Dea divina a San Siro

Ieri è stato un momento storico per la città di Bergamo, per gli atalantini e per tutti gli appassionati di calcio. Il 4-1 della Dea proietta la squadra di Gasperini vicina ai quarti di finale della Champions League. L'Atalanta merita assolutamente la vittoria, ha giocato una partita brillante, non dando spazio al Valencia di esprimersi. Razionalmente bisogna però dire che il Valencia si è presentato a San Siro, con una squadra totalmente rivisitata. Si è sentita la mancanza dei due centrali titolari (non ci saranno nemmeno al ritorno), ma anche quella di Rodrygo, attaccante migliore del Valencia che avrebbe potuto creare parecchi problemi alla retroguardia atalantina.
Il gol preso in casa rimane comunque un neo, perchè lascia una porta aperta al Valencia, e mi aspetto un Mestalla infuocato al ritorno.
L'Atalanta anche nella serata più importante della sua storia, non ha cambiato di una virgola il modo di giocare. E' una squadra che pensa, che gioca, ma non cambia mai spartito, non cambia mai mentalità, e infatti Gasperini a quindici minuti dalla fine, sul 4-1 ha inserito Zapata al posto di Caldara. La Dea è sicuramente una signora squadra, ma è anche un gruppo di giocatori molto importante, che hanno tutti le caratteristiche per essere protagonisti a questo livello.
Un'altra cosa che stupisce nell'Atalanta è la costruzione del gioco per arrivare a premiare l'inserimento da dietro.
L'Atalanta in una partita così determinante è arrivata a segnare il gol del 1-0 con in area di rigore due difensori: un difensore centrale (Palomino) e un esterno destro (Hateboer). Devi avere grandi attributi per riuscire a fare una cosa del genere in tutte le partite che giochi, indipendentemente se giochi la partita all'oratorio o l'appuntamento più importante della carriera.
Non sappiamo come finirà, ma anche se l'Atalanta dovesse venire eliminata verrà ricordata per tantissimo tempo, grazie alle sue idee e alle sue capacità di far innamorare gli appassionati di calcio con le sue splendide trame.
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mercoledì 19 febbraio 2020

E' tornato l'Atletico del Cholo Simeone

Ieri è stato il giorno del ritorno della Champions League, la competizione che porta il più alto livello calcistico, ma anche le emozioni più estremizzate.
Sono state due grandi partite, ma oggi vi parlerò nel dettaglio della vittoria dell'Atletico Madrid contro il Liverpool.
La squadra di Klopp come detto in precedenza si è dovuto inchinare 1-0 al Wanda Metropolitano.
E' stata una vittoria di puro Cholismo, con i colchoneros che si prendono questo risultato positivo, ma bisognerà vedere la reazione focosa del Liverpool in quel di Anfield.
Questa era la prima sfida tra Klopp e Simeone.
Da una parte l'allenatore del momento, campione di tutto, rivoluzionario, che ha portato un calcio esaltante. Ha vinto la Champions League, il Mondiale per club, la Supercoppa Europea a salvo cataclismi, presto alzerà la tanto ambita Premier League.
Di fronte si trovava l'allenatore che ha fatto una grande rivoluzione, ha rimesso l'Atletico sulle mappe più importanti del calcio Mondiale. Lo ha portato a vincere una Liga, lo ha portato due volte in finale di Champions League e ha conquistato in totale 7 titoli.
Quello che non è riuscito al Cholo è stato il cambio di pelle, nel momento in cui l'Atletico era pronto a spiccare il volo sotto il punto di vista del gioco ha fatto dei clamorosi passi indietro.
La sorte ha voluto che il tecnico argentino dovesse affrontare questo match nel momento più difficile dei suoi 8 anni nella capitale spagnola.
In questa serata dai significati più profondi per Simeone e i suoi, la squadra spagnola ha ritrovato la sua pelle, il suo carattere forte e irascibile.
Quello che ha ritrovato, e di conseguenza riproposto Simeone è stata la fusione totale con l'ambiente, ha passato tutto il secondo tempo ad aizzare il suo pubblico.
Altra nota lieta è stata la ritrovata capacità di assorbire il gioco degli avversari. L'Atletico è tornato ad essere impermeabile, ha concesso 0 tiri in porta, ad una squadra che ha fatto il 73% del possesso palla. I madrileni hanno tessuto la propria rete, ed ha imbrigliato una delle squadre più forti del mondo.
Bisogna dire che nei reds non ha funzionato praticamente niente: i terzini non sono riusciti ad imporre il ritmo sperato, e i tre campioni del tridente hanno fornito una prova opaca.
Da sottolineare che questa è soltanto la terza sconfitta stagionale del Liverpool, ma due di queste 3 sconfitte sono arrivate in Champions. Per il Liverpool adesso inizia la stagione della coppa dalle grandi orecchie, e sono curioso di vedere se dopo aver utilizzato tantissime energie per il campionato, avrà ancora benzina per spingere pure per la Champions.
Intanto il messaggio che questa partita fa trapelare è molto chiaro: in casa Atletico il fuoco arde ancora, e un messaggio del genere fa tirare un sospiro di sollievo a tutti i sostenitori dei colchoneros.
Il passaggio del turno non è assolutamente deciso, anzi ci aspetta una gara di ritorno infuocata ad Anfield, intanto però c'è tantissimo altro di cui scrivere, oggi gioca l'Atalanta, domani è il turno dell'Europa League, e poi nel fine settimana sarà nuovamente il turno della nostra amata serie A.
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martedì 18 febbraio 2020

Stop pesante per l'Inter

Come ormai vuole la prassi, ci troviamo a commentare un weekend di serie A ricco di fatti e di emozioni. Nella fattispecie oggi ho voglia di analizzare la brutta battuta d'arresto dell'Inter nello scontro diretto con la Lazio.
L'Inter ha subito uno stop severo, ma anche giusto per come è andata la partita.
La cosa più evidente che viene fuori da questa partita è la differenza di qualità tra i due centrocampi, i nerazzurri non sono riusciti a bilanciare la differenza qualitativa con i laziali, inoltre l'Inter ancora una volta si era trovato in vantaggio, ma non è riuscito a conservarlo fino alla fine.
La squadra di Conte è al primo anno di un progetto importante, ed è ancora una squadra immatura, che pecca in qualità dal punto di vista del gioco.
Nel mercato invernale sono stati fatti degli acquisti importanti, il primo che sta facendo molto bene è Ashley Young, il terzino si sta dimostrando di un livello superiore rispetto a Biraghi, sta bene fisicamente e ha un piede che gli permette di fare delle cose estremamente importanti nella metà campo avversaria.
Se parliamo di acquisti invernali non possiamo non citare Christian Eriksen. Nonostante le difficoltà che sta incontrando, il danese rimane un giocatore importantissimo, per le prospettive generali dell'Inter. E' un giocatore diverso rispetto al DNA di questa squadra, e di conseguenza ci vuole un po' di pazienza. Rimane determinante secondo me inserire Eriksen per dare un gioco diverso, più creativo e più imprevedibile.
Ritornando alla partita, la squadra interista ha affrontato il match con troppo timore, e questo non è stato particolarmente gradito dai tifosi.
Lautaro Martinez è finito anche lui al tavolo degli imputati, per non essere stato particolarmente incisivo, ma bisogna anche dire che è stato sorvegliato con grande attenzione da Lucas Leiva.
Partite di questa importanza girano sui dettagli, e anche in questo caso ha vinto chi ha sbagliato di meno, l'Inter dopo il vantaggio, si è fatto riprendere a causa di alcuni malintesi difensivi.
Proprio i malintesi difensivi mettono ancora in dubbio la stabilità di una difesa priva di Handanovic.
Skriniar sta attraversando un periodo complicato, De Vrij paga il troppo utilizzo mentre Godin ancora una volta dimostra di non vivere una delle migliori stagioni della propria carriera.
Come detto in precedenza, tutto questo si unisce all'assenza di Handanovic, che per ora è stato sostituito da Padelli.
Le grandi squadre, hanno dei secondi portieri sicuramente più affidabili di Padelli: La Juve ha Buffon, il City ha Bravo, il Real ha Areola e il Barça ha Neto.
Il portiere ex Toro non ha commesso errori clamorosi, ma nell'occasione del rigore della Lazio c'è una mancata comunicazione, mentre nel gol di Milinkovic Savic non è stato rapidissimo ad andare giù.
L'Inter esce comunque dall'Olimpico con un vantaggio che non deve essere sottovalutato: i nerazzurri hanno il vantaggio negli scontri diretti e, in una classifica così corta, la prospettiva di arrivare a pari punti non è così lontana dalla realtà.
Questo scontro diretto dimostra una volta di più che il gap si è ridotto, l'Inter e la Lazio sono diventate concorrenti credibili per la Juventus.
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giovedì 13 febbraio 2020

Le difficoltà della Juventus di Sarri

La Juventus lo scorso weekend ha subito un brusco stop contro il Verona.
Questa sconfitta ha causato dei malumori intorno alla squadra, che dovrà essere brava a riscattarsi.
Ho voglia di darvi delle mie sensazioni a proposito di queste difficoltà riscontrate dai bianconeri.
Io ho la sensazione che la squadra è l'allenatore non remino nella stessa direzione, o quantomeno non lo facciano sempre. La Juve sta perdendo le caratteristiche che l'avevano resa una squadra solidissima, ma non riuscendo ad assimilare ancora i concetti di Maurizio Sarri.
Il gioco del tecnico toscano si è visto in piccole porzioni all'interno di una partita, questo non va assolutamente bene, e bisogna immediatamente invertire la rotta, perchè la società si è posta giustamente obiettivi ambiziosi, ma non mi sembrano tutti (i giocatori) sintonizzati sullo stesso canale.
Come sapete, a me piace prendere in analisi i numeri e usarli per spiegare determinate dinamiche. La Juve fino ad ora ha numeri che non sono adeguati a questo tipo di squadra.
I piemontesi hanno la terza difesa del campionato, e il quarto attacco.
Partiamo dall'attacco, la situazione offensiva è particolare: i bianconeri sono trascinati da Cristiano Ronaldo, il portoghese ha segnato 20 gol e senza di lui sarebbe nei guai.
Quelli che dovevano essere i due comprimari, Dybala e Higuain, hanno segnato solamente 5 gol a testa, troppo poco. In più le alternative (Douglas Costa, Bernardeschi), hanno fatto ancora peggio: 0 gol. Questo dato è particolarmente interessante, perchè nessun top club europeo dipende esclusivamente da un solo giocatore. Se allarghiamo il discorso alla rosa, la Vecchia Signora ha mandato in rete solamente 10 marcatori in questa stagione, 5 dei quali sono difensori (8 gol).
La Juve ha segnato in totale 44 gol, e manca una collaborazione realizzativa adeguata rispetto a quelli che sono gli standard di CR7.
Nei primi 5 campionati europei non c'è nessuna capolista che abbia segnato così poco, anzi solo il Real ha segnato così poco, ma può contare su una fase difensiva solidissima (9 gol in meno subiti).
Se prendiamo le rivali della Juve in campionato notiamo ancor di più le difficoltà realizzative:

  • INTER: ha segnato di più pur senza poter contare su un tridente ( la coppia Lautaro-Lukaku ha segnato 28 gol). I nerazzurri inoltre hanno 15 marcatori in campionato, con i gol dei difensori che sono stati molti meno ( 4 reti), questo è simbolo che il reparto di centrocampo funziona alla grande.
  • LAZIO: ha numeri ancora più strabilianti, Immobile ha segnato più di Ronaldo (25-20), la coppia Correa-Caicedo 14 gol e infine il duo Luis Alberto-Milinkovic Savic ha timbrato il cartellino 6 volte.
Per darvi una panoramica più ampia, voglio prendere in esame i top club europei
  • LIVERPOOL: Salah è un trascinatore, ma segnano anche Manè e Firmino.
  • BARCELLONA: Messi è un mostro, ma senza Suarez e Griezmann non andrebbe da nessuna parte.
  • PSG: ha un grande talento come Mbappè, ma Icardi, Neymar, Cavani e Di Maria danno il loro contributo.
  • MANCHESTER CITY: miglior attacco della Premier, ha tra le sue file Aguero, ma sia Sterling che Gabriel Jesus sono in doppia cifra.
  • BAYERN MONACO: ho tenuto appositamente i tedeschi come ultima squadra, è il caso che più si avvicina a quello juventino, Lewandowski svetta per numero di gol, ma comunque ci sono tanti giocatori che danno il loro contributo ( è la squadra che segna di più a livello assoluto).
Oggi il calcio è questo, si vince facendo tanti gol, bisogna creare molto, ed è questo il motivo per cui una squadra ha bisogno di diversi realizzatori che ti garantiscono doppie cifre.
La Juve questa cosa non la vanta, perchè mancano i gol degli altri attaccanti, attenzione: sia Dybala che Higuain stanno disputando una buona stagione, ma non stanno svolgendo il primo compito che si chiede ad un attaccante: fare gol.
I problemi però non riguardano solo l'attacco, l'apporto del centrocampo è in calo.
Pjanic che doveva essere il giocatore imprescindibile sta deludendo, e dopo una partenza positiva appare in difficoltà. il bosniaco non ha veri e propri sostituti, quello che più si avvicina al suo ruolo è Bentancur, anche se non è un vero vertice basso. I nuovi acquisti Rabiot e Ramsey non stanno dando l'apporto sperato e Matuidi giocando tutte le partite, ne sta risentendo fisicamente.
Khedira è infortunato, e Can è stato inspiegabilmente venduto al Borussia Dortmund.
In questo caso le colpe se le deve assumere la società che è stata immobile nel mercato di riparazione, quando probabilmente qualche innesto a centrocampo avrebbe fatto comodo.
La difesa è un'altra nota dolente, i bianconeri prendono più gol rispetto agli anni scorsi, e non possiedono più quel muro che permetteva di blindare i risultati. C'è sicuramente da considerare l'assenza di Giorgio Chiellini, è un'assenza pesantissima per la retroguardia.
De Ligt avrebbe giovato un sacco a dividere il reparto con il capitano juventino, l'olandese invece si trova al suo fianco Bonucci, giocatore fondamentale in fase d'impostazione, ma che in fase difensiva non è irresistibile.
Maurizio Sarri in tutte le sue stagioni, si è sempre messo in mostra per il bel gioco offensivo, ma tutto si basa su concetti difensivi codificati, questi concetti vanno contro corrente rispetto ai dettami che i giocatori juventini seguivano precedentemente, Il primo esempio che mi viene in mente è la richiesta di Sarri di applicare la difesa a zona.
Adesso si fa la stagione, quindi la Juve è ancora in tempo per limare questi aspetti, ci vuole un messaggio chiaro della squadra, ci sono giocatori che devono adeguarsi agl'input dell'allenatore, allenatore che deve essere sempre la persona ad aver l'ultima parola. 
La fase cruciale è adesso, per cui non c'è più possibilità d'errore. Questa è una settimana fondamentale, stasera c'è la semifinale di Coppa Italia e domenica c'è il Brescia, che può essere il giusto avversario per ritrovare la vetta e ritrovare se stessa.
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mercoledì 12 febbraio 2020

I sogni del Bologna

Ve lo avevo promesso lunedì nell'analisi del periodo nero della Roma, dopo aver dovuto per ovvi motivi dare precedenza al derby di Milano, oggi vi porto l'approfondimento sul Bologna, una squadra che sta bene e si sta rivelando una squadra di grande prospettiva.
Il Bologna è una squadra che ha trovato la svolta, è coraggiosa, estremamente organizzata, con grandissima voglia di vincere. Il Bologna dopo aver battuto la Roma è arrivata a 3 vittorie consecutive e 4 successi nelle ultime 5.
Rispecchia alla perfezione il carattere di Mihajlovic, nella prima parte di stagione quello che ho elencato in precedenza ( squadra coraggiosa, estremamente organizzata e con grandissima voglia di vincere) avveniva ad intermittenza, da quando l'allenatore è tornato in panca la squadra è decollata e adesso ha una classifica particolarmente interessante.
Il lavoro sta pagando e possiamo subito vederlo nell'attacco, la squadra di Saputo ha una fase offensiva che trova gol, ed ha visto una crescita in tutti gli elementi.
Orsolini sta avendo continuità realizzativa, ed è un giocatore che è cresciuto tantissimo nel suo tipo di gioco; il rendimento di Palacio è qualcosa di pazzesco, ha da poco compiuto i 38 anni, ma è ancora un giocatore fantastico, è la guida di questa squadra grazie al suo acume tattico; infine Musa Barrow, è l'attaccante che serviva a questa squadra, è stato una grande presa nel mercato di riparazione e si è messo in luce segnando una doppietta di grande voglia.
Il Bologna si sta dimostrando un club di livello, sta investendo in maniera oculata su giovani prospetti. Lo stesso Barrow è stato acquistato per venti milioni, sforzo significativo per un club di quelle dimensioni. Il gambiano è arrivato ed ha dimostrato di essere il tassello giusto che serviva per completare questa splendida realtà.
Gli emiliani hanno rinunciato a giocatori più affermati ed esperti come Dzemaili, Poli e Medel, per dare spazio a dei giovani che si stanno dimostrando all'altezza. I vari Svanberg, Olsen, Dominguez... nonostante la giovane età si stanno facendo trovare pronti.
Altra grande idea di Mihajlovic e staff è stata quella di basare la difesa sui 4 centrali, una scelta che poteva sembrare folle, ma in realtà sta portando tanti benefici alla squadra.
Il Bologna con la Roma all'Olimpico ha vinto ancora, e adesso si trova a 33 punti in classifica, solo 6 in meno dei giallorossi. Adesso può sognare, la strada è lunga, ma questa squadra è pronta a stupirci in questa grande bagarre chiamata Serie A.
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martedì 11 febbraio 2020

Derby pirotecnico a San Siro

Ieri abbiamo ricominciato a riavvolgere il nastro della giornata di serie A raccontando la cocente sconfitta della Roma in casa contro il Bologna. Ci sono veramente tantissimi argomenti di cui parlare e sono obbligato a dover fare una scelta. La mia decisione ricade ovviamente sul gran colpo di giornata: l'Inter ha rimontato il Milan in una serata piena zeppa d'emozioni, di grande giocate, con 6 gol e 2 pali.
Il derby è cambiato al gol di Brozovic, fino a quel momento il Milan era stato semplicemente perfetto. I rossoneri hanno preparato perfettamente la partita e hanno eseguito a perfezione le indicazioni di Pioli. La coppia Bennacer - Kessie ha retto alla grande contro un'Inter che in quella parte di campo poteva mettere seriamente in difficoltà il centrocampo milanista.
Il Milan è in tutto e per tutto il suo totem: Zlatan Ibrahimovic.
Lo svedese è l'uscita sicura per la palla, è il riferimento, è lo stimolo per i compagni, ma è anche il risolutore. La società lombarda prima di domenica sera aveva segnato solamente un gol di testa, nel derby invece c'è stata un inversione di tendenza, il doppio vantaggio era arrivato grazie a una sponda a 2,50 metri di altezza e ad un colpo di testa ravvicinato, tutte e due le giocate firmate Ibra. Tutto ciò era qualcosa d'impensabile fino a qualche settimana fa.
Un successo del Milan avrebbe cambiato totalmente la stagione di molte squadre del nostro campionato. Questo però non potremo mai saperlo, perchè l'Inter è rientrato dall'intervallo con gli occhi infuocati.
Ibra ha 38 anni e di conseguenza all'interno della partita ha bisogno di prendersi delle pause, è stata proprio questa la chiave di volta nel secondo tempo. Nel momento in cui il movimento costante di Zlatan è venuto a mancare, il Milan è collassato su se stesso ed è stato ribaltato dall'Inter che ha cambiato il match con la bella conclusione di Marcelo Brozovic. La bellissima stoccata del croato ha tramortito il Milan che è andato nel pallone. Brozovic è stato il giocatore che ha segnato il gol della riscossa, ma non è l'unico giocatore che ha offerto una prestazione degna di nota.
Un giocatore (che a me piace tantissimo) come Vecino si dimostra ancora una volta all'altezza della situazione, quando è stato chiamato in causa ha sempre dato ottime risposte, ha segnato il gol del momentaneo pareggio, ma in generale ha giocato una partita di grande sostanza e sacrificio.
Se Vecino ha segnato il gol del pareggio, De Vrij ha fatto ancora meglio, ha segnato un gol favoloso, una rete in torsione mantenendo l'equilibrio in maniera impeccabile. Inoltre nel primo tempo quando la squadra di Conte imbarcava acqua da tutte le parti, lui ha più volte messo delle pezze con degli interventi decisivi. L'olandese è un vero leader di questo Inter.
Alla fine ci è stata gloria anche per Lukaku, che ha segnato il gol che ha chiuso il derby.
Eriksen non è partito titolare, è entrato a gara in corso al posto di un non lucidissimo Sanchez, e nei miei occhi brilla ancora la punizione che ha tirato il danese all'incrocio dei pali da distanza siderale.
Bisogna valutare la situazione dei portieri in casa Inter, Padelli paga il lungo periodo d'inattività e non è comunque un grandissimo secondo portiere.
L'Inter nonostante la bella vittoria, non ha tempo per festeggiare, si deve preparare allo scontro diretto con la Lazio e in mezzo ha la partita di Coppa Italia contro il Napoli. Bisognerà in tutti i modi riprendere lucidità, tutto ciò sarà facilitato dal rientro di Lautaro Martinez.
Il Milan invece deve ripartire dalla dimostrazione data, d'altronde non ci scordiamo che i rossoneri nei primi 50 minuti hanno messo sotto la capolista.
E' stato un grandioso derby, una partita fantastica sotto tutti i punti di vista, un altro momento di grande spettacolo per un campionato che quest'anno è una girandola emozionale che ci sta facendo divertire.
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lunedì 10 febbraio 2020

La crisi della Roma

E' stato una 23esima giornata di Serie A pazzesca, tante sorprese, tante partite interessanti culminate con uno dei derby più belli degli ultimi anni. Oggi scelgo di partire in ordine cronologico, e torno indietro a venerdì sera.
La giornata si è aperta con un risultato decisamente forte: il Bologna ha espugnato l'Olimpico di Roma.
Dopo le ennesime difficoltà del 2020, questa sconfitta ci dà una conferma, la Roma è in crisi.
Il Bologna al contrario certifica l'ottimo momento, dimostra d'aver trovato un'equilibrio. Il lavoro ancora una volta paga, stanno arrivando dei risultati che premiano una squadra vera. Del Bologna avremo modo di parlare in settimana, adesso mi voglio concentrare sul momento nero della società della capitale.
I giallorossi sono una squadra irriconoscibile rispetto alla prima parte di stagione, oltre che da quello che vediamo il periodo buio della Roma è sancito anche dai numeri. Nel 2020 la squadra di Fonseca ha perso 4 partite su 6 (più una in Coppa Italia).
Oltre a questo la difesa sta traballando come non mai, 11 gol subiti nelle ultime 4 gare giocate tra campionato e coppa. La Roma inoltre ha fatto 1 solo punto nelle ultime 4 in casa.
I passi indietro sono evidenti, anche perchè i giallorossi nel 2019 avevano perso solamente 5 partite.
Andiamo a vedere la partita per poi analizzarla.
La partita è rimasta viva fino alla fine con la Roma che più volte ha avuto l'occasione di riaprire la contesa. E' una partita che però è rimasta aperta per degli episodi, fin dal primo momento si è capito che la squadra ospite fosse maggiormente focalizzata. E' andato in vantaggio col gol di Orsolini, su un errore difensivo romanista, nonostante ciò la Roma era riuscita a rientrare, con l'autorete di Denswil (situazione episodica). Il Bologna è stato abile a tornare quasi immediatamente in vantaggio con il bel gol di Barrow, è andato sul 3-1 in avvio di secondo tempo con un'altra grande giocata del giocatore gambiano. La Roma ha accorciato sul 2-3 con il colpo di testa di Mkhitaryan, ma non sono bastate delle occasioni nel finale per acciuffare un pari.
La Roma al momento appare una squadra fragile, compassata, incerta e senza punti di riferimento, non assomiglia per niente alla prima Roma di Fonseca che aveva conquistato tutti.
Che la difesa sia in difficoltà è evidente, gli esterni continuano a essere rimescolati dal tecnico portoghese, contro i rossoblu è tornato titolare kolarov, mentre dall'altro lato è stato confermato Santon. Proprio l'ex dell'Inter è stato sostituito da Bruno Peres nel secondo tempo.
I due centrali sono stati disastrosi, Mancini ha sbagliato ancora, è mancato sul terzo gol del Bologna permettendo a Barrow di sterzare sul destro. Smalling, invece, ha bucato sul primo gol di Orsolini.
Kolarov dei 4 difensori è quello che più si salva, ha fatto una partita di spinta, di mentalità e d'inestimabile esperienza.
Ad esporre in questo modo la difesa della Roma c'è però un aspetto da ricercare non strettamente nella difesa, ma nel sistema difensivo della squadra. Avrete sicuramente capito che mi riferisco a Diawara, l'ex Napoli era diventato il vero bilanciere della Roma. Sta mancando tantissimo per la sua presenza fisica e tattica, ma anche per le garanzie che portava. L'assenza pesa ancora di più a causa delle non perfette condizioni di Bryan Cristante. L'ex Milan non è lo stesso giocatore di prima dell'infortunio. Nella prima parte della stagione faceva il vertice basso svolgendo al meglio la mansione.
Dopo l'infortunio accorso a Diawara, Fonseca è stato costretto a gettarlo subito nella mischia, quando magari sarebbe servito un rientro più morbido.
Passiamo alla fase offensiva che è Dzeko dipendente.
Mi spiego meglio, l'attacco della Roma si basa solo ed esclusivamente sul proprio capitano. Il bosniaco ha avuto la doppia palla del pareggio nel finale, ma ha fallito l'occasione.
Il giocatore ex City è un giocatore maestoso, leader vero, ma purtroppo è abbandonato a se stesso e non riesce a fare la differenza. In quanto a solitudine, sicuramente si sta sentendo la mancanza di Zaniolo, il talento ex primavera dell'Inter era diventato già un giocatore indispensabile per questa squadra, e la sua assenza è pesantissima. I trequartisti sono tanti, ma pochi di loro riescono a d avvicinarsi alle capacità di Zaniolo. Under nonostante provi ad essere un trascinatore, al momento non è un giocatore impattante, stesso discorso vale per Perotti che prova a volte la giocata, ma non riesce poi a lasciare il segno.
Mikhitarian se possibile ha fatto anche peggio, aldilà del gol non è mai apparso, toccando pochissimi palloni per tutta la partita. Un giocatore invece, che ha impattato bene all'ingresso è stato Carlos Perez, giocatore molto rapido e di grande qualità.
La prossima sfida sarà un'altra partita cruciale contro una diretta concorrente come l'Atalanta, bisognerà fare i conti con lo squalificato Cristante e l'infortunato Diawara. Si potrebbe provare un rimescolamento, magari mettendo la difesa a 3 per dare maggiore stabilità e inserire Carlos Perez dall'inizio dietro Edin Dzeko.
Questa squadra è spaventata, non è tranquilla e non ha più sicurezza nei confronti del proprio gioco.
Tutto questo porta a questa crisi, se la Roma vuole ambire ad un posto in Champions League, deve assolutamente resettare le idee e ripartire dalle belle trame che ci aveva fatto vedere per tutto il girone d'andata. Le risposte le potremo vedere già nel prossimo weekend quando la squadra della capitale se la vedrà contro la compagine di Gasperini.
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giovedì 6 febbraio 2020

Lazio ferma al palo!!

Quella tra Lazio e Verona di ieri sera era una partita tanto attesa quanto importante.
La squadra di Lotito aveva una grande occasione per superare l'Inter e inserirsi tra nerazzurri e Juventus. E' finita 0-0, non c'è stato il sorpasso alla squadra di Conte, ma ci sono comunque diversi temi di cui disquisire.
Sentendo in giro, ho la sensazione che molti pensino che i biancocelesti non abbiano l'organico per arrivare alla volata finale così in alto in classifica.
Sicuramente una vittoria ieri, avrebbe fatto benissimo anche psicologicamente alla squadra di Inzaghi, ma di positivo è comunque arrivato l'aggancio all'Inter.
Bisogna inoltre considerare che il Verona in questo momento è uno degli avversari più scomodi da incontrare, fa venire il mal di testa a chiunque, è una squadra che impone ritmi alti e sa benissimo come fare il risultato. Basti pensare ai problemi che ha creato a Juventus e Inter.
La Lazio non faceva 0-0 da 65 partite (quasi 4 anni fa), l'ultimo pareggio a reti bianche è datato Aprile 2016 (un derby).
In questo 0-0 in un certo senso sono mancati gli attaccanti, sia Caicedo che Immobile, hanno fatto errori non da loro, in più si è aggiunta la cattiva sorte. La Lazio ha prodotto, ha colpito 2 pali, e ha tirato 12 volte. Ha inoltre avuto 2 palle gol nitide nel recupero.
Forse è mancato l'attaccante tanto cercato, ma non arrivato a Gennaio (Giroud?).
Probabilmente avrebbe fatto comodo per inserire un giocatore fresco a 20 minuti dalla fine.
Nella serata di ieri merita i complimenti Strakosha, quando il Verona si è affacciato e ha creato dei pericoli, lui ha risposto da grande portiere.
Mi è piaciuto molto l'atteggiamento di Inzaghi, che nel post partita è rimasto molto tranquillo, confermando che questo non è assolutamente un occasione persa.
La prossima partita sarà cruciale per i laziali, affronteranno in trasferta il Parma.
Inzaghi dovrà fare a meno di Correa, Radu e Milinkovic Savic. Il primo è ancora infortunato, mentre gli altri due sono squalificati. L'assenza del Tucu si è sentita ieri, nonostante Caicedo sia un'ottima alternativa, Correa è un giocatore di caratura superiore.
Io sono abbastanza sicuro che appena si ricomporrà il quadrato magico (Milinkovic Savic, Luis Alberto, Correa e Immobile) la Lazio tornerà a volare.
L'impegno di Domenica come detto sarà importantissimo, ma la grande partita all'orizzonte è quella che si disputerà tra 10 giorni: Lazio-Inter.
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martedì 4 febbraio 2020

Come arrivano Inter e Milan al derby?

La giornata di serie A, ieri conclusa, è stata ricca di emozioni.
E' stata soprannominata la domenica dei bomber, hanno segnato i 3 principali marcatori, portando punti pesanti alle rispettive squadre.
A meno di una settimana dal derby della Madonnina, ho voglia di mettere a paragone le due partite delle milanesi per vedere come arriveranno a una delle partite più importanti dell'anno.
INTER
Partiamo dalla squadra di Conte, l'Inter ha vinto per 2-0 grazie a una doppietta di Lukaku, sul campo di un Udinese che non merita assolutamente le 3 sconfitte consecutive.
Tra Milan, Parma e Inter avrebbe meritato dei punti, ma continua a fare fatica dal punto di vista realizzativo. E' una squadra che non capitalizza, ed è il motivo principale per cui non si è ancora tirata fuori dai discorsi retrocessione. Io mi sento di dire, che con questa guida, e questi giocatori focalizzati verso l'obiettivo, la squadra friulana non avrà problemi.
L'Inter dal canto suo con questi 3 punti sofferti lancia segnali importanti. Ha avuto modo di testare già i nuovi innesti, e grazie a loro la squadra non ha dovuto giocare a mille per 90 minuti.
Ha saputo soffrire, ed è riuscito a ribaltare la partita con gli ingressi dalla panchina.
I due gol sono stati siglati da un Lukaku che si sta dimostrando sempre più leader a tutto tondo.
Dobbiamo considerare anche che la squadra di Conte ha dovuto affrontare la partita senza Handanovic (egregiamente sostituito da Padelli, che non giocava da 1500 giorni). Lo sloveno rimarrà con ogni probabilità fuori pure nel derby, e la sua assenza si sommerà a quella di Lautaro Martinez.
La partita è stato il palcoscenico del debutto di Eriksen in serie A, è stato un debutto difficile, con il danese che ha faticato parecchio, e l'Inter che ha cambiato passo proprio quando il danese ha lasciato il posto a Brozovic. Dobbiamo comunque ricordare che è arrivato una settimana fa, e si è subito dovuto inserire all'interno di un modus operandi ben delineato.
Barella risulta ancora decisivo, è stato proprio lui a creare l'occasione per il gol di Lukaku, che ha sbloccato la partita.
Segnali importanti li lancia anche Sanchez, probabilmente anche un po' punzecchiato da Conte che ha preferito Esposito a lui.
Ottima idea secondo me quella di non prendere un altro attaccante per dare maggiori minuti al 2002 Esposito, lo stesso ragazzo ha risposto bene all'investitura del tecnico leccese.
Per l'Inter questa è un'altra vittoria esterna estremamente importante per rimanere in scia.
Quella contro l'Udinese la possiamo intendere come il primo passo verso nuovi orizzonti.
L'Inter si è migliorata indubbiamente e l'ha dimostrato, adesso è chiamata a confermare queste sensazioni nell'impegno di domenica prossima contro il Milan.

MILAN
Il Milan senza Ibra (influenzato) ha interrotto la propria striscia di vittorie consecutive, ha pareggiato 1-1 contro il Verona. E' stata una partita complicata anche a causa delle assenze, ha rischiato di perderla, con il Verona che ha per ampi tratti dominato la partita incendiando San Siro.
I rossoneri si sono trovati di fronte un avversario tosto, inizialmente hanno sbandato parecchio, con l'assenza di Zlatan che si è fatta sentire.
Il Milan oltre a Ibra, ha dovuto rinunciare a Kjaer e Bennacer, giocatori importantissimi per il Milan versione 2020. I rossoneri non riuscivano a far uscire bene il pallone, Leao ha sofferto la mancanza del fuoriclasse svedese, offrendo una prestazione opaca. Nonostante una prestazione non memorabile, il portoghese quando accelera appare complicato da fermare. I miglioramenti di Leao sono evidenti.
Un'altro che ha cambiato estremamente la sua stagione è stato Rebic, il croato è diventato estremamente impattante.
Altro giocatore che conferma la sua forma è Chalanoglu, il turco ha segnato ancora, e adesso siamo a 3 gol nelle ultime 2 partite.
Castillejo è sembrato leggermente in calo, ma non si può pensare che lo spagnolo possa giocare tutte le partite al 100%.
Il problema però è dall'altra parte: Bonaventura sta attraversando un brutto momento, e Paqueta è entrato, ha riassaporato il terreno, ma ha fornito una prestazione scadente, sbagliando giocate elementari.
Un'altra nota lieta sono stati i debutti di Saelemaekers, che ha dimostrato di essere un giocatore di personalità, e di Daniel Maldini, è la terza generazione dei Maldini (Cesare, Paolo e ora Daniel).
I rossoneri nonostante questo pareggio, rimangono una squadra in crescita, e che può dire la sua nel derby.
L'Inter è alla ricerca del poker di vittorie consecutive (nel derby), mentre al Milan manca un gol per raggiungere le 300 reti (sempre nei derby). Mi aspetto un derby ad alto ritmo, con entrambe le squadre che si affronteranno a testa bassa, questo derby nonostante possa sembrare una frase di circostanza, è uno dei più importanti degli ultimi anni, con entrambe le squadre che sono impegnate in due corse molto difficili, ma allo stesso tempo stimolanti.
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venerdì 31 gennaio 2020

L'Inter suona la carica

La partita di mercoledì sera tra Inter e Fiorentina ha completato il quadro delle semifinali di Coppa Italia. La squadra di Conte ha battuto quella di Iachini per 2-1 e ora se la vedrà contro il Napoli.
Le due semifinali saranno due sfide molto gustose: oltre a Inter-Napoli si affronteranno anche Milan e Juventus. Ma torniamo alla partita dei nerazzurri.
La partita di ieri era già di per se importante, in più si attendeva l'esordio di Eriksen, che è arrivato immediatamente, con il danese che si è fatto trovare pronto.
Il primo tempo è stato brutto, partita bloccata fino al 44esimo, minuto in cui Ceccherini commette un errore, regala palla a Lautaro che trova fortunosamente Candreva che segna.
Questo gol ha messo in discesa la partita dell'Inter, che in avvio di secondo tempo ha sfiorato il raddoppio.
La Fiorentina riesce a riaprire il match grazie al colpo di testa di Caceres, ed addirittura ha pure la palla del sorpasso, a cui Handanovic si oppone.
Per risolvere le problematiche dell'Inter ci è voluto un super gol di Barella, che ha permesso ai nerazzurri di gestire il punteggio nel finale.
L'Inter è scesa in campo con un 3-4-1-2 con Sanchez dietro al duo Lautaro-Lukaku.
Molti hanno pensato che fosse una prova generale per l'inserimento di Eriksen nel modulo, invece Conte ha semplicemente spiegato nel postpartita che l'obiettivo era provare Sanchez, e tra l'altro bisognava sopperire ad alcune assenze (Sensi, Borja Valero, Gagliardini).
Andiamo al modulo: può essere un'alternativa per la squadra, ma Eriksen è più adatto a questo gioco rispetto al cileno. Il Nino Maravilla non può lavorare spalle alla porta e non può stare a 15-20 metri di distanza dall'area di rigore. Semplicemente in questo ruolo le caratteristiche dell'ex Udinese vengono molto limitate, è un giocatore che ha bisogno di vedere l'orizzonte davanti a se.
L'inter che ha in mente Conte, si è visto probabilmente con l'ingresso di Christian Eriksen, quello del danese è stato un debutto brillante, ricco di giocate di classe.
Il danese appena entrato si è messo a fare la mezzala sinistra, ed è quello il ruolo che con tutta probabilità ricoprirà.
A centrocampo Barella è stato il migliore in campo, il sardo è un giocatore che sta maturando sempre di più, deve imparare a gestire meglio la sua irruenza che spesso lo porta a prendere troppi cartellini gialli. Proseguiamo in ordine di reparto e andiamo ad analizzare un'altra prestazione positiva, stiamo parlando di Vecino, si dimostra un giocatore da Antonio Conte, è abile nei colpi di testa e sa inserirsi coi tempi giusti.
Lautaro Martinez nonostante il passo falso di domenica si conferma al top: è un giocatore indiavolato, iperattivo e iperincisivo. E' un giocatore al momento insostituibile, Lukaku e l'Inter in generale pagheranno l'assenza del toro nelle prossime due partite.
Un reparto chiave, e giustamente rinforzato nel mercato di riparazione è quello dei laterali, ieri hanno giocato titolari Candreva e Young, ma ha debuttato anche Victor Moses.
Ashley Young quando sale col pallone fra i piedi è pericolosissimo, mentre Moses è un giocatore abituato a rullare sulla fascia e deve tanto ad Antonio Conte.
Passiamo all'ultimo reparto: la difesa. Bastoni al momento è titolare, è l'unico difensore mancino in rosa, e in più Godin continua a fare fatica, soffre il ruolo e ad esempio domenica scorsa il pareggio è scaturito da un suo errore. Lo stesso Ranocchia ha dato buone risposte facendosi trovare pronto.
I nerazzurri dopo gli sforzi societari per rinforzare la rosa, hanno dato le risposte giuste, con i nuovi innesti adesso ci sono più varianti e quindi di conseguenza maggiori orizzonti.
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giovedì 30 gennaio 2020

Milan una vittoria nel segno di Kobe

Martedì sera è stata una serata lunga a San Siro, col Milan che alla fine si è preso un altro risultato positivo e ha raggiunto le semifinali di Coppa Italia. Adesso dovrà vedersela con la Juventus.
Ha piegato il Torino, trovando il pari nei minuti di recupero e poi facendolo fuori nei supplementari.
E' un risultato che significa tanto per la squadra di casa, è una vittoria che porta conferme.
Prima di analizzare il match, bisogna partire dal momento emotivamente più forte della serata, ovvero l'omaggio a Kobe Bryant. Omaggio ben fatto con una partecipazione globale. E' stato un momento doloroso per lo sconcerto del modo in cui Kobe ci ha lasciato.
Kobe lascia tantissimo al mondo del basket, ma in generale lascia tanto al mondo dello sport e non sarà mai dimenticato.
Lasciamoci alle spalle questa triste scomparsa per concentrarci sul calcio giocato.
Il Milan vince, ancora una volta all'ultimo secondo, fornisce una prestazione di carattere venendo fuori alla distanza.
Il carattere è venuto fuori proprio nel momento in cui Ibra ha messo piede in campo, lo svedese ha catalizzato energie e le ha portate alla squadra. Questo cambiamento è palpabile seguendo le partite del Milan.
Ibra non è l'unico giocatore che ha dato la svolta, ci sono le conferme di Rebic e Castillejo: il primo è un giocatore che sta dando tanto per ora, mentre il secondo trasuda voglia di essere protagonista, si dà molto da fare ed è un acceleratore di gioco, una figura che tanto serviva alla squadra di Pioli.
Nell'articolo dell'altra volta (https://sportivandoo.blogspot.com/2020/01/milan-un-inizio-di-2020-col-turbo.html) scrivevo di Bonaventura e Chalanoglu, e del fatto che non avessero particolarmente convinto nelle precedenti occasioni, ebbene ieri anche loro hanno dato risposte importanti: Bonaventura (nonostante sia stato discontinuo all'interno della partita) ha aperto le danze, mentre il turco ha regalato il successo ai rossoneri con una bella doppietta.
Stefano Pioli deve essere soddisfatto, tutta la squadra sta rispondendo alla grande, con il 20enne portoghese Leao che ha fornito un'altra presenza che testimonia una grande crescita sul piano della focalizzazione, della partecipazione; è un giocatore che quando parte diventa inarrestabile.
Il portoghese è il vero intoccabile di questa formazione, è una risorsa troppo importante e sta migliorando pure dal punto di vista della continuità.
Risultati immagini per kobe milanPurtroppo il neo rimangono gli esuberi, sembrerebbero definite le cessioni di Suso al Siviglia e di Ricardo Rodriguez al PSV, rimangono da piazzare Piatek (sembrerebbe vicino all'Herta Berlino) e soprattutto Paqueta che sta passando un brutto periodo personale.
Intanto, il cambio di passo c'è stato ed è abbastanza chiaro, 0 sconfitte nel 2020, una classifica in serie A che sta migliorando di settimana in settimana e una semifinale di Coppa Italia raggiunta. In campionato adesso i rossoneri sono attesi da una partita complicata (Hellas Verona) che potrebbe definitivamente far uscire il Milan da quel tunnel che tanto buio era sembrato nei mesi scorsi.

mercoledì 29 gennaio 2020

L'Inter ha finito la benzina?

Domenica difficile per l'Inter, è arrivato un pareggio casalingo contro il Cagliari. Proprio il Cagliari che era stato battuto di recente e nettamente a San Siro in Coppa Italia ed era senza vittorie da 7 partite.
Non sono bastati questi dati, i nerazzurri hanno pareggiato le ultime 3 partite, arriva dunque un'altra frenata.
Questa partita conferma il momento di difficoltà dell'Inter e inoltre sono emersi diversi problemi.
Andiamo intanto ad analizzare il match: Partita finita 1-1 con l'Inter che aveva trovato il vantaggio grazie a Lautaro Martinez. Handanovic ha salvato più volte la porta e l'Inter ha creato occasioni da gol per chiudere la partita, ma non è bastato.
La partita si può dividere in maniera netta in due parti: i primi 70 minuti e gli ultimi 25, con l'Inter che è andata abbassandosi sempre di più fino a quando non si è fatta schiacciare.
Il pareggio dei sardi, ha innervosito tanto i padroni di casa, con Lautaro che si è beccato il cartellino rosso e salterà il derby tra due giornate. In questa maniera l'argentino macchia un periodo d'oro dal punto di vista personale.
Lo stesso nervosismo si è riversato su Conte, che ha deciso di non prendere parte alla conferenza stampa nel post partita.
Il problema principale dell'Inter, risulta essere il gioco, l'azione classica della squadra di Conte è estremamente diretta, e si basa sulla palla servita in verticale per gli attaccanti.
Questa è una delle due risorse di cui fa uso l'Inter, l'altra è il cambio di gioco sugli esterni. I nerazzurri proprio sugli esterni si sono potenziati, sono arrivati Young e Moses, con il terzino inglese che già domenica ha fornito un assist molto preciso per il gol di Lautaro Martinez.
Questo sulle fasce è comunque un gioco molto dispendioso, essendo arrivati a metà anno, la fatica comincia a chiedere il conto. Il modo di giocare sta diventando anche prevedibile, e non è un caso che le ultime tre squadre che si sono trovate l'Inter contro, abbiano schierato la difesa a tre. Si preferiscono 3 difensori per avere maggiore copertura sui 2 attaccanti interisti.
effettivamente questa mossa paga, perchè la coppia d'oro Lautaro-Lukaku ha segnato solamente 2 gol nelle ultime 3 partite (entrambi segnati dall'argentino).
Con i nuovi innesti bisognerà trovare nuove varianti di gioco, per risultare meno prevedibili.
Il nome più indicato è ovviamente quello di Christian Eriksen: il giocatore giusto per questo tipo di necessità e per questo genere di squadra. Il danese sarà indubbiamente chiamato a fare la mezzala.
In quel ruolo può portare tante cose in cui l'inter pecca: Può portare lavorazione del pallone, maggiore quantità del possesso palla, inoltre è una mezzala che salta l'uomo, una mezzala che sa passare la palla coi tempi giusti e uno che sa anche concludere con decisione.
Insomma con l'ex Tottenham si possono fare tante cose in più, che darebbero la possibilità di giocare maggiormente la partita e non solo di aggredirla.
Già stasera però l'Inter dovrà affrontare un momento importante della stagione, infatti dovrà giocare il quarto di finale contro la Fiorentina. Fin da subito potrà provare a dare risposte dirette alla Juventus che la settimana scorsa (sempre in Coppa Italia) ha eliminato la Roma di Fonseca.
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sabato 25 gennaio 2020

Milan un inizio di 2020 col turbo

Tantissimo calcio, nel weekend, e come promesso tanti appuntamenti sul blog. La giornata di serie A ha preso il via nella serata di ieri con il successo del Milan sul Brescia.
Per il Milan si tratta della quarta vittoria consecutiva tra campionato e Coppa Italia.
E' una vittoria non particolarmente convincente, ma importante, in primis alza la classifica, ma porta  pure conferme sia sul piano della continuità (fondamentale per aprire orizzonti europei), ma anche sul piano dei progressi che sono in crescita costante.
Dopo la vittoria roboante contro l'Udinese, quelli di Brescia sono stati 3 punti di solidità e di mentalità.
Il Milan ha giocato una partita da grande squadra, sapendo soffrire e segnando in una delle prime occasioni utili. Altro dato che sottolinea i progressi del Milan è la statistica sui gol subiti: i rossoneri hanno tenuto la porta inviolata in 3 delle ultime 4. Grande merito di tutto ciò va a Gianluigi Donnarumma che nonostante l'errore della settimana scorsa, sta disputando un campionato ottimo e le sue parate sono risultate ancora una volta decisive.
Se c'è un giocatore che nelle ultime 2 partite ha portato 6 punti importantissimi al Milan, quello è Rebic, ancora una volta è entrato dalla panchina, ancora una volta ha insaccato la palla in rete. Gol di fame, d'opportunismo e di presenza.
La presenza di Ibra risulta ancora una volta determinante, nonostante un brutto gol sbagliato,  ha anche fatto diverse giocate importanti.
Leao nonostante il cambio nel secondo tempo ha mostrato ancora una volta qualità sopra la media, da alcune sue accelerazioni sono scaturite le azioni più importanti del Milan. Ancora gli manca la continuità per diventare un grande giocatore.
Altre certezze le possiamo trovare in Theo Hernandez, ancora prorompente e quando accelera diventa devastante.
Altro giocatore totalmente recuperato è Castillejo, lo spagnolo incendia il contropiede, ma è bravo pure a tornare a dare una mano (cosa che Suso na faceva mai).
Non ci sono solamente cose positive in questo Milan, le cose certamente sono migliorate, ma c'è ancora qualcosa da chiarire.
Il comparto di centrocampo, specialmente l'esterno sinistro ancora non ha un padrone, sia Bonaventura che Calhanoglu non hanno convinto. Questa è una posizione molto delicata, che secondo me potrebbe essere occupata pure da Paqueta.
Va trovata assolutamente la soluzione per i 3 più grandi esclusi, ovviamente mi riferisco a Piatek, Suso e proprio Paqueta.
Infine, questo nuovo sistema ha migliorato il gioco offensivo, ma espone il centrocampo a un lavoro estremo e troppo dispendioso, ancora una volta Kessie e Bennacer hanno sofferto troppo.
Il Milan ha trovato una vittoria importante, in una partita importante, ma in questo weekend ci saranno tantissime cose di cui scrivere, per cui rimanete connessi per tutti i nuovi articoli del blog.
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