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domenica 3 febbraio 2019

La Juventus comincia a scricchiolare

Cosa ne è stato della Juventus che incantava all'Old Trafford? Quella Juventus era bella da vedere, ma aveva il grave difetto di non saper chiudere le partite. La Juventus odierna non riesce ancora a chiudere le partite (chiedere a Gervinho e compagni), con l'aggravante di un'infermeria piuttosto ricca, un mercato enigmatico, sinergie da ritrovare e un imballamento dovuto ai carichi di lavoro del richiamo di preparazione. Poi c'è Allegri, il pompiere o, anche, il normal man. I bianconeri sono vittime del loro stesso credo - vincere non è importante, è l'unica cosa che conta - ma il tecnico livornese non si fa problemi a scansarlo. La sua Juventus ha distorto la percezione della vittoria, rendendola un fatto dovuto più che il raggiungimento di un percorso di gruppo. Allegri vi si è dedicato nella conferenza pre Parma. È evidente che i bianconeri abbiano problemi di sinergie tra i giocatori, vero punto di forza della formazione di Allegri nelle passate stagioni. Laddove i principi di gioco faticano ad attecchire e i singoli steccano la sinfonia del concerto, la Juventus fatica tremendamente. La formazione torinese sembra aver semplicemente migliorato gli interpreti in campo, ma non essere cresciuta rispetto al passato. Servirebbe un calcio più dogmatico in questi frangenti, ma Conte è solo un lontano ricordo. Cosa serve allora? Pazienza o calma, come direbbe Allegri. Tre pareggi su diciannove partite accontenterebbero anche i palati più raffinati, ma si sa che il tifoso pretende, una volta abituatosi a certi standard. Non basta più la vittoria, soppiantata dall'importanza dell'estetica del risultato. Da qui il malcontento malcelato di una frangia della tifoseria verso Allegri. E gli avversari? Semplici sparring partner da otto anni a questa parte. O forse no? Il Parma di questa stagione è una squadra costruita con criterio, con elementi di spicco per classificarsi tranquillamente oltre la zona retrocessione. Difesa posizionale e trasformazione delle fasi passive di gioco in attive, attraverso verticalizzazioni immediate. Nulla di trascendentale, ma a che serve essere belli esteticamente se l'efficacia va a farsi benedire? Allegri concorderebbe.

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