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Juventus, CR7 prove di addio: Storia di un'amore mai decollato

 Rispetto, passione e voglia di vincere . Tre pensieri che accomunavano la Juventus e Cristiano Ronaldo tre anni orsono e che sono stati f...

martedì 31 ottobre 2017

Blake Griffin

Come cambia il gioco offensivo di Blake Griffin dopo le partenze di Chris Paul, JJ Redick e Jamal Crawford? È certamente troppo presto per arrivare a conclusioni definitive, ma le indicazioni (supportate da alcune curiosità statistiche) non mancano. In realtà la voce statistica che ci si aspettava subisse una decisa impennata (cioè la USG%) con l’aumento delle responsabilità offensive sulle sue spalle, è rimasta praticamente inalterata rispetto agli scorsi anni. Non è tanto la quantità dei possessi gestiti ad essere cambiata, quindi, ma la sostanza. Vediamo come Griffin stia reagendo alla dipartita, caso per caso, dei 3 ex compagni. CHRIS PAUL E JAMAL CRAWFORD L’assenza combinata dei due (Jamal qui considerato “mangia palloni” e CP3 come creatore di gioco) fa sì che Griffin sia costretto ad un numero maggiore di isolamenti. Al momento il 15.7% dei suoi possessi finisce in questo modo, contro il 10,7% nella IsoFreq% della scorsa stagione. Certamente, pure l’assenza di Teodosic è importante da questo punto di vista. Comunque sia è interessante registrare come l’aumento dei tentativi da questa soluzione abbia portato certamente ad un numero maggiore di punti segnati da ISO, ma ad un netto peggioramento delle percentuali al tiro da questo tipo di giocate. Se fino allo scorso anno infatti tirava in Isolamento con il 43.7% (EFG 45%), quest’anno tira con il 35,5% (EFG 38,2%). E a cosa è dovuto questo calo? Mentre fino allo scorso anno gli ISO erano limitati ad un gioco in Post efficace (comunque presente quest’anno), sono aumentati gli ISO palla in mano guardando il canestro. Che erano il pane (con caratteristiche e finalizzazioni chiaramente diverse tra i due giocatori) di Paul e Crawford. Senza Teodosic quindi Griffin si trova ad essere l’unico a poter davvero “guardare il canestro” della sua squadra. Il che come conseguenza porta a maggiore ball-handling (bravissimo in questo fondamentale, lo abbiamo riscoperto in questo inizio di stagione), più punti da isolamento, ma per forza minor percentuale al tiro da Iso. CHRIS PAUL: Il problema qui è che dobbiamo certamente considerare l’assenza di Teodosic, più che nel punto precedente. Con il ritorno del serbo chiaramente la discrepanza statistica tra questo inizio di stagione e la scorsa andrà ad assottigliarsi. Ma al momento Teodosic non gioca, quindi vediamo come la mancanza di un creatore di gioco stia obbligando Blake a modificare il suo gioco: -Iniziamo con il punto forte, le schiacciate. La percentuale di tentativi per partita non ha subito una variazione statistica rilevante, in realtà. La vera differenza sta nel numero % di schiacciate assistite. Il 20% in meno delle sue schiacciate arrivano da un assist, rispetto alla scorsa stagione. Mancano le famose “alzate” di CP3 in pratica. -Abbiamo sottolineato in particolare le schiacciate perché sono il gesto tecnicamente più spettacolare, e abbiamo parlato precedentemente degli Iso. 2+2 fa 4, quindi che siano diminuiti i tentativi assistiti in generale lo abbiamo capito. QUANTO siano diminuiti però è interessante. Tralasciamo il tiro da 3pt, che sarà il nostro ultimo argomento. Qui basti dire che anche il numero percentuale di tiri dall’arco assistiti è inferiore percentualmente rispetto agli anni scorsi. La differenza enorme è però nelle conclusioni da 2pt. Solo il 25% delle conclusioni da dentro l’area di Griffin sono assistite quest’anno, contro il 50% della scorsa stagione e il 65% circa di due anni fa. Schiacciate a parte, bisognerà vedere se Teodosic riuscirà a garantire il gioco dalla media di Paul (in questo caso stiamo parlando solo di assistenze). In effetti, al momento, in assenza del serbo, Griffin ha ridotto il numero dei tiri presi nella porzione di campo che va indicativamente dai 10piedi dal canestro al limite dell’area (in pratica sono i tiri dalla media + i “long 2”) di quasi due terzi. Solo circa il 10% delle sue conclusioni arriva da questo range di distanza quest’anno, a fronte di un 34% in carriera. JJ REDICK E se Griffin tira meno da dentro l’area, quali sono i tiri che ora prende maggiormente rispetto agli anni scorsi? In questo caso JJ Redick è preso solo come esempio di tiratore, non c’è una vera correlazione tra la sua partenza e il range di tiro di Griffin. Comunque sia, ben il 33% delle conclusioni di Blake Griffin arriva da oltre l’arco in questo inizio di stagione. Un numero incredibilmente alto se comparato all’11% della stagione scorsa, oltretutto massimo raggiunto in una carriera in cui dalla distanza aveva tirato finora il 4% delle volte in cui ha tentato un canesto. E con l’aumentare dei tentativi è aumentata anche la % di realizzazione dalla lunga, 43%. Anche questo massimo in carriera. Come accennavamo sopra, la particolarità è che se lo scorso anno il 97% circa delle (relativamente poche) triple tentate erano assistite, in questo inizio di stagione solo il 60% delle conclusioni arriva da una assistenza di un compagno. CONCLUDENDO, è certamente troppo presto per dire se Griffin sia diventato un giocatore diverso rispetto al passato, ma certamente ci sono delle indicazioni in tal senso. Soprattutto l’assenza di Paul sta condizionando il suo modo di stare in campo offensivamente, e sarà interessante vedere se e come con il ritorno di Teodosic tutte queste “bizzarie” statistiche si sistemeranno. Al momento Blake Griffin non solo è il realizzatore primario della squadra, ma lo deve essere in proprio. Con risultati in alcuni casi migliori di quanto fatto in passato con le assistenze dell’ex compagno CP3. La mia opinione è che per dire se i Clippers siano o meno un team migliore dello scorso anno ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma che Blake Griffin possa esprimere maggiormente il suo potenziale senza CP3 possiamo invece iniziare a pensarlo.
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Spazio Danilo Gallinari

La star italiana è arrivata a Los Angeles, sponda Clippers, questa estate dopo anni di corteggiamento come confermato dallo stesso Doc Rivers. Il "Gallo"si è dichiarato subito entusiasta di essere, finalmente, approdato in una "contender" "Abbiamo il migliore frontcourt in NBA con Griffin e Jordan che sono il motivo principale per cui ho scelto di venire a Los Angeles. Dopo 6 partite (4 vittorie e 2 ko con i Pistons e con i Warriors) è forse arrivato il momento di una breve analisi. Nella metà campo difensiva i nuovi Clippers non sembrano avere problemi -prima difesa della RS con 92.4 punti concessi, 95.1 per 100 possessi e un DRtg di 96.60- in virtù delle ottime prestazioni dei vari De Andre Jordan, uno dei migliori, se non il migliore, rim protector della lega, dello specialità difensivo Patrick Beverly, della solidità difensiva di Blake Griffin e dei miglioramenti di A.Rivers. So che è riduttivo affidarci alle sole statistiche, ma per farci un'idea Jordan sta viaggiando a una media di 17.4 rimbalzi a partita di cui 11.2 difensivi e 6.2 offensivi (migliori statistiche in carriera per ogni voce) e ha il miglior Defensive Rating, 90.9 (Rozier secondo con 93.8). Rispettivamente terzo e sesto per Defensive Rating abbiamo niente meno che Patrick Beverly (94.1) e Blake Griffin(95.1) mai scesi sotto i 105 e 102 in carriera. Ciò che più sorprende, però, è la ventesima posizione di Danilo Gallinari (97.0), non certamente uno specialista difensivo, che si sta rivelando un ottimo difensore di sistema e molto più solido nell'altra metà campo di quanto ci si aspettasse. I Clippers dell'era post-CP3 si stanno dimostrando ugualmente efficaci anche nella metà campo offensiva: -Quarti per Offensive Rating 110.33 (112.7 l'anno scorso, ma con un DRtg di 108.2) -Sesti per percentuale da 3 punti 11.6/30.8 37.7% (10.3/27.4, 37,5% lo scorso anno) In un roster del genere il gioco offensivo di Danilo Gallinari dovrebbe esserne esaltato, ci dovrebbero essere molte più possibilità di tiri wide-open e di andare il lunetta per l'ex Olimpia Milano, ma sfortunatamente i numeri non dicono questo. Se fin qui è stato molto efficace nella metà campo difensiva e il numero di tiri (13.4) e triple tentate (6.2) sia il più alto in carriera, le sue percentuali sono da film horror: 13.2 punti, peggior dato escluso l'anno da rookie, con 4.0/13.4 (29,9%) dal campo, 1.6/6.2 (25.8%) da 3, solo 3.8 liberi tentati, un PER di 8.8 rispetto al 16.4 in carriera, un OTg di 97, bassissimo rispetto al 126 di Denver della passata stagione e al 113 del 2009-2010 ( il peggiore da quando è in NBA) Il Gallo dal canto suo si dice tranquillo in un'intervista per SkySport scherza: "Mi sto trovando molto bene sia dal punto di vista offensivo che difensivo, spero che la lega riesca ad allargare i canestri perché per ora sta entrando veramente poco, ma con il tempo, pian piano, prenderò ritmo e inizieranno a entrare. Non sono preoccupato" Personalmente, visti anche gli ottimi miglioramenti al tiro di Griffin 2.4/5.8 (41.4%) da 3 e le buone capacità di visione di gioco, di ball handing e di passaggio del nativo di Oklahoma, mi sarei aspettato di vedere spesso il P&R atipico Gallo-Griffin, provato spesso a inizio stagione da Rivers, che potrebbe essere difficilmente difendibile. Sicuramente le percentuali non saranno sempre così pessime e 5 partite sono un campione troppo basso per bollare da subito l'inizio della stagione di Danilo, ma per ora è stato tutt'altro che imprescindibile. Pensate che stia pagando l'approdo in un realtà nuova e competitiva come quella dei Clippers? Starà pagando lo stesso la pressione? Sta di fatto che se dovesse continuare a essere così solido in difesa, aiutato sicuramente da un ottimo sistema difensivo, e se dovesse iniziare a segnare con regolarità potrebbe aver, finalmente, trovato la sua dimensione.
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lunedì 30 ottobre 2017

Spazio Marco Belinelli

In seguito alla trade che ha portato Howard nella squadra di MJ, Belinelli si è trovato costretto a cambiare la sua ottava squadra in 11 stagioni NBA. La scelta numero 18 dei Warriors nel draft del 2007 è sempre riuscito, nel corso della sua avventura in NBA, a ritagliarsi il giusto spazio nelle rotazioni di ogni Franchigia in cui è stato, dimostrando una velocità di adattamento notevole. A 31 anni e in scadenza di contratto (aveva firmato un triennale da 18 milioni nel 2015) si ritrova in una squadra completamente rinnovata in lento rebuilding dopo anni passati a giocarsi i PO. Conscio di questa situazione Marco non si è detto subito felicissimo della trade che l'ha coinvolto, in quanto in questa stagione si giocherà la possibilità di firmare uno degli ultimi, se non l'ultimo, contratto della sua decennale esperienza in NBA. Anche se gli Hawks difficilmente vedranno i Play-Off, nonostante una Eastern Conference di basso livello, potrebbero essere la squadra che per (non) ambizioni e modo di giocare può mettere maggiormente in risalto il "Beli" in vista della prossima stagione. Atlanta e Coach Bud,a lungo allievo di Pop, sono sempre stati un franchigia in cui la "circolazione" è il fondamentale più importante e ciò ha sempre permesso di sopperire all'assenza di un vero e proprio All-Star. Per anni infatti gli Hawks sono stati, con le giuste proporzioni, "gli Spurs dell'est" sia per la continuità che per le somiglianze nel sistema di gioco. Quest'anno la partenza, come d'altronde era prevedibile, non è stata delle migliori, una sola vittoria in 7 gare per i ragazzi di Budenholzer che ha utilizzato Belinelli come sesto uomo. Il Beli, infatti, è sempre uscito dalla panchina tranne nelle 2 stagioni a New Orleans. Quest'anno con un minutaggio in linea con le passate esperienze(27.2 minuti) sta viaggiando a medie da lui mai raggiunte: 14.6 punti (massimo 11.8 nel 2011-2012 nell'anno con i N.O.Hornets) 2.6 assist (massimo 2.2 agli Spurs nel 2013-2014) 3.1/5.7 (55.0% da 3, massimo 1.6/3.7 2013-2014) 1.7/5.0 (34.3% da 2) e 1.7/1.7 (100%) ai liberi. Probabilmente le medie rimarranno più o meno queste nel corso della stagione, ci potrebbe essere un miglioramento nelle percentuali da 2 e un peggioramento in quelle da 3, ma il Beli si sta dimostrando un giocatore di tutto rispetto in uscita dalla panchina. Alla fine della stagione si troverà, sicuramente, di fronte a un bivio visto che le offerte non mancheranno: -Firmare un biennale al minimo o giù di lì con una contender (ricordiamoci che ha già un anello), magari proprio gli Spurs o cercare un lungo contratto ricco prima di tornare in Europa? Sicuramente una guardia come lui in uscita dalla panchina potrebbe far comodo a molti, magari non come sesto uomo, magari non come settimo, ma già come ottavo-nono farebbe tranquillamente la sua figura. E voi dove lo vedreste bene? Dove pensate sceglierà di andare il prossimo anno?
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domenica 29 ottobre 2017

Sunday Thoughts: Ieri e oggi,l'evoluzione di Lebron James

E' un testamento in continua evoluzione quello che sta lasciando Lebron James alla Nba; un testamento che è destinato ad arricchirsi con il passare del tempo.
Il Lebron di circa un decennio fa era una forza fisica disumana al massimo delle sue potenzialità,il Lebron di oggi è un upgrade di quello vecchio,stessa forza fisica,tiro sempre più efficace ed una conoscenza della pallacanestro sempre più vasta.
E' una coincidenza che uno dei migliori atleti della pallacanestro sia anche una delle migliori menti di questo gioco? James ha sempre visto il gioco in maniera diversa dai suoi pari ruolo. Affronta(va) le situazioni di gioco,le studiava e le usava a suo favore.
Lebron è sempre stato immarcabile,in quanto gli unici giocatori in grado di tenerlo in velocità erano completamente irrilevanti al cospetto della sua stazza. Gli avversari ogni volta venivano spinti indietro ogni suo Jab Step,poichè ogni movimento lo lanciava così velocemente a canestro che il giocatore in aiuto difensivo non aveva neanche il tempo di arrivare. L'unico in grado di fermare Lebron James fu Tom Thibodeau che ci riuscì nella stagione 2007-2008 con i Celtics. Il sopracitato sistema Thibodeau prevedeva lo spostamento della maggior parte dei giocatori sul lato forte,mentre sul lato debole veniva sviluppata una difesa a zona. Ma anche questo non fu sufficiente,James diventava più intelligente anno dopo anno,leggendo le "trappole" di difese sempre più dure. Lebron ha sempre avuto un istinto naturale nell'arte del passaggio. Il problema è che non sempre a Cleveland i suoi compagni si facevano trovare pronti. Molte squadre riuscirono finalmente a contenere Lebron,scoprendo così i limiti di Cleveland,non di James. Lebron si appoggiò sempre di più al suo tiro in sospensione,anche perchè era diventata una questione di sopravvivenza: i compagni non erano affidabili,fu costretto ad isolarsi sempre di più.
A Cleveland stava sorgendo una contender, James sfornava punti e assist come solo lui sa(peva) fare. Da li in poi si passo alla fase successiva: rimanere il più possibile in controllo del match,far si che la partita diventi la sua partita,doveva guidare la squadra in tutto e per tutto. Un isolamento,un semplice Pick&roll,un cambio difensivo;bastava poco a Lebron per attaccare il ferro. Molte squadre avversarie avevano bisogno di preparare le partite in vista di Lebron.
James voleva perfezionare a ogni costo il suo gioco,nell'ultimo anno a Cleveland era praticamente infermabile: un'ala troppo veloce da fermare,troppo forte da contrastare,troppo intelligente da ingannare. Dopo aver battuto la difesa, "il re" poteva sfruttare il fatto di saltare più in alto di tutti: come se non bastasse,tirava un controtempo,quando chi lo marcava stava già cadendo a terra.
Il Lebron di oggi è leggermente meno atletico,ma più fisico e più intelligente. Ha acquisito una tale reputazione nella lega che gli avversari ormai quando va al ferro,quasi si spostano;ha un controllo del corpo veramente impeccabile.
L'atletismo non è più quello di 10 anni fa,ha imparato a dosarlo prendendosi più pause durante la partita e gestendo al meglio i suoi sforzi. Il Lebron di oggi usa la mano sinistra come mai aveva fatto in passato,James è sempre stato dominante,ma non ha mai avuto un controllo del gioco come quello che sta avendo negli ultimi 2/3 anni. Le giocate che prima lo portavano ad altezze vertiginose,a fluttuare nell'aria,ad attirare a se intere difese non sono un miraggio(ancora certe giocate le regala) ma si sono certamente ridotte. E' molto più paziente a leggere le situazioni difensive e a sfruttarle a suo favore. Il gioco di Lebron rimane sempre esplosivo, è "soltanto" migliorato in termini di efficienza. Lebron capisce perfettamente quando è il caso di attaccare il ferro,quando è il caso di tirare da fuori e quando è il caso di passare la palla;non ci sono più misteri per lui. Tutto questo ci mostra un Lebron James qualitativamente diverso,il cui gioco si compone di diversi tipi di sfumature,che sa perfettamente gestire. I suoi anni nella lega hanno chiesto e preteso che cambiasse;James ha risposto tirando fuori il suo sovrannaturale talento e trovando il modo, con la sua intelligenza ,di superare ogni difficoltà. Ora sembra essere arrivato al suo" stadio evolutivo finale".
Sarà davvero così?
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sabato 28 ottobre 2017

Milan-juve da paura: Milan per svoltare,juve per volare

Il Milan ha bisogno di punti per salvare la panchina di Montella,la juve deve tenere testa a Napoli e Inter che sono rispettivamente prima e seconda del campionato. Questi 90 minuti diranno quanto è forte il nuovo Milan,che nell'ultima settimana ha giocato bene con il 3-4-2-1. La partita sarà interessante sia per la psicologia che per la tattica,ma il Milan vive giorni complicati,con i due acquisti dell'estate seduti in tribuna(Bonucci,squalificato) o in panchina( Andrè Silva,scelta tecnica),però ha ritrovato un'identità. In fondo la squadra rossonera è stata costruita per giocare a calcio ed è terza per possesso palla,seconda per passaggi completati negli ultimi 35 metri e seconda per occasioni create. La juve però arriva al derby meglio; ha appena segnato 10 gol in due partite e in A segna ogni domenica da ottobre 2016. L'ultimo 0-1 a San Siro,contro il Milan,con gol di Locatelli. Allegri vede i fantasmi.
Tattica pura: la sensazione è che la partita dipenda molto dal Milan,la Juve è solida,mentre il Milan ha più oscillazioni: può fare molto bene o molto male,perchè il 3-4-2-1 vive di automatismi,necessariamente poco allenati. Esempio: se Biglia e Kessie vanno su Pjanic e Khedira,chi prende Dybala in giro per il campo? E se Borini aggredisce Lichsteiner,il Milan riesce ad organizzarsi per chiudere su Cuadrado senza lasciare campo a Dybala?. Se il Milan sarà bravo a chiudere tutti gli spazi farà partita pari,se dovessero fare anche un solo errore lo potrebbero pagare a caro prezzo.
Arma diabolica: Frank Kessie promette gioie e dolori sia ad Allegri ma anche a Montella,perchè per il Milan può essere decisivo in positivo e in negativo. Positivo: è in crescita e ha una fisicità che Pjanic e Khedira non conoscono. Le sue accelerazioni palla al piede possono fare male. Negativo: Da agosto 7 tiri verso la porta di Donnarumma sono arrivati per errori individuali,dato peggiore della serie a: se Frank stacca la spina,la Juve punisce. Il Milan sulle fasce rischia sempre il due contro uno. A sinistra,pericolo doppio perchè la Juve a destra dovrebbe scegliere la coppia Lichsteiner-Cuadrado che,hanno più rapidità e uno contro uno della coppia a sinistra Asamoah-Mandzukic. Borini rischia di far fatica e Montella dovrà decidere quanto aggredire. Possibile che Montella orienti il gioco verso il centro,cioè chieda ai suoi giocatori di impedire il passaggio in fascia,a costo di lasciar giocare Pjanic.
Dall'altra parte però la Juve deve avere paura di Suso: Il giocatore spagnolo ha fatto paura ai bianconeri anche fuori stagione,sotto natale. Il 23 dicembre 2016, a Doha in Supercoppa Jesus ha messo a ferro e fuoco la difesa di Allegri. Montella spera nel replay,Suso cercherà di stare tra le linee,alle spalle dei centrocampisti juventini,oppure di allargarsi per giocare l'uno contro uno con Asamoah. La Juventus sicuramente preparerà la partita su di lui,Allegri potrebbe mandare uno dei due centrocampisti a raddoppiare su di lui,oppure può chiedere a Mandzukic di stare più stretto in fase di non possesso per chiudere le linee di passaggio verso lo spagnolo. Se qualcuno avesse dubbi sulla sua importanza,sappia che nel Milan il giocatore con più gol,più tiri,più assist,più cross e più occasioni create sono la stessa persona,lui.
Le ultime. Come previsto Calabria non c'è la fa, il terzino che era finito in ospedale durante la partita tra Chievo e Milan avrà bisogno di sette giorni di stop. La sua assenza da a Montella due possibilità: allargare Rodriguez spostando Borini a destra e facendo slittare Romagnoli sul centro sinistra,oppure inserire Abate mantenendo Rodriguez terzo a sinistra con Romagnoli di nuovo centrale dopo la buona prestazione di Verona. Dalle prove viste ieri il rientro di Abate sembra la soluzione più probabile,il giocatore italiano non giocava da un mese. L'altra novità riguarda ancora la difesa,con Zapata che prende il posto di Musacchio sul centrodestra. Il resto sarà uguale alla formazione di Mercoledì. Quindi Kessie e Biglia centrali di centrocampo,la fase offensiva sarà affidata ai tre protagonisti del Bentegodi: Suso e Calhanoglu a supporto di Kalinic, con Silva e Cutrone pronti a entrare per cambiare la partita.
Per affrontare il Milan Allegri ha pensato anche al centrocampo a tre,ma la sua linea guida è il modulo 5-stelle. La juve dovrebbe giocare con il 4-2-3-1, a sinistra ci dovrebbe essere Asamoah,mentre per il resto i soliti nomi. Allegri si dice soddisfatto del rientro di Mandzukic,lui infatti lo ritiene un giocatore che dà l'anima in campo e spinge i compagni a dare il massimo.
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venerdì 27 ottobre 2017

Palermo: essere terzi non basta. Tedino in cerca di conferme

La vittoria di Carpi è stata una piacevole sorpresa,dopo la pessima prestazione contro il Novara.
In Emilia si è vista la grinta e la voglia di vincere,ma anche ordine tattico e discreta qualità di gioco. Tutti aspetti che si dovranno ripetere domani contro la Virtus Entella e per il resto del campionato. La serie b sta dimostrando anche quest'anno di essere un campionato ostico,non basta essere forti..come ha detto più volte Tedino:" il Palermo deve pareggiare la cattiveria degli avversari,voglio vedere la bava alla bocca nei miei giocatori". Questo aspetto deve essere primario,perchè la maggior parte delle squadre che si incontrano in B fanno della cattiveria agonistica la loro principale caratteristica. Anche la Virtus Entella è avversario ostico: una squadra che da molti anni milita tra i cadetti e che si è calata perfettamente nella parte. Rispetto alla partita contro il Carpi il Palermo gioca in casa,quindi ci si aspetta un avversario chiuso che si difenderà basso per poi ripartire,un po' come ha fatto il Novara di Corini. Lo schema che Tedino ha utilizzato in Emilia può essere una soluzione per scardinare la loro difesa,il 3-5-1-1 garantisce migliore copertura e dà la possibilità di trovare spazi,allargando la squadra avversaria,grazie anche all'ampiezza che assicura il modulo.
Per il Palermo,trovare la via del gol in casa è più complicato,gli avversari tendono a chiudersi e a ripartire in contropiede. I calci piazzati potrebbero essere una grande arma,Coronado non ha ancora trovato la via del gol direttamente su calcio piazzato,ma ha servito un assist da punizione a Cionek nel vantaggio dei rosanero contro l'Empoli. Anche martedì,il brasiliano ha fatto l'assist a Nestorovski con un cross dopo un passaggio breve di Murawski da calcio d'angolo.
Sfruttare i buoni piedi del brasiliano e la fisicità dei colpitori di testa potrebbe essere un'arma vincente,ma non può essere soltanto lui l'unica alternativa. Su ciò Tedino starà di certo lavorando,perchè in B moltissime gare si sbloccano solo su calcio piazzato.
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Tom Thibodeau: l'uomo che si oppone alla modernità

In un mondo in cui i procuratori gestiscono il commercio dei giocatori, sostituendosi a presidenti e General Menager, influendo sulle scelte tattiche, rivendicando e legittimando i capricci dei loro clienti, Thibodeau si staglia come relitto di un passato che purtroppo sta scomparendo. Tom allena e gestisce i Minnesota Timberwolves. Un personaggio all'antica, che ancora crede nella forza della difesa, suo marchio di fabbrica, nei fondamentali e nella lealtà verso i propri giocatori. Un personaggio a cui interessa la sostanza, non l’apparenza, che ricerca nel basket non la spettacolarità, ma la sostanza, quella concretezza che si misura nel sudore che si riversa sul parquet, nella grinta che si emana nelle urla agonistiche. Andando contro corrente, opponendosi alla mobilità e alla fluidità che il basket contemporaneo impone, in cui i giocatori cambiano casacca ogni anno per ricercare i contratti e non le vittorie, Tom crede nei progetti, crede nello sviluppo dei suoi giocatori, crede nell'evoluzione studiata come presupposto per il trionfo. Per questo ha scelto di richiamare nella sua truppa Gibson e Butler, che ha personalmente plasmato in ciò che sono oggi, per questo trattiene a sé tutti quei diamanti grezzi della ricchissima miniera del Minnesota, levigandoli, rendendoli uomini prima che giocatori. Tom comanda, come è giusto che faccia un allenatore e un presidente. Tom rappresenta quel modello di basket che troppe volte vediamo debole rispetto al caos contrattuale, sterile e massificante dei giorni odierni. Tom, come un monumento che istruisce e trasmette valori, ci ricorda che lo sport non è l’economia, non è la politica, non è il gossip, ma crescita personale, allenamento, lealtà, cuore, sostanza e pianificazione .

giovedì 26 ottobre 2017

sorprese nba: occhio a Elfrid Payton



Da quando gli Orlando Magic hanno scambiato Serge Ibaka nel giorno della chiusura scambi,per Elfrid Payton è cambiato tutto; questa mossa ha aiutato Elfrid ad esprimersi al meglio.
Poche persone capiscono quanto la seconda parte della passata stagione di Payton sia stata positiva. Dopo lo scambio di Ibaka, Elfrid ha messo a referto 13.5 punti,7 rimbalzi e 8.4 assist di media. Proiettando questo dato sull'intera stagione,solo 3 giocatori l'anno scorso hanno avuto una media di almeno 13 punti,7 rimbalzi e 8 assist: Lebron James,Russell Westbrook e James Harden. Dal 1971 solo 6 giocatori hanno ottenuto queste medie: oltre ai tre già citati,abbiamo Jason Kidd,Michael Jordan e Magic Johnson.
Ovviamente confrontare Payton con ognuno di loro è un affronto,ma la statistica va a mostrare quanto di buono è stato fatto nel finale di stagione da un punto di vista statistico. Se avesse esteso quei numeri ad un intero anno,molti magari si sarebbero accorti del suo valore. Payton si avvicina alla scadenza del suo contratto da rookie,e ha bisogno di dare tutto se stesso per ottenere un contratto a lungo termine. Orlando vuole ancora lavorare con Elfrid,e si spera che in una stagione completa con spaziature migliori ed un quintetto più versatile attorno a lui,si inneschino grandi miglioramenti nel suo gioco e nelle sue statistiche. Il tiro da fuori purtroppo sarà sempre il suo tallone d'achille. Un eventuale miglioramento nel tiro da fuori beneficerebbe inevitabilmente le percentuali al ferro( non potrà più essere battezzato). E' bene ricordare che Payton è un giocatore molto creativo e ha bisogno di buone spaziature per esprimere al meglio il suo gioco,anche se deve imparare a gestire al meglio i possessi a difesa schierata,e deve imparare a non distrarsi sul lato debole in difesa,ma sono tutti difetti correggibili.
Ovviamente Payton non potrà mai essere un play di prima fascia,ma essere uno starter nella media è assolutamente nelle sue corde. Un anno intero sarà necessario per dimostrare a tutti che ciò che abbiamo visto nella scorsa primavera non è stato solo un abbaglio.

mercoledì 25 ottobre 2017

Sorprese Nba: occhio a Nerlens Noel

"guardare avanti" è un esercizio necessario per ogni squadra Nba. Le franchigie devono essere brave a gestire al meglio il salary cap e devono riuscire a capire prima degli altri quali giocatori potrebbero "esplodere" dal punto di vista della produttività offensiva e difensiva. L'ammontare del loro contratto successivo ed il loro valore sul mercato dipende proprio da questo.
Ogni stagione i giocatori deludono o superano le aspettative delle squadre. Questi ragazzi possono spesso distruggere i piani di una franchigia. A volte prendono lunghi accordi,il che non sarebbe possibile senza una grande annata. In ogni caso queste loro esplosioni possono aiutare squadre nel breve termine,ma rendono le negoziazioni molto più difficili.
Per un giocatore all'ultimo anno di contratto,vedere un picco nella sua efficienza è,però,cosa molto frequente. Un riferimento a questo fenomeno è il cosiddetto" Trevor Ariza Effect". Ariza ha la propensione ad avere statistiche migliori durante i suoi ultimi anni di contratto. L'annata 2008/2009 con i Lakers ne fu la prima dimostrazione,in quanto giocò in maniera eccelsa,come dimostrano le sue statistiche.
Trevor tirò da dentro l'arco con il 52% e fece registrare 2.6 palle rubate di media per 36 minuti a partita. L'anno successivo dopo aver firmato un contratto a lungo termine con i Rockets,tirò con un misero 40% dal campo. La stessa storia successe nell'ultimo anno del quinquennale con i Wizards. Ariza segno 14.4 punti a partita,tirando da oltre l'arco con il 40%( career-high). Da allora è sempre stato costante con le prestazioni.
Il giocatore di cui parleremo oggi è Nerlens Noel,centro dei Dallas Mavericks.
Noel sarà motivato questa stagione...dopo essere stato considerato un peso Philadelphia,i 76ers l'hanno scambiato con i Mavericks. Sicuramente gli infortuni al crociato e la sua poca continuità hanno contribuito allo scambio. E bene ricordare che la prossima stagione sarà unrestricted free agent: questa è la stagione della verità per lui.
Le sue statistiche rapportate ai 36 minuti a Dallas(anche se il campione statistico è poco significativo,infatti ha disputato solo 20 partite in maglia Mavs) sono ottime 14 punti,11.2 rimbalzi e 1.5 palle rubate a partita. La cosa che fa meglio sperare per il futuro,è stata la sua efficienza nella metà campo offensiva. Ciò che fa guadagnare tanti soldi ai giocatori non è necessariamente la quantità di punti segnati; Noel è già un difensore annunciato ed è altrettanto annunciato in attacco.
L'ultima stagione ha confermato la sua efficienza 59% di FG%,il 70% nei pressi del ferro,è bene ricordare però che oltre la metà dei suoi tentativi sono compresi tra 1 metro e 3 metri. Le franchigie che hanno seguito per intero una stagione di Noel,si sono accorte facilmente che in fase difensiva non è un semplice difensore del canestro che si limita a rimanere nei pressi del ferro per poi stoppare i tiri. Non è il classico lungo "conservativo" che non sa come comportarsi in caso di cambi sul pick&roll; Noel riesce a mettere in difficoltà anche i portatori di palla e non ha problemi a cambiare sulle guardie. Ovviamente tutte queste sue caratteristiche sono ben note. Attendiamo un miglioramento anche nella metà campo offensiva,ma soprattutto ci si aspetta da lui una costanza di rendimento grazie anche MAGARI ad una stagione senza infortuni. Se non dovesse più infortunarsi,come si spera,questa potrebbe essere la stagione del riscatto di Noel.
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martedì 24 ottobre 2017

Aldridge: abbiamo un problema

L’ultima stagione non è stata delle migliori. Direi di no. Quasi tutti i numeri sotto le sue medie carriera. Brutto segno. Considerato, soprattutto negli anni di Portland, un giocatore molto influente a livello offensivo, molto efficace dal post-alto, in grado di metterla dalla media anche cadendo all’indietro e con l’uomo addosso, ombre sono apparse su Aldridge in maglia Spurs. Ha 32 anni, a quell’età non migliori più (se non ti chiami Lebron). Puoi (devi?) cambiare, però, il tuo gioco, adattandoti al contesto. Cosa che è riuscita in passato a giocatori come Wade, Jeff Hornaceck o Ron Harper. Qual è il problema di LaMarcus? Mia opinione: l’approccio in campo. Sembra voler fare solo le cose che gli piacciono. Così non va, soprattutto con coach Pop. E infatti, è stato sul punto di partire. Nelle partite in cui non gli funziona il tiro dalla media, si intestardisce e non si adegua. Vai sotto, porco cane, gioca in post-basso. Sei 2.11, gran fisico e tocco in avvicinamento. Guadagnati il pane sotto canestro, metti una spalla sul petto del difensore e girati sul perno per un jump-hook. No, mai: ha tirato con circa il 45% dal campo l’anno scorso. Sarebbe, potenzialmente, un buon rim-protector, anche se non è un mostro di esplosività: 1 stoppata di media a partita. Non gli interessa. Wade in confronto sembra Mutombo. Anche in difesa, diciamo, che non è mai stato un oceano di applicazione. Ma i (bassi) livelli fatti vedere nelle scorse Finali di Conference, quando chiunque in maglia GSW lo prendeva a pesci in faccia, sono onestamente imbarazzanti. Infatti, Pop lo ha tenuto in campo solo 25 minuti a notte nelle ultime tre gare della serie. Insomma, è a un bivio (vero). O cambia: inizia a fare ciò che serve alla squadra e non ciò che piace a lui. O non cambia: si farà i prossimi anni di carriera in calando, guardato con l’occhio storto come Dwight Howard. Ed è un peccato, perché Aldridge ha talento, ha tecnica, ha (quasi) tutti gli strumenti in mano.

lunedì 23 ottobre 2017

Di Francesco meglio di Spalletti? Le pagelle della Roma.

Allison: s.v Non si può dare una valutazione a un giocatore che prende 0 tiri in una partita.

Florenzi: 6 Media fra il 5 del primo tempo e il 7 del secondo. Nel primo perde troppi palloni e la Roma rischia troppo,poi nella ripresa finalmente spicca il volo.

H Moreno: 7 Al debutto da titolare partita magistrale,grandi meriti per i 0 tiri in porta del Torino. Tranquillità,sicurezza e molta qualità,considerando che è il quarto centrale per Di Francesco va più che bene

Juan Jesus: 7,5 Nella difesa panchinara della Roma si improvvisa leader e con tranquillità amministra il vantaggio. Difende bene su giocatori veloci come Ljaic e Iago Falque.

Kolarov: 8 3 gol 4 assist fino a questo momento per Kolarov nella sua avventura giallorossa,sempre decisivo

Pellegrini: 6+ Inizialmente soffre il pressing dei centrocampisti granata,poi esce alla distanza giocando dignitosamente sia in attacco che in difesa. Sta crescendo in fretta.

De Rossi: 5 Altra partitaccia. Non è una bocciatura,ma dopo aver fatto un grande inizio di campionato sta visibilmente calando.

Strootman: 5 Troppi passaggi sbagliati,troppi errori in fase di impostazione, è lento,impacciato e macchinoso.

Nainggolan: 6- Gioca ala d'attacco e arranca visibilmente,ogni tiro che fa finisce in curva,però quando torna in mezzo al campo si rivede il ninja che a Roma conoscono bene.

Dzeko: 6 Gli arrivano pochi palloni e tutti quelli che gli arrivano sono lontani dalla porta,sbaglia pochissimo,ma non ha mai occasioni serie per segnare.

El Sharawy: 5 e mezzo Malino,guadagna la posizione che regala il vantaggio alla Roma,solamente per questo l'insufficienza non è netta,oltre questo fa molto poco.

Under: 6 Partita sufficiente. Abbiamo capito che quest'anno verrà utilizzato sempre da Di Francesco per spaccare le partite. Non fa tanto,ma ha gamba.

Bruno Peres: s.v In cinque minuti prima va vicinissimo al gol poi rischia di farlo prendere alla squadra romana.

Perotti: s.v non tocca mai il pallone,inutile giudicarlo.

Eusebio Di Francesco: 7 Porta a casa tre punti importantissimi su un campo difficilissimo.

Alessandro Gentile: alla ricerca della redenzione

La caratteristica principale dello sport è la sua imprevedibilità, quel mistero che si cela nel futuro e che permette di distruggere pregiudizi, previsioni, limiti e barriere. D’altronde lo sport stesso ci insegna a non arrenderci, a lanciarci nel dirupo senza rimpianti per sperare di volare, ad abbattere le nostre debolezze, trasformandole in qualità. Tutto ciò si esemplifica nel caso Gentile. Fino a pochissime settimane fa tutti lo criticavano, lo consideravano un giocatore finito, e soprattutto, cosa peggiore, un uomo privo di determinazione e professionalità. A distanza di pochi giorni il quadro è radicalmente mutato. Dopo solo una manciata di partite viene proclamato come miglior giocatore italiano, prossimo MPV… . A parer mio Gentile non è né un giocatore finito, né un uomo privo di determinazione, né il miglior giocatore italiano. Semplicemente Gentile ci ha dimostrato che nello sport la volontà di redimersi, di ricostruire se stessi partendo dal nulla, di imprimere il presente con la propria esistenza pratica, è il più grande movente che spinge i campioni a dare il massimo. In questi giorni non si è visto il miglior giocatore italiano e nemmeno un ex-giocatore. Semplicemente osserviamo un uomo che, conscio dei propri mezzi e delle proprie possibilità, vuole dimostrare a tutti di essere diverso da quello che fino a poco tempo fa pensavamo di lui. Non sarà per ora un MVP, ma è innegabile che a modo suo sia un eroe, che si scontra con se stesso per ripartire da zero e rivelare al riflesso che osserva nello specchio chi è realmente. Buona fortuna Alessandro.
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sabato 21 ottobre 2017

Sunday Thoughts Patrick Beverley: è tornato Mookie Blaylock?

Non so se lo conoscete,o se ve lo ricordate,io negli anni '90 non ero ancora nato,ma ho potuto apprezzare su youtube le grandi difese di Mookie Blaylock un playmaker che era in grado di cambiare le partite nella metà campo difensiva.
Sarò pazzo,sarò scemo,ma a me Beverley ricorda molto l'ex torello di Atlanta. Difensore sulla palla e sulle linee di passaggio esaltante. Costruito come un bulldog,instancabile,sempre aggressivo. Sguardo da duro ,scivolamenti laterali,non te lo togli via di dosso. Ha la capacità(e la volontà) di seguire il proprio uomo a tutto campo. Per non farlo passare su un blocco,lo devi atterrare, anche se lo atterri,lui è già in piedi a contestarti il tiro. Difendere su alcune big-guard è un'altra storia,gli tirano in testa,ma Patrick non ha paura di nulla. Questa è la sua migliore qualità.
In attacco non mi fa impazzire,non ha un talento,come dire,debordante. Però non fa più danni come una volta. Non ha una visione di gioco illuminante,non la passa come Chris Paul,ma qualche colpo lo ha. Isolarlo sarebbe una pazzia,ma servirlo in spot-up sulla linea da tre,nei minuti off-gurd,potrebbe essere un'idea,visto che lo scorso anno ha tirato col 38%. Non è Redick,però non ti viene in mente di battezzare uno così. Ah,perde pochi palloni,il che se sei un play può aiutare.
Per il resto fa poco altro,sarà comunque il punto fisso del back-court dei Clippers,sia con Teodosic,sia con Rivers,sia con Williams. Non bisogna essere per forza tutti superstar nella lega. Servono anche i Patrick Beverley,gli Avery Bradley,i Jeff Green. Alla fine,sono loro che fanno della Nba la Nba.
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Napoli-Inter: big match per il primato in serie a

Bellezza contro solidità. Duello tra filosofie diverse con vista scudetto. Sicuramente siamo ancora all'alba del campionato,nulla si decide in questa fase,ma chi ben comincia...
Maurizio Sarri e Luciano Spalletti sanno benissimo quanto vale questa partita,per questo vogliono a tutti costi portarla a casa. Il Napoli ha confermato le aspettative,si annunciava protagonista assoluta per la lotta dello scudetto ed eccola in cima,solamente con vittorie abbastanza agevoli,condite da un bel gioco diventato,se possibile, ancora più bello. Nell'altra metà campo c'è l'Inter,che è andata ben oltre le aspettative. La squadra nerazzurra è stata criticata per il gioco,che non incanta il pubblico di San Siro. Nonostante ciò è li,imbattuta in campionato,a due piccoli passi dalla vetta. Questa Inter vince con il cinismo,con la forza del gruppo e con la forza fisica e metale.
Sicuramente è meno spettacolare,si,meno schiacciasassi,ma altrettanto efficace. Sia Napoli(Roma) sia Inter(nel derby con la tripletta di Icardi) arrivano da vittorie importanti. Se il Napoli dovesse vincere,il pensiero collettivo sarà: e chi lo ferma più? Se l'Inter vince o pareggia al San Paolo,ufficializza la candidatura alla lotta per il titolo.
Facile puntare i riflettori sui due bomber: Mertens e Icardi ,ma sarebbe riduttivo,i centravanti vanno serviti. Le due squadre servono le punte in maniera diversa. La squadra di Sarri quasi per il 70% crea occasioni da gol a sinistra con le triangolazioni e gli inserimenti ad alta velocità tra Ghoulam,Hamsik e Insigne,che sembra essere recuperato. Dall'altra parte Brozovic rimane ai box. In questa partita saranno decisivi gli apporti di Vecino e D'Ambrosio. Il primo dovrà controllare Hamsik molto da vicino e limitare i suoi inserimenti. Mentre D'Ambrosio dovrà tenere a bada Ghoulam. Quello tra questi due giocatori è uno dei duelli chiave, a guardare i numeri,i due sono diventati fondamentali per l'economia di entrambe le squadre. Ghoulam avrà anche il suo da fare per Candreva. L'Inter sfruttare di più Perisic,perchè Hysaj soffrirà la sua rapidità,qui Allan dovrà andare spesso in soccorso del suo compagno. Napoli e Inter sono diverse per filisofia e disposizione in campo. Il Napoli è una squadra corta e alta,dunque sicura di se e aggressiva,l'Inter ha una "postura" più timida. In questa partita i nerazzurri dovrebbero cercare di snaturarsi,non basandosi solamente sulle ripartenze veloci,ma cercare di "alzarsi" per frenare il gioco avvolgente del Napoli.
Il ManCity ha indicato la via:togliere respiro al centrocampo e puntare dritto sui difensori. Certo Guardiola ha a disposizione un altro tipo di giocatori,ma l'Inter in quanto a forza fisica,non sta messa male. Il concetto è semplice,se il Napoli lo lasci giocare prima ti ipnotizza e poi ti fa goal ,quindi sarà fondamentale bloccare le linee di passaggio,qui entra in gioco Borja Valero, l'uomo a cui Spalletti non può rinunciare,anche se ancora non sta brillando. Lui avrà il compito di soffocare Jorginho,da cui partono quasi tutte le azioni,per poi magari innescare i velocisti o Icardi. Questa è una partita che ha come favorita il Napoli, gioca in casa e se riesce a tessere la sua soffocante ragnatela per Spalletti saranno dolori.

giovedì 19 ottobre 2017

Belinelli: l'eroismo dell'adattamento

Non è facile adattarsi ai cambiamenti,non è facile accettare il ruolo che altri forzatamente ti impongono,soprattutto se quel ruolo non rispecchia i tuoi sogni. Però per scalare una montagna bisogna seguire i sentieri. E' così pure nella vita: per raggiungere il successo spesso bisogna seguire strade costruite da altri,per ricercarne una propria. Questa metafora riassume in breve la carriera di Belinelli. Marco continuamente si è adattato a ciò che altri volevano,a ruoli subordinati e a mancanza di responsabilità. Tutto ciò però non rappresenta una debolezza,ma l'eroismo che ti spinge a lottare a testa bassa,accettando ciò che la vita ti mette davanti,sconfiggendo con la determinazione qualsiasi ostacolo per attuare la realizzazione dei propri sogni. D'altronde l'eroe è tale perchè lotta cinque minuti in più degli altri senza arrendersi. Marco questo lo ha fatto,e nonostante nei primi anni di carriera non trovasse riscontro della sua forza nei fatti,non ha mollato,non è tornato in europa,ma è rimasto in america continuando a provarci. Proprio per questo è riuscito a vincere il titolo Nba,proprio per questo è riuscito a trovare la sua ideale dimensione nella lega più forte del mondo.
Quest'anno Marco riparte da Atlanta,una squadra giovane e priva di grandi pretese. Qui può compiere l'ultimo passo per diventare un leader,qui può finalmente dimostrare ciò che vale realmente.
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mercoledì 18 ottobre 2017

Inizia la settantunesima stagione nba parte 2

Eccoci arrivati al secondo episodio in cui analizziamo le varie star del campionato americano che ha aperto i battenti la notte passata.
- Draymond Green. Miglior difensore Nba. Non tanto per le sue qualità da stopper(che ha,indubbiamente),ma per come sa leggere gli attacchi lontani dalla palla. Ha i muscoli,tratta e passa divinamente la sfera,ha una buona mano,tutto bello. Ma la cosa vera è che Green è in grado di pensare basket a livelli"rodmaniani".

-"Demon" Lillard. E' talmente bravo in attacco,che spesso dimentichi i suoi grossi difetti . Scarsa difesa sulla palla e sui blocchi. Passatore rivedibile. Del resto,ci sono squadre che nel game-plan contro i Blazers scrivono"fate quello che volete,ma no jumper per il demonio". Lui allegramente,se ne frega: 20 punti li mette pure con gli occhi chiusi. Demonio,appunto.

-Paul "the avatar" George. E' il Westbrook delle ali piccole. Non aveva più motivazioni a Indiana. A OKC le troverà. Passatore sottovalutato. Dovrebbe migliorare il palleggio,che poi era quello che Jordan diceva spesso a Drexler.

Klay"la torcia" Thompson. Ha il movimento di tiro più dolce della Nba. Ha perso qualche punto di media con l'arrivo di Durant. Ne metterebbe trenta ovunque. Ma lasciamo perdere. Questo qui difende su tre ruoli ed è capace di tenere sul palleggio gente come Lillard o Irving. Vuole vincere.

-Karl Anthony "levissima" Towns. E' un 2.13 naturale come levissima. Può penetrare e schiacciarti in testa a difesa schierata. Sa perfettamente tirare da fuori,prendere il centro area e piazzarti un jump-hook. Due must: migliorare in difesa e iniziare ad "assaggiare" i playoff. Naturale.

-Chris Paul. Uno dei pochi play puri rimasti. Nessuno in grado di leggere i pick&roll come lui. Difensore straordinario,tra i più bravi nel passaggio schiacciato a terra che abbia mai visto,condottiero. Vittorie? Così e così.

-DeMarcus Cousins. Diciamo la verità: è un idiota. Ha tutto(fisicamente e tecnicamente) per poter essere un crack,ma se ne frega. D'altronde,viviamo in un mondo in cui Pachulia è campione Nba,mentre Cousins è campione di falli tecnici.

-Isaiah Thomas. " la cimice velenosa". Guardia tiratrice nel corpo di un(piccolo) play,mentalmente è una bomba. Accanto al re potrà fare bene,ma non è Irving e dovranno coprirlo molto in difesa.

-Jimmy Butler. Lo chiamo "la cosa" per la forza che ha nella parte alta del corpo. Non va mai sotto,subisce contatti e rimane sempre in equilibrio per il tiro. Forse non una vera stella,non un tiratore,ma giocatore solido e difensore affamato. ai T-Wolves se non fa i playoff è fritto.

-Joel Embiid. Eccoci,signori. i centri veri non si sono estinti. Lui è l'evoluzione di Olajuwon,di Ewing,di Robinson. Una nuova razza di atleti e di uomini. Perchè Embiid non è un sette piedi che tira da tre e casomai,se capita,fa a sportellate sotto canestro. Embiid è prima un centro vero con movimenti in post basso,poi è in grado di tirare da fuori come arma tattica. C'è una bella differenza. Se sta in salute(speriamo),e meno sui social(speriamo),farà la differenza

martedì 17 ottobre 2017

Manchester City-Napoli, o meglio Guardiola contro Sarri

Stasera a Manchester gli azzurri sfideranno i Citizens: sarà scontro tra filosofie di calcio simili fatte di passaggi corti e manovre d'attacco veloci e dinamiche.
Ci sono dodici anni di differenza tra Maurizio Sarri e Pep Guardiola. Ma i ruoli sono perfettamente invertiti, lo spagnolo ha 46 anni ed è da ormai una decina da anni  uno dei migliori allenatori sul panorama mondiale; dall'altra parte c'è Maurizio Sarri che nel calcio di Guardiola si specchia ormai da tempo. Stasera assisteremo a questo derby tra giovane maestro(Guardiola) e anziano discepolo(Sarri).
Quando Guardiola vinceva la sua prima Liga e la sua prima Champions(2009), Maurizio Sarri allenava in lega pro,più precisamente allenava il Perugia,venendo tra l'altro esonerato dopo aver perso con il Gallipoli. Prima di arrivare in serie a è dovuto passare da altre squadre: Grosseto,Alessandria,Sorrento ed Empoli. Poi è arrivato in serie a e ha fatto apprezzare il suo gioco a tutta italia,portando il Napoli al primo posto in classifica e dandogli un ruolo da favorito mettendosi addirittura davanti alla Juventus. Finalmente adesso può sfidare in Champions il suo giovane maestro spirituale,che tra l'altro in questo momento sta trapiantando i geni del tiki-taka nel Manchester City,che si è messo in testa di vincere Premier e Champions League nello stesso anno.
Pare proprio che Pep al City abbia trovato l'ambiente giusto per lavorare al meglio,come il Napoli il City fa gol a valanga,quasi come il Barcellona di Messi ai suoi tempi,solo che adesso i gol li fanno Aguero,Jesus,Sterling&c. Il City è saldamente al comando della classifica della premier league e ha vinto all'esordio in champions. Dall'altra parte il Napoli ha perso la prima partita di champions,ma sta facendo uno splendido campionato,anzi ancora meglio del City. Il gioco di Guardiola affascina e coinvolge il pubblico dell'Etihad Stadium. Se un tempo in Spagna tutti conoscevano il termine Guardiolismo,oggi in Italia abbiamo tutti chiaro cosa sia il Sarrismo: un calcio matematico fatto di studi e faticosi allenamenti,super disciplinato,mandato in campo metodicamente a memoria. Con tre interpreti d'attacco( Insigne-Mertens-Callejon),che con le dovute differenze e proporzioni ha preso parecchio dagli schemi di Messi,Xavi e Iniesta. Giocatori fisicamente non imponenti,ma rapidissimi e imprevedibili. Se il tiki-taka guardiolista può risultare in alcuni casi addirittura noioso,il calcio di Sarri no: è un po' più diretto ed energico.
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentis,ha addirittura fatto una dichiarazione piuttosto impegnativa:" non farei mai a cambio con Guardiola,neanche se prendessero lo stesso stipendio. Sarri è in crescita". L'ammirazione di Sarri nei confronti di Guardiola non è mai stato un segreto,e magari l'aspirazione è quella di fare un giorno del Napoli, il Barcellona d'Italia. Pura utopia? Chissà.
Guardiola dall'Inghilterra parla bene di Insigne e Sarri:" Insigne è un top player,è molto bravo a muoversi negli spazi,anche se è il gioco del Napoli lo aiuta a rendere meglio. Il Napoli gioca alla grande e invito tutti a venire allo stadio a vederci,perchè sarà una bellissima partita. Noi e il Napoli abbiamo le stesse idee di gioco. Un grande match con la gioia di poter sfidare Sarri,uno degli allenatori che ammiro di più". Amore a prima vista dunque,adesso non resta che giocarsela. Il giovane maestro e l'anziano discepolo.
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Inizia la settantunesima stagione nba parte 1

Stanotte inizia la 71esima stagione della lega. In questo articolo andiamo a vedere alcuni miei pensieri sparsi sui vari protagonisti.

-Russell Westbrook. Quando spinge la palla vede le "scie chimiche" sul campo. A volte esagera e la sua selezione di tiro ne risente. Dovrà fare il generale,a discapito di qualche tripla doppia.

-Lebron James. Questo qui(a 32 anni) continua a migliorare. Miglior passatore Nba per qualità di letture e capacità di aprire il gioco sul perimetro. Kyrie gli faceva comodo in attacco,ma un altro modo per fare assist lo troverà di sicuro.

-Steph Curry. Se mettono il tiro da 4 punti,ne fa 50 di media. Ray Allen,Reggie Miller,Steve Kerr,forse il meglio di sempre dall'arco,ma in spot-up. Lui lo è dal palleggio. Tra tutti i killer,è quello a cui apriresti la porta di casa.

-Kyrie Irving. Voleva essere un primo violino in un contesto che conta. Pippen non vedeva se stesso senza Jordan,però ognuno fa come crede. Il top sulla piazza nell'uno contro uno in palleggio. Ha fatto del cross-over una "signature move". Devastante.

-Kevin Durant. Le migliori macchine offensive della storia? Wilt,Kevin,Kareem,Michael,Shaq,Allen,Kobe...di questo stiamo parlando. Personalmente, il più bell'arresto a due tempi in corsa della lega. Con un anno di rodaggio ai Warriors,c'è da tremare.

-Kawhi"Robocop"Leonard. Miglior difensore in ala dai tempi di Pippen. Ancora più bravo,per me nella "prevent defense",dove servono solo occhi per guardarlo. In attacco sembra Mitch Richmond con le braccia di Olajuwon e le mani di Mutombo. Un bel mix? Gli Spurs non sono più quelli di una volta. Ma dopo Lebron James,nessuno oggi cambia le squadre come "Robocop".

-James Harden " La barba con il giocatore intorno". Un bulldog che tratta la sfera da padreterno. Un regista offensivo senza pari,anche per la sensibilità nello sfruttare i passi falsi(o fuori tempo) del difensore. A volte esagera troppo da fuori. Ha tutto per poter essere un grande difensore tranne la voglia.

-Giannis Antetokuompo. Avete mai visto un giocatore staccare il terzo tempo dalla linea del tiro libero? Si certo. Anche dalla propria linea di tiro libero? Dai,su. Non scherziamo.

-Anthony" the monstar" Davis. Ha messo su due spalle alla Karl Malone,ma in transizione sembra una guardia. Arma letale,arma totale. Si totale,da quando ha iniziato a dilettarsi nei "long 2". Un altro passetto ancora, e se la gioca dal perimetro. La nuova specie.

-John Wall. Ha ridisegnato il ruolo del playmaker moderno. Non un combo,non una guardia che gioca da 1. Proprio un vero play con la gioia di distribuirla ai compagni. Palla in mano,fa paura. Ha tanto,tantissimo talento. Se dovesse iniziare a metterla anche da fuori,segna un epoca


lunedì 16 ottobre 2017

Sorprese Nba: occhio a Will Barton

Questo è il primo di 4 appuntamenti in cui andremo ad analizzare una possibile sorpresa della stagione americana che sta prendendo il via, oggi partiamo con Will Barton giocatore dei Denver Nuggets.
Proprio i Denver Nuggets saranno uno dei team più interessanti da vedere in questa stagione: hanno lunghi con un'ottima visione di gioco e giovani con potenziale. Bisogna però ricordare che per ogni giocatore in grado di passare la palla,ce ne deve essere uno in grado di segnare. Segnare punti è sempre stato l'obiettivo principale di Barton in Nba: fattore che gli permette di candidarsi perennemente al titolo di sixth man of the year.
Will è un ottimo schiacciatore ed è un giocatore che ama avere la palla in mano;il tiro è stato fin dalla prima stagione Nba un suo punto debole,ma è riuscito a migliorarsi nel passare degli anni fino ad arrivare al 37% da oltre l'arco,finalmente non è più battezzabile da oltre l'arco.
"Will the thrill" non è però soltanto un realizzatore,nella scorsa stagione Barton ha avuto un'ast % del 17.7%; un obiettivo per la prossima stagione? Tagliare il traguardo dei 200 assist totali. La percentuale citata sopra è più alta di passatori del calibro di Gary Harris,Mason Plumlee e Jamal Murray.
Quali sono i motivi che mi fanno pensare che Barton avrà una grande stagione? Al momento Denver è carente nello spot di ala piccola,e si ritrova con giocatori che sono troppo lenti per marcare la maggior parte delle ali avversarie. Ora,Barton non è certo famoso per la sua difesa,ma è il giocatore più adatto a tenere il passo di giocatori veloci rispetto a Wilson Chandler e Juancho Hernangomez. Barton avrà la possibilità di giocare molti più minuti rispetto ai 28 di media delle scorse stagioni,che sia partendo dal quintetto iniziale o dalla panchina. Le skills di Barton sono vicine a quelle di una point guard,ma la sua forza e la sua stazza gli permettono di marcare le ali piccole avversarie.
In un team che gioca con due tiratori(Murray e Harris) e con due big-man con un'ottima visione di gioco(Jokic e Millsap),Barton sembra proprio il giocatore giusto per completare il quintetto iniziale. Inoltre in caso di partenza nello starting five,potrebbe avere un benefit aggiuntivo che non ha avuto troppo spesso in passato:giocare insieme a Jokic. Quest'ultimo ha condiviso il parquet con Barton soltanto per 638 minutinell'ultima stagione,il settimo per condivisione di minuti con il "Joker". Di questi sette nessuno ha avuto un net rating più alto della coppia Barton-Jokic. Da quando è arrivato a Denver,Barton ha registrato delle medie di 17.5 punti,6.6 rimbalzi e 3.5 assist per 36 minuti di utilizzo medio. Queste sono tra le migliori medie di ali tiratrici nella lega,soprattutto se si considera che lui non è mai stato un tiratore "puro".
I Nuggets si sono assicurati un buon giocatore e ora hanno il dovere di correre il rischio: devono fargli passare più tempo sul parquet. Un anno con più minuti a disposizione,un team in crescita e la chance di essere nel quintetto titolare forniranno a Barton la possibilità di mostrare alla lega quanto effettivamente vale.
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domenica 15 ottobre 2017

#Sunday Thoughts: Trevor Ariza

Un vero collante,uno dei giocatori più longevi e sottovalutati della lega,un giocatore che si prende sempre le sue responsabilità.
Ariza sta per affrontare la sua quattordicesima stagione in Nba,dietro ci sono ben 13 anni di uscite dai blocchi,di palle recuperate e di serate passate a difendere giocatori del calibro di Kobe Bryant o Carmelo Anthony,non proprio gli ultimi arrivati insomma.
Qualora vi dovesse mai capitare di poter fare una domanda a Trevor Ariza provate a chiedergli qualcosa sulla trade che lo portò da Orlando in california,tra le file dei Los Angeles Lakers di Kobe Bryant,donandogli di fatto un'occasione per giocare(ed imparare) da uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Lui vi risponderebbe:" dovevo imparare a lavorare duramente,dovevo imparare a fare diverse cose nel modo corretto,ma soprattutto dovevo imparare il tipo di mentalità che serve per giocare ad alto livello per lungo tempo in questa lega,quindi giocare con lui(Kobe Bryant) ha sicuramente aiutato la mia carriera",la sola presenza del "mamba" spingeva Ariza a migliorarsi. Trevor giocò i playoff del 2009 splendidamente e fu parte integrante del titolo conquistato in gara 5 contro gli Orlando Magic. L'attuale Rockets sputò sangue su ogni palla: che fosse una rubata,un rimbalzo o una tripla( tanto che finì nella top 5 dei migliori tiratori da oltre l'arco nei playoff).
Lo stesso Kobe Bryant dichiarò che il giovane Ariza aveva la sua stessa mentalità:" fu questo che rese quella squadra grandiosa,eravamo un branco di lupi".
Arrivò poi l'estate del 2009 e i vari Ron Artest( in partenza per Los Angeles) Yao Ming(fuori per l'intera stagione) e Tracy Mcgrady( sotto i ferri della microchirurgia) aprirono un occasione d'oro per Ariza che si accasò a Houston con un contratto da 33.8 milioni di dollari in 5 anni,era il momento di farsi valere e diventare un leader.
A Houston cambiò ruolo e i suoi tiri totali aumentarono da una media di 7.3 a una di 13.9 ,così come i punti che passarono da 8.9 a 14.9. Nonostante questi consistenti miglioramenti però,l'ex Lakers non era pronto a giocare 37 minuti a notte,e con un brutto finale di regular season non riuscì a trascinare i Rockets ai playoff. Quello fu comunque un'anno importante per Ariza che disse ai microfoni:" ho capito il mio gioco,so cosa sono in grado di fare e cosa non posso permettermi di fare".
Dopo alcune esperienze a New Orleans e nella capitale,nel 2014 Ariza divenne di nuovo free agent,rifirmò con la franchigia texana,questa volta un quadriennale da 32 milioni di dollari. I Rockets acquisirono un giocatore molto più maturo rispetto al giovane proveniente da Los Angeles 5 anni prima. Dopo questa breve storia sul giocatore andiamo a vedere da vicino le statistiche di Trevor.
Molto spesso i giocatori Nba hanno picchi di breve durata poichè allenano le loro doti,ma non conoscono le loro debolezze. Trevor Ariza è riuscito a sostenere una carriera così lunga poichè ha incentrato i suoi allenamenti su due cose: il tiro da tre e la difesa.
Negli ultimi tre anni a Houston,Ariza ha tentato molte più triple,arrivando a un totale di 6.6 a stagione. Prima dell'arrivo della morey ball,Trevor tirava da tre il 17.8% delle volte; dopo l'approdo di D'antoni il dato è salito al 70%.
Ariza è la personificazione del role-player per eccellenza; nell'ultima stagione l'81.6% dei suoi canestri sono stati assistiti e non ha mai richiesto per troppo tempo la palla in mano. Per quanto riguarda la difesa,spesso Ariza viene messo a marcare i giocatori più forti delle altre squadre; tuttavia ha un defrtg da 107.6,meglio di Avery Bradley e Paul George e di poco sotto a Klay Thompson e Pj Tucker. Ariza è molto bravo a leggere le linee di passaggio avversarie ed è particolarmente fastidioso finchè non indossi la sua stessa maglia. La capacità di guidare la squadra e l'altruismo di Trevor permettono a Houston di costruire una roccaforte sicura dentro cui rifugiarsi nei momenti difficili.
Basta parlare con chi lavora con lui tutti i giorni per capire la grandezza di questo giocatore. Chris Paul ha dichiarato che il principale motivo per cui si è voluto trasferire a Houston è stata la sua amicizia con Ariza e lo spazio che quest'ultimo è riuscito a ricavarsi; D'antoni dice semplicemente che:" può fare tutto,ricopre moltissime aree".
E' chiaro che Ariza è un uomo che tiene unite le squadre,tanto da essere stato nominato team mate of the year due volte di seguito dalla Nbpa. Se chiedete all'ex annunciatore dei Rockets Joel Blank di Ariza vi risponderà con le seguenti parole:" è il leader segreto di questa squadraa,si occupa di mantenere un buon ambiente in spogliatoio e filma gli allenamenti,in modo che la sua esperienza funga da base giornaliera per il resto della squadra. Gli allenatori lo vedono come il capitano della barca e si fidano di lui in difesa. Non è quello che fa più spettacolo,ma credetemi che tutta la squadra lo rispetta e lo ascolta,ogni giorno".
Quindi quando vi lamenterete per una tripla sbagliata da Ariza ricordatevi che è stato la colla della squadra per tutti questi anni,potrebbe avere le mani appiccicose.
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venerdì 13 ottobre 2017

#teamwatch Minnesota Timberwolves

Un'era geologica fa un manipolo di audaci guidati da Kevin Garnett,spalleggiato da Latrell Sprewell e Sam Cassell,riscaldava il gelido Minnesota,portando i Wolves fino alle finali di conference. Era il 2004 lo pterodattilo non si era ancora estinto,Lebron era un rookie e George W Bush stava per concludere il suo primo mandato per dire.
Oggi dopo anni di totale ricostruzione i Timberwolves tornano ad essere uno dei team più ricchi di talento e per questo i lupi del Midwest,sono pronti a rinverdire cotanti ambizioni. Sulla carta hanno tutto per farlo,ma lo devono ancora dimostrare sul parquet. Tom Thibodeu ha a disposizione il talento e il potenziale infinito di Towns e Wiggins a cui si è aggiunta questa estate una stella come Jimmy Butler,voilà il gioco sembra fatto. I T'wolves di quest'anno saranno più lunghi più pesanti, più "sporchi e cattivi" che mai. In un campionato dove le spaziature sono il nuovo dogma e il tiro la chiave per scardinare le difese avversarie, Minnesota sembra ancora tutta da testare,come potenziale da fuoco. Aver nessuno sopra il 40% dal perimetro non rappresenta il miglior viatico per tenere le difese avversarie in apprensione dalla lunga distanza.
In fase difensiva ci si aspetta un miglioramento da parte di Towns e Wiggins,soprattutto quando in campo ci saranno due mentori come Butler e Gibson,ma la difesa richiede applicazione fisica e mentale costante. Jimmy Butler sarà poi l'elemento fondamentale,per togliere pressioni a Towns e Wiggins,quest'ultimo spesso si ritrovava a difendere contro gente molto più grossa di lui e questo lo poneva in svantaggio in fase di non possesso palla.
Grandi speranze e grandi sfide all'orizzonte per Minnesota. La base e il potenziale per il grande salto ci sono,ma sarà necessario lavorare sugli equilibri di squadra e sullo sviluppo dei singoli. Non banale emergere in una western conference sempre più competitiva.
Good luck e buon lavoro lupi. Ne avrete bisogno.

giovedì 12 ottobre 2017

Serie b palermo resoconto dopo 8 giornate

Facciamo un primo resoconto del Palermo in queste prime 8 giornate.
Partiamo dai dati di fatto: primi in classifica,seconda miglior difesa del campionato,unici imbattuti,media gol di medio rendimento( poco più di un gol a partita) e assenze importanti causate dalle varie convocazioni in nazionale. Oggettivamente è un buon inizio,onestamente è un discreto palermo anche se ancora c'è qualche sbavatura di troppo. Partiamo dal portiere, Posavec è un portiere molto giovane,promettente,ma con poca esperienza quindi secondo me per una serie b così tirata Pomini sarebbe meglio. Sulla difesa non c'è molto da dire,quasi perfetta,forse l'unico aspetto da migliorare è la concentrazione negli ultimi secondi di gara. Passiamo al centrocampo Jajalo,Chochev,Muravski,Dawidowicz,Gnahorè e Rolando sono tutti dei discreti centrocampisti,la maggior parte di questi giocatori sono molto promettenti in prospettiva. Essendo poco esperti Tedino dovrà essere bravo a mantenere competitività in quel ruolo in maniera tale da tenere sempre alta la tensione e aver pronte diverse carte da giocare. Ora passiamo alle noti dolenti di questa squadra ovvero le fasce,a sinistra c'è Aleesami che non è al meglio,ma nel suo piccolo qualcosa di buono la produce,a destra invece il problema è più grave del previsto Rispoli e Morganella sono completamente fuori condizione e si sente la loro mancanza. In attacco invece non ci dovrebbero essere problemi, Nestorovsky,Trajkovski,Embalo,Coronado,Monachello e La Gumina sono secondo me un parco attaccanti di alto livello per la serie b,ma le convocazioni dei due macedoni in nazionale ci tagliano in parte le gambe.
Tutto sommato questo palermo promette bene,Tedino piano piano sta facendo il suo lavoro,ha riportato armonia nel gruppo,il palermo gioca già discretamente dopo 8 giornate però potrebbe osare un po' di più in fase offensiva. In più al Barbera contro il parma lo stadio non era vuoto come al solito,questo per dire che se i punti arrivano, arrivano anche i tifosi allo stadio,e noi sappiamo che la "Favorita" quando si riempe diventa una roccaforte e fa paura a tutti.

mercoledì 11 ottobre 2017

Speciale schemi basket: x out rotation

Eccoci ritrovati nel secondo episodio di speciale schemi,una rubrica settimanale in cui analizzo schemi offensivi,set plays e tecniche difensive evidenziandone vantaggi e debolezze.
Oggi parlerò della x-out rotation,un tipo di rotazione difensiva abbastanza utilizzata; in ambito Nba le squadre che ne usufruiscono sono Bucks,Hornets e Spurs( anche se quest'ultimi cambiano delle cose all'interno di questo schema).
Innanzitutto capiamo di cosa si tratta: è uno switch difensivo fra i due difensori della weak side a seguito di penetrazione/pick&roll/un'azione dell'attacco che pone la difesa in inferiorità. Viene chiamato così perchè tracciando il movimento dei due difensori si formerà una  x( a causa dello switch),e poichè si tratta di close out( ovvero recupero difensivo dal pitturato verso la linea da tre).
Il classico esempio è una penetrazione sulla linea di fondo: il difensore del portatore di palla è battuto( si ha quindi una sorta di 4vs5),quindi il difensore più prossimo (solitamente il centro) si muove verso il portatore di palla proteggendo il canestro,mentre uno dei due difensori in weak side "steppa" avanti,di solito per "dumpare" il lungo rollante( ovvero evitare che quest'ultimo riceva una palla comoda nel pitturato con canestro sguarnito). Questa situazione porta ovviamente l'altro difensore in weak side a una sorta di difesa a zona fra i due attaccanti sul lato debole: andrà a chiudere(con closeout) sul primo dei due che riceve palla dallo scarico;mentre l'altro difensore,dopo aver dumpato in aiuto il lungo,chiuderà sull'altro.

  • Perchè è utilizzata? innanzitutto perchè se svolta bene è efficace,è una scelta aggressiva che può stravolgere i piani offensivi e che riesce bene a recuperare una situazione critica
  • Quali sono i punti deboli? la comunicazione è fondamentale,come in ogni caso di cambio: basta un minimo errore e si concede una tripla aperta. E' inoltre importante nell'esecuzione del closeout evitare di essere battibbili palla a terra. Infine è fondamentale che il "difensore a zona" non si perda troppo in aiuto verso il pitturato,altrimenti la distanza da recuperare rispetto all'uomo da marcare diventa insostenibile.
  • Come può reagire l'attacco? Principalmente sfruttando errorini difensivi: se il "difensore a zona" tiene troppa attenzione alla palla,un taglio verso il canestro apre un facile lay-up; se invece nel momento dello scarico egli è già indirizzato verso uno dei due attaccanti(nell'intento di anticipare l'attacco tendendo verso la soluzione offensiva primaria) un semplice passaggio verso l'altro giocatore permette di avere un tiro da tre non contestato. Infine,una soluzione ottimale è quella di bloccare il difensore che dumpa il pick&roll(blocco facilmente eseguibile proprio dal rollante),così da impedire il suo recupero e avere un tiro da tre wide-open.



martedì 10 ottobre 2017

NBA 2017 2018 Atlanta Hawks si ricomincia da zero

Gli " Spurs of the east" sono oramai un ricordo. Gli Atlanta Hawks infatti hanno deciso di ricostruire da zero. Cosi lasciati andare via Dwight Howard,Paul Millsap e Tim Hardway jr. La città della coca cola si presenta alla stagione con otto giocatori nuovi e con Dennis Schroeder come unica garanzia. Nel suo ultimo anno di contratto Belinelli diventerà probabilmente il sesto uomo di una squadra che si è ringiovanita e che guarda al futuro,le lacune del roster sono evidenti.

Probabile quintetto: Dennis Schroeder-Kent Bazemore-Taurean Prince-Ersan ilyasova-Dewayne Dedmon

La sicurezza: Per poter regalare qualche gioia a dei rassegnati tifosi serve che Schroeder faccia dei passi avanti,potenzialmente può diventare uno dei play più forti della Eastern Conference. Con Belinelli e Babbitt i suoi scarichi dovrebbero tradursi in produzione dal perimetro,il tedesco però per fare il vero salto di qualità dovrà cercare di ridurre il numero di palle perse.

Punti di domanda: le incognite per una squadra rinnovata e ringiovanita di certo non mancano,diventerà interessante capire che uso faranno del rookie John Collins. Probabilmente neanche gli Hawks potevano immaginarsi di ritrovare l'ala di Wake Forest disponibile alla 19esima chiamata. Collins dovrebbe ritagliarsi un interessante minutaggio,ma la sua transizione al basket Nba è tutta da scoprire. Di certo il rookie suscita parecchio interesse,ma i punti interrogativi non mancano.

Obiettivo: Una buona dose di sano realismo non guasta mai e quindi nonostante un po' tutti a est sembrano convinti di poter puntare alla postseason,la lottery dovrebbe diventare l'inevitabile epilogo per la stagione di Atlanta. Dopo 10 stagioni consecutive ai playoff quest'anno il campionato degli Hawks sembra destinato a concludersi il 10 aprile.
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giovedì 5 ottobre 2017

nba 2017-2018 San Antonio Spurs: a Popovich servono Leonard e Aldridge

Gli Spurs vogliono provare a creare grattacapi a Golden State,anche se l'estate non ha ridotto il gap che c'è tra le due squadre. Le voci che davano prima Chris Paul e poi Kile Lowry in Texas non si sono rivelate vere. Gli Spurs hanno provato a puntellare il roster con un veterano come Rudy Gay.
Popovich ha bisogno di un cambio di passo di Lamarcus Aldridge che è stato troppo altalenante la scorsa stagione. Mills e Murray si divideranno i minuti in regia fino al pieno recupero di Tony Parker,a Leonard invece sarà chiesto di fare la differenza come al solito sui due lati di campo.

Probabile quintetto: Tony Parker-Danny Green-Kawhi Leonard-Lamarcus Aldridge-Pau Gasol

La sicurezza: Kawhi Leonard è un giocatore assolutamente unico. Leonard lotterà anche nella prossima stagione per il titolo di mvp,restando la prima opzione offensiva di una squadra sempre più sua. I tifosi Spurs si aspettano tanto da lui,senza dimenticare che rimane il favorito per il premio di defensive player of the year.

Punti di domanda: il vero problema per Popovich arriva dall'affidabilità in regia,Parker tornerà disponibile solo per gennaio,nel ruolo di play quindi si dividernno i minuti l'affidabile Mills e Murray che nella scorsa stagione(rookie) ha collezionato meno di nove minuti a partita. Non proprio la situazione ideale per una squadra che punta al titolo.

Obiettivo: gli Spurs sono gli Spurs e quindi giocano per il titolo. Sulla carta le squadre superiori sono Golden State e Houston. Con Leonard,l'esperienza dei veterani,la "cultura vincente" del club e naturalmente Pop in panchina l'obiettivo resta comunque l'anello. Senza Parker sicuramente sarà dura,ma San Antonio è convinta di potersi giocare le sue carte,e magari mettere in difficoltà i campioni in carica nella postseason.
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mercoledì 4 ottobre 2017

serie a: Inter questa difesa è una diga

L'Inter ha preso solo 3 gol,il top in serie a,ma soprattutto non accadeva dalla stagione 2010/2011.
L'ermetismo di questa difesa non è riassumibile solamente nel lavoro di Miranda,Skriniar e Handanovic; il discorso è ben più ampio,coinvolge i due terzini e anche tutti gli altri giocatori di movimento quando si organizzano nella fase di non possesso palla. A Spalletti va consegnato il merito di aver reso più solida l'intera fase difensiva della squadra nerazzurra. In quattro di sette partite i nerazzurri hanno chiuso con la rete inviolata. Una solidità che cementa le ambizioni,specialmente in italia dove solitamente vince chi si piega meno volte a raccogliere palloni nella propria porta.
Un giocatore che sta rendendo molto bene è sicuramente Milan Skriniar,c'è chi paragona l'ex Sampdoria a Walter Samuel,ma forse stanno correndo un po' troppo.
L'Inter è al terzo posto sia nella classifica dei tiri subiti nello specchio sia in quelli subiti all'interno dell'area. Se si vuole continuare a sognare bisognerà mantenere questa solidità difensiva anche dopo la sosta.
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martedì 3 ottobre 2017

NBA 2017-2018 PORTLAND TRAIL BLAZERS: ATTORNO A LILLARD TROPPE INCOGNITE

A Portland le equazioni sono semplici: Damian Lillard più Mcollum uguale divertimento; Lillard più Mcollum più Jusuf Nurkic uguale la chance di diventare una potenza del west.
Il problema per i Blazers è che il basket non è matematica,e se ad una delle star più sottovalutate della lega,ad un ottimo secondo violino e a un centro con tanto potenziale non affianchi altri buoni giocatori di supporto anche l'equazione più inattacabile rischia di fallire. Attorno alle tre colonne serve di più per avere certezze,ma soprattutto serve che Terry Stotts faccia un altro miracolo come quando accanto a Lillard c'erano Aldridge e Batum.

Probabile quintetto: Damien Lillard-CJ Mcollum-Maurice Harkless-Al Farouq Aminu-Jusuf Nurkic

La sicurezza: Lillard è nell'elenco dei giocatori più sottovalutati della Nba. Nella passata stagione ha fatto un ulteriore salto di qualità,imperversando a 27 punti di media. E' migliorato in ciascuno dei 5 anni di carriera,e per lanciare Portland nell'olimpo del west dovrà farlo ancora.
Insieme a Mcollum forma uno dei backcourt più forti della association sul versante offensivo,su quello difensivo un po' meno... intanto l'essenza di Portland sono loro

Punti di domanda: Il problema di questi Blazers è il supporting cast. Harkless e Aminu sono quelli che dovrebbero fare di più; Mo in carriera non è mai andato oltre i 10 punti di media,mentre Aminu dovrà fare la differenza in difesa. Insomma le riserve dei Blazers non hanno i numeri per aiutare i titolari.

Obiettivo: L'anno scorso hanno acciuffato i playoff per un soffio,quest'anno puntano ad arrivare addirittura tra le prime 4. La struttura base della squadra formata dal trio Lillard-Mcollum-Nurkic ha mostrato nel finale della passata stagione di poter competere con chiunque. A basket però non si gioca in tre,per cui in un ovest dove ci sono almeno 10 pretendenti ai playoff,se un infortunio dovesse colpire uno dei big three potrebbe addiritura rimanere fuori dalla postseason. Uno scenario che per una delle squadre col monte salariale più alto della Nba sarebbe apocalittico.
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NBA 2017-2018 UTAH JAZZ: SENZA HAYWARD TUTTO IN MANO A GOBERT

Essere pronti a spiccare il volo e improvvisamente,ritrovarsi senza un'ala. Metaforicamente e non solo.
Gli Utah Jazz erano pronti a fare un ulteriore passo in avanti dopo un'ottima stagione,ma hanno perso il pezzo più pregiato. Gordon Hayward è andato a Boston,senza di lui i sogni di gloria vanno messi da parte. Nonostante ciò Utah non riparte da zero,c'è Rudy Gobert uno dei migliori centri della lega;c'è Rodney Hood,realizzatore collaudato,ma soprattutto c'è un sistema,quello costruito da Quin Snyder che si è mostrato efficiente in ogni caso.

Probabile quintetto: Ricky Rubio-Rodney Hood-Joe Ingles-Derrick Favors-Rudy Gobert

La sicurezza: pescato quattro anni fa alla fine del primo giro,Rudy Gobert è diventato in pochissimo tempo uno dei migliori lunghi della lega. L'anno scorso le giocate a protezione del ferro lo hanno reso un elemento essenziale per le 51 vittorie dei Jazz in regular season. Senza Hayward dovrà aumentare la produzione offensiva,anche se Gobert è un giocatore fortemente orientato verso la metà campo difensiva. Se dovesse diventare abile a segnare costantemente potrebbe definitivamente trasformarsi in stella.

Punti di domanda: il ruolo di playmaker verrà condiviso tra Rubio ed Exum. Tutti e due sicuramente non peccano di talento,ma gli manca la fase realizzativa. Rubio è un gran passatore e ha un grande fiuto per i recuperi,ma il tiro da fuori incostante lo rende un bersaglio facile per le difese avversarie. Exum è stato scelto al quinto posto nel draft 2014,ma deve ancora mostrare quanto valga davvero.Sicuramente è molto atletico,ma ha mostrato limiti in attacco,sia al tiro(29% lo scorso anno) che nelle letture. Se Utah vuole entrare nelle prime 8 deve sperare che almeno uno dei due faccia dei progressi.

Obiettivo: ripetere le 51 vittorie dell'anno scorso sembra parecchio difficile,nel migliore dei casi arrivano una quarantina abbondante di vittorie,sufficienti per strappare l'ottavo posto ai playoff. Nel peggiore dei casi l'assenza di Hayward si fa sentire e i Jazz finiscono per fare una stagione mediocre e con tante sconfitte.
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TEODOSIC OTTIMO ESORDIO IN NBA

Siamo solo all'inizio,certo.
E' sbagliato generalizzare e prevedere un futuro incerto,certo.
E' solo la pre-season e nessuno si impegna,certo.
Ma l'altra sera Teodosic ha giocato alla grande la sua prima partita nba,non schiacciando o stoppando,ma dominando con la tecnica,con i fondamentali,con l'intelligenza. Tutte quelle capacità che ha accumulato ,imparato e raffinato in Europa,non al college,non in America.
Questo è un monito che dobbiamo tenerci caro e fisso nell'orizzonte del nostro destino cestistico nazionale. Basta ricercare ciecamente talenti provenienti da oltre-oceano nella finta speranza di migliorare i nostri campionati.
Basta celebrare l'atletismo come unico requisito per trionfare ed essere campioni.
Con questa partita Teodosic,così come molti altri giocatori europei,ha dimostrato che lo studio del basket è l'unica arma su cui si può forgiare un gran giocatore. Ha dimostrato che credere nei nostri giovani,e non in quelli di altri stati,è l'unica strada per permettere alla nuova generazione di diventare una grande e forte colletività.
Teodosic è arrivato in Nba dopo tanti anni di onorata carriera in europa. Una carriera che si staglia a concretizzazione reale della speranza,ancora viva ma fragileche l'investire instrutture,in progetti e in idee può condurre ad ottimi risultati.
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lunedì 2 ottobre 2017

NBA 2017-2018 INDIANA PACERS RIFONDAZIONE TOTALE

Estate da incubo per i tifosi dei Pacers,ci sono stati gli addii di Larry Bird e Paul George in cambio di un piatto di lenticchie e soprattutto sono stati sbeffeggiati da mezza nba per le scelte fatte.
Nonostante siano successe queste cose la stagione sta per cominciare per cui bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per far crescere i giovani,in una città dalla grande tradizione cestistica

probabile quintetto: Darren Collison-Victor Oladipo-Bojan bogdanovic-Thaddeus Young- Myles Turner

La sicurezza: Myles Turner,21 anni è uno dei lunghi più interessanti della nuova generazione,con la partenza di Paul George diventa definitivamente l'uomo franchigia,ora sta a lui crescere e dimostrare di saper prendersi le responsabilità nei momenti importanti delle partite. Le doti le ha,ora deve solo dimostrare di volerle sfruttare.

Punti di domanda: Durante la free agency i Pacers hanno portato a Indiana due guardie: Collison e Joseph. Nessuno dei due però rappresenta secondo me la soluzione giusta per questa squadra. Collison è un buon tiratore che può garantire punti in pochi minuti,mentre Joseph è un buon difensore che ha come punto di forza la lettura di gioco. Sono tutti e due molto bassi,quindi farli giocare tutti e due assieme può essere un'arma a doppio taglio,infatti potrebbero pagare dazio in centimetri

Obiettivo: Ricostruire,puntando magari sull'interessante coppia Turner-Sabonis. Per far sviluppare questo duo serve però scambiare young,magari per talenti giovani o scelte nella finestra del mercato invernale.
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SERIE B: 4 SQUADRE AL COMANDO

Al termine della 7 giornata di serie b ci sono ben quattro squadre al comando con 13 punti.
L'Avellino fa un grande balzo in avanti e raggiunge la vetta dopo la vittoria contro l'Empoli,sotto 0-2 rimonta fino al 3-2 a favore. La capolista Perugia perde 2-1 al Rigamonti di Brescia,la squadra di casa recupera dallo 0-1 sotto,mentre finisce 0-0 la sfida tra Ascoli e Palermo.

Ascoli-Palermo:
Pareggio soporifero tra Ascoli e Palermo,le due squadre si sono annullate a vicenda e ci sono stati pochissimi spunti vivaci. Nel primo tempo l'Ascoli sembra essere quella che più cerca la via della rete,seppur senza sbilanciarsi troppo. Il secondo tempo si apre con una clamorosa palla gol al 5° minuto di Rispoli che però da un metro tira addosso a Lanni; l'illusione di poter assistere a un match più acceso si spegne in breve tempo. A nulla serve l'ingresso di Coronado e Trajkovski. Non succede niente fino al fischio finale; la squadra di casa controlla la partita e gli ospiti non riescono mai a premere sull'acceleratore. Per l'Ascoli è un buon punto,il Palermo se vuole la promozione deve fare decisamente di più.
tifosi palermitani divisi
Dal punto di vista dei tifosi,il pubblico palermitano è diviso sul pareggio; c'è il popolo degli scontenti che non è entusiasta del misero punto,ne avrebbe voluti tre con tanto di spettacolo; poi invece c'è chi ha guardato la classifica e si è accorto che il Palermo è momentaneamente capolista. L'Ascoli è una squadra che si difende bene,ma ti può punire nelle ripartenze dopo aver recuperato palla.
Chi segue la serie b sa che certi pareggi sono benedetti e nulla è da ritenere perso. Con tre pareggi fuori casa,con una squadra non al completo e non al 100%, la squadra rosanero è attualmente prima in campionato. Manca lo spettacolo,ma non manca certo il tempo per ricercarlo,anche perchè il Pordenone di Tedino era apprezzato proprio per il bel gioco che mostrava in campo,forse serve anche un po' di coraggio in più,ma fino ad ora la classifica da di certo ragione al tecnico. Chi lo sa,magari se Tedino avesse osato di più avrebbe perso qualche punto per strada e lo avremmo accusato di presunzione o di avere poca esperienza.