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martedì 24 ottobre 2017

Aldridge: abbiamo un problema

L’ultima stagione non è stata delle migliori. Direi di no. Quasi tutti i numeri sotto le sue medie carriera. Brutto segno. Considerato, soprattutto negli anni di Portland, un giocatore molto influente a livello offensivo, molto efficace dal post-alto, in grado di metterla dalla media anche cadendo all’indietro e con l’uomo addosso, ombre sono apparse su Aldridge in maglia Spurs. Ha 32 anni, a quell’età non migliori più (se non ti chiami Lebron). Puoi (devi?) cambiare, però, il tuo gioco, adattandoti al contesto. Cosa che è riuscita in passato a giocatori come Wade, Jeff Hornaceck o Ron Harper. Qual è il problema di LaMarcus? Mia opinione: l’approccio in campo. Sembra voler fare solo le cose che gli piacciono. Così non va, soprattutto con coach Pop. E infatti, è stato sul punto di partire. Nelle partite in cui non gli funziona il tiro dalla media, si intestardisce e non si adegua. Vai sotto, porco cane, gioca in post-basso. Sei 2.11, gran fisico e tocco in avvicinamento. Guadagnati il pane sotto canestro, metti una spalla sul petto del difensore e girati sul perno per un jump-hook. No, mai: ha tirato con circa il 45% dal campo l’anno scorso. Sarebbe, potenzialmente, un buon rim-protector, anche se non è un mostro di esplosività: 1 stoppata di media a partita. Non gli interessa. Wade in confronto sembra Mutombo. Anche in difesa, diciamo, che non è mai stato un oceano di applicazione. Ma i (bassi) livelli fatti vedere nelle scorse Finali di Conference, quando chiunque in maglia GSW lo prendeva a pesci in faccia, sono onestamente imbarazzanti. Infatti, Pop lo ha tenuto in campo solo 25 minuti a notte nelle ultime tre gare della serie. Insomma, è a un bivio (vero). O cambia: inizia a fare ciò che serve alla squadra e non ciò che piace a lui. O non cambia: si farà i prossimi anni di carriera in calando, guardato con l’occhio storto come Dwight Howard. Ed è un peccato, perché Aldridge ha talento, ha tecnica, ha (quasi) tutti gli strumenti in mano.

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