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giovedì 8 febbraio 2018

Mihailovic e l'infanzia difficile

"Quando è scoppiata la guerra, i miei genitori non volevano andare via da casa. Sarà che l'avevano costruita loro. Io li chiamavo sempre per andare via ma loro niente, ripetevano "Noi non abbiamo fatto niente di male". Ma era lo stesso pericoloso. Un giorno il mio miglior amico, un croato che per me era un fratello, andò a casa dei miei e gli disse: "Voi dovete andare via perchè non è più casa vostra!". Mio padre non riusciva a capire e lui continuò "se non andate via vi ammazziamo" e poi andò via. Tornò dopo altri due giorni e li trovò ancora lì. Allora prese la pistola, andò davanti la mia foto con la Stella Rossa e sparò sulla mia immagine. E i miei a quel punto si spaventarono e si arresero. Presero l'ultimo treno e scapparono via venendo da me. Una volta usciti il mio amico gettò una bomba distruggendo la mia casa. Io per tanto tempo mi sono domandato come fosse possibile che lui, che era mio "fratello", avesse fatto una cosa simile. Sono rimasto con questo dubbio per quasi 10 anni. Poi un giorno, nel '99 ero a Zagabria per la prima partita tra le nazionali di Croazia e Serbia dopo la fine della guerra. E lui venne nell'albergo in cui eravamo noi della Serbia e mi disse "Tu sai tutto quello che è successo, ma voglio spiegarti. Tutti sapevano che io e te eravamo migliori amici e mi avevano detto che dovevo dimostrare di essere croato altrimenti mi ammazzavano. Per dimostrarlo dovevo buttare giù la casa dei tuoi genitori. Io ho fatto il gesto sulla tua foto perchè i tuoi non volevano andare via. Dovevo buttare giù la casa, ma non volevo farlo con i tuoi dentro. E ho cercato così di salvare i tuoi genitori." E io l'ho ringraziato perchè oltre a salvare la sua vita ha salvato quella dei miei. Chi se ne frega della casa...
Ero tornato in passato nel mio paese dopo che i serbi lo avevano "liberato". Non c'era più nulla, erano solo macerie. Poi arrivai nella zona dove era casa mia, ma non riconoscevo nulla. Poi successe una cosa che non scorderò mai: si avvicinarono due bambini di 10 anni con i mitra in mano. Ricorderò sempre i loro occhi. Erano gli occhi tristi di chi aveva vissuto tutto tranne l'infanzia".

SINISA MIHAILOVIC
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