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sabato 24 febbraio 2018

Commento ritorno sedicesimi di Europa League: La serata delle rimonte mancate

La serata delle rimonte mancate: rispetto a quanto visto nelle gare d'andata, solamente Lazio e Zenit S.Pietroburgo sono riuscite a ribaltare il parziale svantaggio maturato nei primi novanta minuti.
Detto questo, ma quanto ci siamo divertiti?
Leviamoci subito di torno le scontate conferme: bene il Milan in una fredda sgambata di mezza settimana, con la sorprendente freddezza di Borini da attaccante esterno (in rete per la terza partita consecutiva), nessun problema per l'Atletico Madrid contro il Copenaghen (1-0), divertimento d'altri tempi a Lisbona, dove Sporting e FC Astana, in virtù della netta vittoria dei portoghesi all'andata, si godono una serata leggera nelle gambe e nella mente (3-3) e ottima prova per la Lokomotiv Mosca, che afferma nuovamente la propria superiorità nei confronti dell'OGC Nice (1-0).
Capitolo ribaltoni: come previsto, alla Lazio sarebbe bastato riacquistare ordine mentale, sicurezza e formazione titolare per superare un avversario a dir poco modesto come l'FCSB (5-1). I biancocelesti non partono certo in prima fila (e neanche in seconda) per la vittoria finale, tuttavia, in una competizione dove spesso conta maggiormente produrre offensivamente, può dire la propria, calendario permettendo. A 3000 km di distanza da Roma, lo Zenit S.Pietroburgo cancella l'opaca prestazione dell'andata e demolisce un Celtic Glasgow troppo rinunciatario: nessuno chiedeva alla squadra di Rodgers di superare il turno contro una formazione decisamente più esperta e quotata come quella di Roberto Mancini, tuttavia dopo il vantaggio maturato al Celtic Park ci si aspettava una prova più coraggiosa. Sono giovani, torneranno (cessioni permettendo).
Felici conferme: quella del Viktoria Plzen, formazione dominante in patria (15 vittorie, 2 pareggi e nessuna sconfitta in 17 gare totali) che sta trovando conferme anche in campo internazionale, grazie prima al girone chiuso al primo posto e poi agli ottimi 180 minuti di questi sedicesimi, per lo più trascorsi in controllo di un avversario volenteroso ma sostanzialmente inferiore come il Partizan. Ma anche quella del RB Salisburgo, la vera sorpresa di questo primo turno eliminatorio: dopo essere uscita imbattuta dall'Estadio de Anoeta (2-2 all'andata), la formazione del tedesco Rose timbra il passaggio del turno con una bella vittoria sulla Real Sociedad. Ripetiamo, tenete d'occhio questa compagine perchè ricca di grande talento: nella serata di ieri si sono messi in luce il bomber israeliano Dabbur, richiesto da mezza Europa (ma chissà, destinato a sostituire Werner a Lipsia?), il coreano Hwang, un motorino nel traffico creato dai baschi davanti all'area di rigore, abile prima nel provocare l'espulsione del centrale Navas e poi nel guadagnare un calcio di rigore e il terzino destro Lainer, autore del primo assist vincente. Infine, prova di forza dell'Olympique Lyonnais in uno scontro equilibrato solamente sulla carta contro il Villareal CF: complimenti a Genesio per aver ri-disegnato funzionalmente una squadra smembrata dal mercato negli uomini più importanti, consolidando il valore internazionale di Bertrand Traorè sull'esterno destro, portando alla ribalta il talento di Mariano Diaz come centravanti e riportando al centro del villaggio un grande talento come Memphis Depay, il tutto giostrato da capitan Fekir sulla trequarti (24enne con il carisma di un 30enne).
Pericolo scampato per l'Athletic Bilbao, nella stagione più difficoltosa degli ultimi anni, considerando l'elevato livello internazionale raggiunto dai baschi nell'ultimo decennio. La formazione di Ziganda viene travolta dal coraggio dello Spartak Mosca di Massimo Carrera che, dopo la sconcertante prestazione dell'andata (1-3 a Mosca), vanno vicini all'impresa con le reti di Luiz Adriano e Melgarejo, tuttavia mai avvicinandosi concretamente alla definitiva marcatura di qualificazione. Memento per Lazio e Milan: i baschi rappresentano un ottimo compromesso con la sorte per gli ottavi di finale. Sospiro di sollievo anche per l'Olympique Marsiglia: la formazione di Garcia si conferma labile dal punto di vista mentale e della personalità, perlomeno in campo europeo, e cade sul campo di un ottimo Sporting Braga, che esce a testa alta da una competizione che ha visto la formazione portoghese capitolare rovinosamente solamente in un'occasione (al Vèlodrome nella gara d'andata). Fatico a inquadrare l'OM: formazione di ricchissimo talento, ma poco convincente sotto l'aspetto della continuità. Grande rammarico per l'SSC Napoli: come anticipato prima dell'andata, i valori in campo avrebbero potuto premiare i partenopei se supportati da un'adeguata preparazione mentale all'appuntamento. Così non è stato e la bella vittoria ottenuta in Germania ha un sapore ancor più amaro di quanto non possa sembrare. Ma soprattutto, che rischio per l'Arsenal: dopo la facile e pronosticata vittoria sul campo dell'Ostersunds, imbarazzante prova dei Gunners davanti al proprio pubblico, andando sotto di due gol nei primi venticinque minuti di gioco e mettendo così in serio pericolo la qualificazione per quasi un'ora, fino alla salvifica rete di Kolasinac. L'avventura europea dell'Ostersunds, iniziata il 13 Luglio 2017, si chiude allo stesso modo: con un'impresa. La vittoria sul campo dell'Arsenal è solamente l'ultimo atto di una meravigliosa odissea che ha visto gli uomini del prof.Potter superare, oltre agli inglesi, avversari della caratura di Galatasaray, PAOK, Hertha Berlino e Athletic Bilbao: speriamo di rivederci.
Infine, epiche battaglie: quella di Kiev, tra due formazioni abituate a buttare il cuore oltre l'ostacolo per compensare qualche limite tecnico come Dynamo Kyev e AEK Atene, in una sfida che ha visto una decina di occasioni da gol, da una parte e dell'altra, malamente scialacquate dagli interpreti in campo. Lo 0-0 finale premia gli ucraini per il gol in trasferta segnato nel pareggio di Atene: l'AEK esce nel modo peggiore, ovvero da squadra imbattuta nella competizione (SETTE pareggi e UNA vittoria nel torneo per i greci: meraviglioso). Ma soprattutto, quella di Bergamo (ops, Reggio Emilia): Gasperini, ospite a Sky Calcio Club nella domenica precedente all’incontro, aveva ammesso/dichiarato come ritenesse indispensabile segnare almeno due reti al Borussia Dortmund per passare il turno. Mai fu più profetico. Il doppio confronto tra tedeschi e bergamaschi è andato a premiare la qualità dei singoli piuttosto che la forza del gruppo: Burki fa un miracolo sul Papu Gomez e impedisce il doppio vantaggio atalantino, Berisha perde il pallone e Schmelzer non si fa pregare due volte.
Mi dispiace chiudere in modo banale, ma non trovo parole migliori se non quelle di Gary Lineker: "Il calcio è un gioco semplice: ventidue uomini rincorrono un pallone per 90 minuti e, alla fine, vincono i tedeschi".
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