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venerdì 13 luglio 2018

Croazia per la prima volta in finale Mondiale

Football’s coming home.
O meglio, Nogomet dolazi kući.
La Croazia dimostra soprattutto di avere una grande capacità di tenuta mentale.
In una partita che per un’ora di gioco sostanzialmente non aveva detto granchè per i croati, il germoglio della giocata decisiva comunque veniva coltivato dagli uomini di Dalic, mantenendo saldo, anche nelle difficoltá, il proprio focus sulle giocate e sulle combinazioni provate in tutto il torneo.
È soprattutto la grande serata di Ivan Perisic, vero trascinatore del gruppo in una serata difficile per i compagni di grande talento in mezzo al campo: la prestazione della squadra cresce di pari passo con quella dell’interista, decisivo in entrambe le reti della partita.
È la forza di un gruppo che comunque non molla mai e che, pur essendo stato pochissimo nel torneo in condizione di svantaggio (una settantina di minuti), ha dovuto rimontare in tutte le partite a eliminazione diretta finora disputate.
È la firma di Zlatko Dalic, tecnico diventato maturo tra Arabia Saudita (Al Faisaly e Al Hilal) e UAE (Al Ain), profilo di grande personalitá sia nelle scelte tattiche che in quelle gestionali (vedere l’allontanamento di Kalinic a torneo in corso). Al momento del suo insiedamento sulla panchina croata, i Vatreni erano a un passo dall’oblio, con un piede fuori dal Mondiale e una trasferta decisiva da non perdere in Ucraina: il suo cammino invece, escludendo partite amichevoli, dice nove risultati utili consecutivi.
Harry Kane rimane uno dei centravanti migliori dell’intero panorama mondiale. Eppure, se dovessi scegliere, vorrei sempre Mario Mandzukic nella mia formazione ideale. Perchè Kane é quel prototipo di attaccante da 25 gol a campionato, dalle triplette mirabolanti, dalla piena completezza nell’interpretazione del ruolo, ma che poco può aggiungere quando la posta diventa molto più alta: Marione, al contrario, è l’uomo dei momenti decisivi, il personaggio dai gol giusti al momento giusto.
Perchè le due reti di Mandzukic in questo torneo valgono molto di più delle sei di Harry Kane.
La finale parla chiaro: la Francia è padrone del proprio destino, come del resto lo era due anni fa nell’Europeo casalingo.
La nazionale francese (e più in generale il movimento calcistico francese) è la migliore a livello mondiale dell’ultimo quinquennio, per valori tecnici dei singoli e per continuitá nei risultati.
Starà agli uomini di Deschamps legittimare con la vittoria un meritato trionfo, che peraltro potrebbe aprire un ciclo di successi disarmante, grazie a un gruppo giovane, forte e carismatico.
Detto questo, la storia e il percorso degli eventi sanno essere molto crudeli e gli ultimi novanta minuti saranno tutti da vivere.

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