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giovedì 22 febbraio 2018

Commenti sulle quattro partite di Champions League

La partita che non ti aspetti:
✓dalla formazione iniziale del Chelsea con l’introduzione dei tre piccoli davanti, non tanto come arma offensiva ma per un miglior confronto diretto uomo su uomo, anatonicamente e muscolarmente paragonabile;
✓dalle statistiche generali fuorvianti, che indicherebbero il classico dominio territoriale catalano ma che mai si presentano così lontane dall’andamento reale della gara, cadenzato da uno sterile e lento possesso palla degli ospiti e da letali ripartenze dei Blues;
✓fino all’unica conferma rispetto a quanto preventivato nel pre-gara: l’ennesimo blackout mentale nel contesto difensivo stagionale del Chelsea, che va a rovinare una prestazione al limite della perfezione. Il treno della qualificazione sembra ormai passato per il Chelsea e Antonio Conte, al Camp Nou cambieranno quel contesto e quelle distanze che hanno favorito l’odierna prestazione.
Nell’altro match, il solito Bayern rifila la solita cinquina al solito malcapitato avversario degli ottavi di finale di Champions League.

È difficile trovare qualcosa in cui l’AS Roma sia stata effettivamente superiore in questa serata: NON nella prestazione, frammentaria, veramente positiva solamente per una ventina di minuti nel corso del primo tempo, NON nella pericolosità offensiva, derivata per lo più da errori individuali degli avversari piuttosto che da efficacia di manovra, NON nella tenuta mentale, estramemente labile, facendo emergere tutto il proprio lato umorale e lunatico alla prima difficoltá e sorprendentemente NON nella tenuta fisica, soffrendo non poco la rapiditá e la brillantezza tecnica di una squadra che approcciava la seconda partita ufficiale a distanza di due mesi.
La sconfitta è meritata e sicuramente riduttiva: Di Francesco deve ringraziare in parte il proprio portiere e in parte la scarsa freddezza degli attaccanti avversari se il risultato si sia mantenuto, tutto sommato, in fiducioso equilibrio.
L’evidenza delle reali forze viste in campo non determinerebbe perplessità se non ci trovassimo a Febbraio, dopo una pausa forzata di due mesi da partite ufficiali per gli ucraini: complimenti a Paulo Fonseca o accuse a Di Francesco? Non abbiamo i mezzi per poter giudicare.
Di positivo c’è solo il risultato.
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