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domenica 8 luglio 2018

Sarà Inghilterra Croazia la seconda semifinale

Inghilterra - Svezia
Un'Inghilterra con sprazzi di spettacolare coralità ha ragione della coriacea Svezia. Gli Svedesi giocano la loro partita di sempre: grande attenzione e applicazione della zona, grande fisicità ed aggressività nei duelli e il maggior numero di ripartenze che si riesce a produrre. Sfortunatamente per gli uomini di Andersson il copione di oggi è stato perfetto per gli Inglesi. In un primo tempo giocato a tratti con 10 effettivi negli ultimi 40 metri di campo, pur senza produrre occasioni chiaramente nette, l'Inghilterra ha trovato un gol su piazzato (fattore decisivo in generale in questo Mondiale, ma in particolare per Southgate e i suoi) proprio al 30esimo. Abbastanza avanti nel primo tempo per potersi permettere di rifiatare nel finale. La prima di una serie di grandi parate da parte di Pickford è stato il pedaggio da pagare per recuperare forze fondamentali ad inizio ripresa, quando i Tre Leoni hanno raddoppiato al termine di un quarto d'ora di grande pressione. Fondamentale a cavallo delle due frazioni Henderson: abile con la sua precisione nel lanciare il contropiede nella prima per tenere vivo l'attacco inglese con Sterling, decisivo con un gran numero di recuperi palla pressando in avanti durante le transizioni per mantenere la pressione sulla retroguardia avversaria. 
La Svezia è messa comunque in grande difficoltà da subito, l'approccio volto alla ricerca degli spazi alle spalle delle linee svedesi disordina lo schieramento passivo svedese e gli Inglesi riescono spesso ad attirare un avversario fuori posizione. 
Che poi la Svezia si renda pericolosa in contropiede è un potenziale campanello d'allarme, perché la macchinosità di Maguire ed il gap fisico pagato da Walker sono punti deboli che anche altre squadre potrebbero sfruttare. Per ora un grande Pickford ha evitato guai, ma la sensazione è che questo sia un difetto endemico nella formazione inglese, scotto da pagare per tutto quanto di buono si vede nell'altra metà campo. 
Ultimo pensiero per chi sfrutterà e ha sfruttato questo exploit della Svezia per rivalutare la nostra uscita ai playoff: oggi l'Inghilterra ci ha fatto vedere come, con un approccio posizionale simile al nostro, ma eseguito naturalmente perché i calciatori hanno interiorizzato dei principi chiari e hanno le qualità per metterli in pratica, la Svezia fosse un avversario che si poteva scardinare anche attraverso il loro teorico punto di forza: il gioco alto.

Russia - Croazia
Russia-Croazia è stata una bella partita a modo suo.
C’è da fare i complimenti a entrambe le squadre, perchè comunque sono arrivate a essere tra le prime otto selezioni mondiale portando avanti la propria idea di calcio, senza mai perdere la propria identità.
Entrambe avrebbero raggiunto la semifinale senza mai vincere nella fase a eliminazione diretta, anche se probabilmente questo dato sarebbe stato maggiormente sottolineato in caso di passaggio del turno russo.
Non mi farò mai piacere Cherchesov come allenatore, nè per lo stile da generale sapientone che porta in panchina, nè per la buona dose di fortuna che ha avuto nella scelta degli interpreti (ricordando come Cheryschev e Dzyuba dovevano avere un ruolo secondario nelle gerarchie iniziali, prima che l’infortunio di Dzagoev scombinasse le carte), ma occorre fargli i complimenti per l’apertura e intelligenza tattica con cui ha affrontato questa competizione, soprattutto nella scelta di un sistema di gioco che mai aveva provato nei mesi precedenti.
Paradossalmente, la Russia esce dal torneo nella miglior prestazione delle cinque partite disputate, mettendo sempre in campo quella coesione e quella prudenza che hanno contraddistinto il suo cammino, ma con una maggior propensione alla ripartenza e alla ricerca della profondità (e confermando di avere qualche problema nelle distanze quando il baricentro diventa più alto).
Da questa squadra, con il rimpianto di non aver visto praticamente mai Aleksey Miranchuk, ricaviamo principalmente due ottimi giocatori, attualmente in grado di reggere livelli più alti della Russian Premier League: Cheryshev, che dal punto di vista calcistico con il movimento russo c’entra come l’ananas sulla pizza (essendo cresciuto e formato in Spagna), e Zobnin, meraviglioso metronomo davanti alla difesa che abbina grande lavoro difensivo a più che discrete proprietà tecniche: è un classe 1994, gioca in patria, perchè non lo vuole nessuno?
La Croazia ha sbattuto contro una squadra organizzata, ma ha dimostrato ai colleghi spagnoli come sarebbe bastato poco per superare la densitá dei russi nella propria metà campo.
È stato sufficiente pareggiare il livello di fisicità nei metri decisivi per compensare alcune difficoltà di manovra negli ultimi trenta metri: del resto, nonostante una prova di assoluto livello di Modric in mezzo al campo, i calciatori decisivi si sono rivelati Mandzukic, Kramaric e Vida.
Il confronto con l’Inghilterra sarà spettacolare, ricco di duelli fisici in ogni posizione del campo tra due formazioni che propongono un calcio contemporaneo ed equilibrato tra le varie filosofie estremiste.
Le semifinali, per concludere, invocano la programmazione.
La Francia con il proprio sistema di formazione all’avanguardia, sorretto dall’Institut National du Football di Clairefontaine e da altri tredici centri di pre-formation (Pôles Espoirs) sparsi su tutto il territorio nazionale, oltre alle varie accademie private dei club.
Il Belgio, con un sistema nazionale simile a quello francese, con i centri federali di Bruxelles e Tubize a sommarsi alle otto accademie Topsport, in cui vengono svolti stage periodici per ragazzi di 14-18 anni e dalle quali sono passati sette degli elementi attualmente in Russia.
L’Inghilterra con i suoi straordinari risultati dell’ultimo biennio, ricordando come nelle due ultime stagioni le varie selezioni inglesi abbiano raggiunto questi risultati:
WC/U17: Campione
WC/U20: Campione
Euro/U19: Campione
Euro/U17: Vicecampione
Euro/U21: Semifinalista
WC/Senior: Semifinalista (per ora)
E infine la Croazia, un Paese piccolo, attanagliato dal punto di vista calcistico da problemi e incongruenze nazionaliste nella gestione della maggior parte dei club locali, ma che proprio sulla passione e sulla necessità di dover far affidamento fin da subito sui propri ragazzi costruisce il successo di questo Mondiale.
E poi ci siamo noi, ancora convinti che, di fronte alla mediocritá filosofica di questa competizione, avremmo tutto sommato portato a casa la pagnotta.
L’esclusione dal Mondiale non ha cambiato nulla nella mentalità nostra e in quella di chi avrebbe dovuto realmente cambiare la gestione e le politiche dell’intero movimento.
Non c’è nulla che vada bene nella nostra attuale situazione e ben vengano altre esclusioni se queste dovessero realmente portare a un cambiamento.
Perche l’unico modo di sfangarla per noi in questo Mondiale sarebbe stato quello di essere come la Russia e, con tutto il rispetto, io non voglio arrivare ai quarti di finale con Dzyuba, Glushakov e Kudryashov, ma con Kane, De Bruyne e Varane.

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