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Juventus, CR7 prove di addio: Storia di un'amore mai decollato

 Rispetto, passione e voglia di vincere . Tre pensieri che accomunavano la Juventus e Cristiano Ronaldo tre anni orsono e che sono stati f...

giovedì 29 novembre 2018

Eriksen e Son l'hanno risolta

In assenza di Son e Eriksen, l'Inter avrebbe tranquillamente portato a casa il risultato.
Appena i due campioni hanno solcato il terreno di gioco la musica è cambiata, e una partita che era pienamente in controllo per i nerazzurri, col passare dei minuti ha cominciato a pendere dal lato dei londinesi.
Per gli uomini di Spalletti c'è molto poco da recriminare, hanno giocato una partita praticamente perfetta (e non era per niente facile), sbagliando solamente in occasione del gol di Eriksen, dove hanno fatto girare Alli con troppa tranquillità in area di rigore.
Spalletti ha impostato una partita di gestione, cercando di rallentare il ritmo per quanto possibile e sperando, di trovare il gol in contropiede.
Pochettino probabilmente si aspettava una Inter di questo tipo, il tecnico argentino ha accettato la strategia avversaria, salvaguardando l'integrità fisica dei propri fuoriclasse, per poi affondare nel momento opportuno.
Nel calcio d'oggi molto spesso sono i tre cambi a fare la differenza: se due di questi prendono il nome di Son ed Erikson, facile che qualcosa di positivo possa accadere.
Il merito principale di Pochettino è quello di aver creduto nuovamente in un giocatore come Sissoko, che era stato messo da parte in precedenza.
Il ruolo di Sissoko, schierato davanti la difesa ha permesso di minimizzare le incertezze tecniche di cui soffre, premiando al contrario le sue caratteristiche principali, ovvero progressione e forza fisica.
Quindi il francese è diventato l'ago della bilancia, in una squadra costruita intorno ai palleggiatori.
Sissoko riesce a garantire qualche soluzione offensiva in più, grazie alla tonicità e testardaggine con cui si lancia in avanti con la palla tra i piedi, ma anche, allo stesso tempo, a mettere una pezza nelle situazioni potenzialmente pericolose.
Detto questo ciò che conta è la classifica e il Barcellona, farà il proprio dovere contro gli Spurs: dovrà essere l'Inter a non perdere la calma davanti al proprio pubblico, contro un PSV che può avere tutta la voglia del mondo, ma allo stesso tempo resta parecchio lacunoso.
Quindi per una volta servirà un'Inter battagliero e concentrato dal primo all'ultimo minuto.
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martedì 27 novembre 2018

I Los Angeles Clippers stanno sorprendendo

I Los Angeles Clippers sono probabilmente la squadra che sta sorprendendo più di tutte, nelle prime 19 partite hanno un record di 13-6 che vale il primo posto nell'agguerrita Western Conference.

I Clippers sono una squadra con uno dei roster più profondi della lega, senza una superstar, ma per ora sono la compagine più continua, che sta approfittando dei passi falsi delle squadre sulla carta più blasonate.
Se andiamo ad analizzare il roster possiamo notare che il punto di forza teoricamente sarebbe la difesa, infatti nessun'altra squadra può vantare di avere difensori del calibro di Bradley, Beverley, Harrell e Mbah a Moute.
In realtà se leggiamo le statistiche i losangelini figurano come 6 miglior attacco della NBA, mentre dal punto di vista difensivo si trovano solamente al 12esimo posto.

Dal punto di vista offensivo, hanno giocatori come Harris che è in scadenza ma che sta facendo una stagione molto buona, hanno Harrell (fino ad ora il Mip), che non avrà grandissimo talento, ma gioca ogni partita come se fosse indemoniato, c'è Williams che non sta mantenendo le medie superbe dell'anno scorso, ma nei momenti decisivi è glaciale e poi c'è Gallinari che fino ad ora (18 partite giocate) sta giocando la miglior stagione in carriera sotto quasi tutte le voci statistiche.
Merita una menzione d'onore anche il rookie Gilgeous-Alexander, un giocatore con ampi margini di miglioramento che sa fare un po' tutto e a cui Rivers sta concedendo tanto spazio.
Proprio quest'ultimo citato, ha probabilmente il merito più grande per questo inizio di stagione, Doc sta facendo un egregio lavoro, e sta decidendo col passare delle partite su chi puntare e su chi no.
Sicuramente il fatto che nell'era della Lob City con Griffin, Jordan e Paul non avevano mai avuto un inizio del genere fa sorridere, ma probabilmente la spiegazione sta nel fatto che questa stagione il roster non abbia una vera superstar, quindi il gruppo è più facile da allenare e quindi Rivers riesce ad avere riscontri positivi che si tramutano poi in vittorie.
Molto probabilmente non finiranno al primo posto nella Western Conference, ma una squadra che batte Oklahoma City, Houston(due volte), Milwaukee, Golden State, San Antonio e Memphis merita attenzione e rispetto.
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lunedì 26 novembre 2018

La capitale in difficoltà dal punto di vista calcistico

La Capitale delle occasioni perse e degli ormai sempre più continui vorrei ma non posso. La Lazio spreca un'occasione d'oro. Contro un Milan incerottato crea gioco, conclude (poco), va sotto e la riacciuffa all'ultimo secondo. Quarto posto confermato e pareggio raggiunto con i nervi le uniche note positive. L'assenza tecnica e fisica - rispettivamente - di Alberto e Savic ormai prolungata, nonostante la loro presenza regolare in campo, si fa sentire, con una squadra diventata d'un tratto normale. Vittorie con le squadre più deboli, sconfitte con quelle più forti (Inter, Napoli, Juventus e sulla carta Roma). Elogio alla normalità che sa di continue occasioni perse. Verranno tempi di magra e i punti messi in cascina ora avrebbero fatto comodo. Se Atene piange, Sparta non ride. In estate la squadra viene privata di 2/3 dell'asse portante dell'undici in campo. Sulla panchina siede un allenatore che fa dei dogmi tattici un suo punto di forza. Si pretende che, l'equazione "sostituisco un giocatore con un pari ruolo", produca effetti come alla PlayStation. Al diavolo le sinergie tra giocatori, il carisma dei ceduti, il loro apporto tecnico e tattico. Ecco, Di Francesco avrà anche i suoi limiti, consistenti nel non rendere oro una squadra che potrebbe lottare al massimo per l'argento, ma è colpevole in concorso con la società. I risultati dissonanti tra campionato e Champions derivano anche dall'approccio, che gli avversari della Roma impongono alle partite. Con squadre chiuse come l'Udinese, i giallorossi faticano incredibilmente. Monchi e chi per lui avrebbero dovuto capirlo a suo tempo, conoscendo potenzialità e limiti dei giocatori presi in relazione a quelle del proprio allenatore.

mercoledì 21 novembre 2018

Italia vince di misura ma convince

Una vittoria che fa bene al morale e...per il ranking.
Vincere aiuta a vincere e togliersi dal groppone il tormentone della pareggite, è un antidoto fondamentale contro gli opinionisti da salotto. La prossima partita è a Marzo 2019, ma la sensazione generale è che sarebbe stato bello avere un'altra partita della nazionale, come a prenderci gusto. Mancini prosegue a grandi passi nella campagna di allargamento della rosa e le amichevoli alla portata lo permettono. La linea guida intravista, comunque, è quella di mantenere uno zoccolo duro di giocatori sempre presenti (es. Verratti, Barella, Bonucci, Chiesa anche se per un tempo), funzionali alla quadratura del cerchio trovata dal ct di Jesi. Il gol nel finale è solo il coronamento di un percorso appena iniziato, che non sarebbe cambiato neanche con il pareggio. Particolare che sia venuto da un giocatore, che ha fatto il salto di qualità proprio in questa stagione. Politano si è calato benissimo nella realtà più complessa di un grande club, in termini di pressione, rendimento e difficoltà dei match. L'amichevole di per sè poi è stata godibile, anche per merito degli Stati Uniti, molto reattivi nelle ripartenze e pericolosi sui calci piazzati. Fondamentale adesso è non sacrificare questa via sull'altare del "resultantismo". Per concludere, Mancini non sarà il miglior Ct sulla piazza, ha sbagliato qualche mese fa nel cavalcare l'onda nazionalista della presenza di italiani nei club di A, ma sta dando un senso al suo ruolo e all'incarico conferitogli: dare sfogo al cambio generazionale, creare un ciclo, in prospettiva di essere gli outsider di lusso nella corsa agli Europei.

giovedì 15 novembre 2018

Ventura, comportamento imbarazzante

Tra qualche anno ricorderemo Ventura come un uomo piccolo piccolo, ma non tanto per il fallimento con la nazionale, che è una cosa prettamente sportiva, ma per la presa in giro nei confronti del Chievo, che anzi, nonostante Ventura avesse mancato il Mondiale gli ha voluto regalare un'altra possibilità.
La scelta di lasciare non è a parer mio casuale, il tecnico genovese si era dato le quattro partite con Atalanta, Cagliari, Sassuolo e Bologna come primo checkpoint su cui fare un bilancio per il prosieguo della sua avventura all'ombra dell'Arena di Verona, perchè riteneva che qualora non fossero arrivati risultati in queste partite importanti qualsiasi altro tentativo di rincorrere la salvezza sarebbe stato vano.
Certo, la squadra è quella che è, la rosa rimane con molte lacune nei vari reparti.
Quest'ultimo concetto, non giustifica però Ventura, che aveva preso un'impegno con la società e non l'ha rispettato, umiliando la dignità sportiva dei giocatori, dei tifosi e ovviamente del presidente Campedelli, che in mega difficoltà sotto mille aspetti credeva veramente in un progetto per risollevare le sorti di questa società.
Ventura in questa maniera ha calato la maschera, macchiando la propria carriera di una (ulteriore??) nefandezza francamente indegna per qualsiasi categoria.
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mercoledì 14 novembre 2018

Quanto è importante Ilicic per Gasperini

Al termine di Chievo Atalanta, terminata con il punteggio simil tennistico di 1 a 5 (tripletta di Ilicic), Gasperini sottolineò l'importanza dello sloveno nello scacchiere tattico bergamasco, e la fine (forse) di un periodo buio e di assestamento "mentale" per la Dea. Tralasciando numeri e vittorie (la 4° consecutiva, dopo il 4 a 1 all'Inter), l'Atalanta infatti può essere tranquillamente presa ad esempio come formazione, squadra e società, che si trova ad affrontare quel salto di qualità da realtà provinciale di medio/bassa classifica a medio/alta classifica. Non si può certo banalizzare tutto ad una questione di mentalità, perché è la qualità dei giocatori che scende in campo, ma il contraccolpo per l'uscita prematura dall'UEL, a vantaggio del Copenaghen, ha pesato. Sempre Gasperini, dopo il Chievo, ammise la delusione evidente del gruppo per un obiettivo stagionale sfumato, in virtù di averlo assaporato lungamente la stagione precedente (uscita ai sedicesimi contro il Borussia Dortmund), quasi a voler giustificare i numerosi passi falsi accaduti dopo quell'evento. Non che l'Atalanta avesse sfornato prestazioni sottotono nel periodo incriminato (da Settembre ad inizio Ottobre), ma è evidente che anche l'assenza di alcuni uomini chiave (Ilicic e Zapata su tutti, oltre che un Gomez a mezzo servizio), incise. Qui, in questa piccola crepa, si innesta tutto il succo del discorso. Quando la mente di giocatori, staff e società vola verso obiettivi ambiziosi, scendere a patti con la realtà, tramortiti dalla crudezza del risultato, è dura. Serve profondità di rosa, qualità degli interpreti e soprattutto assestamento mentale, la cui durata evidenzia la distanza in essere verso il raggiungimento del percorso di crescita iniziato dai bergamaschi. Ovvio che esistano molteplici attenuanti a sfumare questo pippotto del lunedì mattina, tra le quali un mercato impostato sul player trading e la massimizzazione delle plusvalenze possibili dei giocatori in rosa, ma ritengo che questo sia lo scalino che Gasperini, giocatori e società debbano compiere, per diventare habitué dei piani alti della A, senza più faticose rincorse autunnali o primaverili.

domenica 11 novembre 2018

Der Klassiker termina 3-2 per il Borussia

Difficilmente assisteremo a una sfida migliore di quella tra BVB e Bayern Monaco di ieri sera.
Il risultato premia la squadra che ha giocato meglio, in una partita giocata sul peso delle proprie convinzioni tattiche, piuttosto che sull'annullamento dell'avversario.
Grazie a questo successo il Dortmund raggiunge il primo checkpoint stagionale, che vale la consapevolezza di poter battere chiunque con le proprie armi, ma soprattutto impartisce una sonora lezione alla diretta avversaria sul piano prettamente sociale.
Entrambe le società si sono affidate a due allenatori alla prima vera esperienza ad altissimo livello.
Entrambe le rose sono costituite da due blocchi: quello dei veterani, contrapposto a quello dei giovani, ma solo la formazione giallonera può contare sulla forza del gruppo.
A Monaco lo zoccolo duro non è più in grado di fare la differenza e in più non lo vuole neanche accettare.
Dall'altra parte invece giocatori come Sancho, Zagadou, Larsen, Hakimi, Pulisic e Dahoud sono al centro del progetto.
La situazione del Bayern è un ossimoro vivente, tra la complessità attuale e la semplicità di soluzione.
In una realtà collocata tra un allenatore incapace di creare i presupposti affinchè tutti possano trovare realizzazione , un rinnovamento generale francamente deludente e un gruppo di veterani deleterio se non in grado di accettare la propria condizione, il punto di partenza dovrebbe essere quello di sistemare al più presto una di queste problematiche.
Facile comprendere quale possa essere risolta nel minor tempo possibile.
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giovedì 8 novembre 2018

Lo United vince in maniera sporca all'Allianz Stadium

Non chiudere le partite è segno di immaturità. E se un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma non troppo.
Lo United la vince in maniera sporca, sicuramente immeritata per quanto visto in campo, ma la vince.
Non basta un Ronaldo intelligente, fenomenale tanto per il gol, quanto per la pulizia delle giocate in campo.
Non bastano i pali a giustificare una sconfitta. Gli ospiti dimostrano che in campo europeo, specialmente con squadre del tasso tecnico mediamente elevato, la fortuna aiuta gli audaci ed i cali d'intensità mentale non sono ammessi.
Lo ha dimostrato l'altro ieri il Napoli nel primo tempo, lo ha dimostrato l'Inter in positivo, recuperando un match sostanzialmente chiuso. In questo risultato, parte della responsabilità è imputabile ad Allegri, reo di aver inconsciamente dato il segnale alla squadra, di tirare i remi in barca con il cambio di Barzagli - De Sciglio.
Leggevo giorni fa, di come il tecnico livornese insista molto sulla qualità dei giocatori e del gruppo nel comprendere ed interpretare le varie fasi di un match. Rimandato.
D'altro canto Mourinho sorride giustamente, aizza la folla da personaggio qual'è e nasconde così sotto la sua ala protettiva i limiti di una squadra messa sotto per 80 minuti.
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domenica 4 novembre 2018

Palermo: Vittoria al cardiopalma per la vetta del campionato

Nonostante la temuta allerta meteo, a causa della pioggia caduta in maniera torrenziale nella giornata di ieri, con conseguente scomparsa di 12 persone, la partita si gioca regolarmente.
Il primo tempo è equilibrato, con la squadra calabrese che gioca a viso aperto senza particolare timore reverenziale. Per la verità il Cosenza nella prima metà di gara non crea molto, l'unica occasione degna di nota è quella al 12' di Maniero, che su errore di Struna sfiora il gol del vantaggio tirando di poco a lato.
Il Palermo, non riesce a trovare i varchi giusti, anche grazia all'abilità del Cosenza nel chiudere gli spazi e il centrocampo rosanero fatica a trovare gli attaccanti.
I cosentini marcano in maniera asfissiante e i rosa sono poco lucidi e non riescono a trovare la chiave giusta per scardinare la difesa avversaria.
Nel secondo tempo il match rimane praticamente uguale, nonostante le grandi energie spese nel primo tempo tiene bene il campo e continua ad imbrigliare il gioco del Palermo che cerca solamente le giocate con i singoli.
Dal 60' in poi il Palermo prova a schiacciare definitivamente il Cosenza nella propria metà campo.
Al 77' i rosa trovano il vantaggio sugli sviluppi di un calcio d'angolo, con Salvi che insacca di testa.
La gioia del vantaggio dura pochissimo, un giro d'orologio dopo, il Cosenza impatta sul pareggio con Baclet, che dimenticato da Struna, mette facilmente il pallone alle spalle di Brignoli.
Ultimi minuti di gioco particolarmente caldi, con Puscas che prende una clamorosa traversa all'83', ma è al 90' che il Palermo trova il gol della vittoria con Puscas su assist di Nestorovski.
Nei minuti di recupero c'è tempo pure per un espulsione, in ripartenza falletti, si fa 80 metri di campo palla al piede e costringe Idda al fallo da rosso.
Al 98' arriva il fischio finale, che pone fine a una gara interminabile e nervosa.
Vittoria difficilissima per il Palermo che gioca con il cinismo da grande squadra.
Una gara veramente ostica per i ragazzi di Stellone, che si sono lasciati intimidire dal Cosenza.
Dal punto di vista tattico il Cosenza ha interpretato meglio la gara, ma il merito del tecnico rosanero, è quello di aver letto bene la partita e di aver azzeccato i cambi che hanno permesso al Palermo di liberarsi della tela del ragno intessuta da Braglia.
Falletti dimostra ancora una volta di essere un giocatore importante mentre Puscas un cecchino d'area di rigore. Oltre alla vittoria, il rumeno con il suo gol, restituisce fiducia e credibilità ad una squadra che punta decisa alla promozione diretta.
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venerdì 2 novembre 2018

Quali sono le possibili antagoniste alla corsa per la Champions della Juve?

Dopo le prime tre giornate, e la conseguente chiusura dei gironi d'andata, la Juve appare insieme al Barcellona la favorita per la corsa al titolo, in questo articolo analizzeremo squadra per squadra le possibili outsider che potrebbero mettere in difficoltà i bianconeri.

Va comunque preso in esame il fatto che siamo appena all'inizio e dunque qualsiasi situazione può essere completamente ribaltata, e la vittoria del Real, partito in sordina la scorsa stagione, e l'eliminazione del PSG agli ottavi che invece era partito forte ne sono la dimostrazione.
Detto questo, i Blaugrana e la Vecchia Signora appaiono le due squadre meglio organizzate, per quanto riguarda i catalani, probabilmente sono stati un po' sottovalutati a inizio Champions, ma hanno giocato in maniera impeccabile, collezionando 3 vittorie in altrettante partite e realizzando 10 gol a fronte di 2 subiti, basta questo per far capire la forza di questa corazzata. Tutto questo in un girone non particolarmente semplice, con Inter, Tottenham e Psv.
La difesa centrale si è rinforzata, e oltre Pique e Umtiti, potrà contare su Lenglet.
A centrocampo nonostante sia partito Don Iniesta, è arrivato Vidal, anche se sta trovando qualche difficoltà nel trovare spazio. Ma il giocatore cileno non è l'unico acquisto a centrocampo, infatti il Barcellona ha trovato in Arthur una mezz'ala fantastica, con grande qualità e personalità.
Poi c'è l'attacco, in cui non c'è niente da dire, in attacco il trio composto da Messi, Suarez e Coutinho, fa invidia forse a tutti tranne che alla Juve.
Parlando proprio dei bianconeri, loro hanno una delle difese più forti al mondo, Cancelo e Bonucci hanno aumentato il tasso qualitativo, Chiellini è il solito muro, mentre Alex Sandro sta tornando quello di due anni fa.
Se c'è un neo per la società torinese, quello è il centrocampo, Pjanic e Matuidi sono le certezze, Can sarebbe perfetto come terzo giocatore del centrocampo, ma la sua propensione agli infortuni, così come Khedira lo rende un giocatore discontinuo. Bentancur è un ottimo giocatore, ma ha ancora molto da imparare, quindi forse la soluzione migliore per la società bianconera, sarebbe intervenire nel mercato di Gennaio. Per quanto riguarda il reparto avanzato, anche qui, come nel caso del Barcellona poco da dire, 3 vittorie su 3 nel girone, 7 gol fatti e 0 subiti, insomma una macchina infermabile.
Queste sono le due squadre che secondo me si contenderanno il trono d'Europa, adesso passiamo alle squadre che potrebbero inserirsi in corsa: Bayern Monaco, Real Madrid, Manchester City, liverpool, PSG e Atletico Madrid. I bavaresi guidano il loro girone con 7 punti insieme all'Ajax. 
Il Bayern ha perso Vidal, ma ha mantenuto un ossatura in grado di portarla alle semifinali nella passata stagione, dove è stato sfortunato ed è stato eliminato dal Real Madrid.
Proprio gli ultimi citati, i Galacticos devono per forza di cose avere un posto riservato nella corsa alla vittoria finale. Come tutti sappiamo i Blancos stanno vivendo un periodo parecchio complicato, Lopetegui è stato esonerato dopo la bruciante sconfitta nel Clasico per 5-1, ed è stato sostituito da Solari. Aldilà di questo avvio complicato, è chiaro che centrare il quarto successo consecutivo pare davvero un'impresa complessa, ma nonostante dipartita di CR7 la rosa è molto forte.
Per quanto riguarda il City di Guardiola, gioca un calcio fenomenale e, ormai, il gruppo è al terzo anno di crescita. Sulla carta le qualità per puntare al grande traguardo europeo le avrebbe tutte, ma le difficoltà che questo club ha sempre avuto a livello europeo non si scordano, e per questo ripongo molta cautela sui Citizens.
Restando in Inghilterra è tempo di parlare di Liverpool, i Reds hanno perso la finale scorsa, ma hanno mantenuto quasi tutto lo stesso gruppo. Salah continua a segnare e non intende fermarsi, insomma sono una buona candidata.
Nello stesso girone si trova il PSG, i parigini, in quanto a singoli sono messi molto bene, ma l'equilibrio è latitante. In un gruppo in cui ci sono Liverpool, Napoli e Stella Rossa, il rischio è di non arrivare neanche agli ottavi di finale.
Infine, non si può sottovalutare l'Atletico Madrid. La squadra si Simeone è partita malino, ma è una compagine forte e concreta. Quando inizierà la fase che conta veramente bisognerà porre attenzione ai madrileni. Da non sottovalutare, poi, che la finale si disputerà nel suo stadio, il Wanda Metropolitano, il prossimo 1 giugno.
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