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giovedì 29 novembre 2018

Eriksen e Son l'hanno risolta

In assenza di Son e Eriksen, l'Inter avrebbe tranquillamente portato a casa il risultato.
Appena i due campioni hanno solcato il terreno di gioco la musica è cambiata, e una partita che era pienamente in controllo per i nerazzurri, col passare dei minuti ha cominciato a pendere dal lato dei londinesi.
Per gli uomini di Spalletti c'è molto poco da recriminare, hanno giocato una partita praticamente perfetta (e non era per niente facile), sbagliando solamente in occasione del gol di Eriksen, dove hanno fatto girare Alli con troppa tranquillità in area di rigore.
Spalletti ha impostato una partita di gestione, cercando di rallentare il ritmo per quanto possibile e sperando, di trovare il gol in contropiede.
Pochettino probabilmente si aspettava una Inter di questo tipo, il tecnico argentino ha accettato la strategia avversaria, salvaguardando l'integrità fisica dei propri fuoriclasse, per poi affondare nel momento opportuno.
Nel calcio d'oggi molto spesso sono i tre cambi a fare la differenza: se due di questi prendono il nome di Son ed Erikson, facile che qualcosa di positivo possa accadere.
Il merito principale di Pochettino è quello di aver creduto nuovamente in un giocatore come Sissoko, che era stato messo da parte in precedenza.
Il ruolo di Sissoko, schierato davanti la difesa ha permesso di minimizzare le incertezze tecniche di cui soffre, premiando al contrario le sue caratteristiche principali, ovvero progressione e forza fisica.
Quindi il francese è diventato l'ago della bilancia, in una squadra costruita intorno ai palleggiatori.
Sissoko riesce a garantire qualche soluzione offensiva in più, grazie alla tonicità e testardaggine con cui si lancia in avanti con la palla tra i piedi, ma anche, allo stesso tempo, a mettere una pezza nelle situazioni potenzialmente pericolose.
Detto questo ciò che conta è la classifica e il Barcellona, farà il proprio dovere contro gli Spurs: dovrà essere l'Inter a non perdere la calma davanti al proprio pubblico, contro un PSV che può avere tutta la voglia del mondo, ma allo stesso tempo resta parecchio lacunoso.
Quindi per una volta servirà un'Inter battagliero e concentrato dal primo all'ultimo minuto.
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