Post in evidenza

Juventus, CR7 prove di addio: Storia di un'amore mai decollato

 Rispetto, passione e voglia di vincere . Tre pensieri che accomunavano la Juventus e Cristiano Ronaldo tre anni orsono e che sono stati f...

mercoledì 12 settembre 2018

Delpo

50 degli ultimi 60.
50 degli ultimi 60 Slam sono andati a Federer, Nadal o Djokovic. Un numero mostruoso, impensabile, inimmaginabile. Ieri DelPo non ci è andato neanche vicino, a guardare il punteggio (secco 3-0). Invece ha avuto le sue occasioni. Un gioco perso nel primo set da 40-0, con quel servizio che si ritrova. Tre palle break nel secondo set, tutte nello stesso gioco. Pochi punti, un niente, quasi. Il problema è che nelle ultime 60 occasioni in cui si è giocato un torneo importante, per 50 volte “quasi” non è stato abbastanza. Quei pochi punti in più, quel break decisivo, quel recupero decisivo, lo hanno fatto sempre loro tre. Tre mostri. Tre fra i più grandi di sempre, anche se il concetto del “più grande di sempre” è terrificante, inutile e anche dannoso, per lo sport e soprattutto per i tifosi.
Ieri, triste, deluso, con le lacrime appena esaurite, DelPo si è presentato in conferenza stampa. Candido, come sempre. “Novak ha meritato”, la sostanza. Ha spiegato di come fosse costretto a giocare costantemente al limite, ma nonostante questo Nole era sempre lì, a ributtare la palla dall’altra parte, aggredendo al minimo cedimento. Delle poche cose che ha detto, però, una lo eleva come tennista, come uomo e nella mia classifica di sportivi amati: “Non mi sento triste per non aver potuto vincere più di uno Slam a causa loro, sono soltanto uno di quelli che ha avuto la fortuna di giocare nella loro stessa era”.
Fortuna. Non Sfortuna, come avrebbe potuto tranquillamente dire. Si ritiene fortunato, anche se in un’altra era probabilmente sarebbe stato il numero uno. Si ritiene fortunato, nonostante senza infortuni al polso probabilmente avrebbe più di un “solo” Slam, e sarebbe stato molto più costantemente al vertice della classifica ATP.
Palito ieri mi ha dato un insegnamento importante: giocare contro i migliori, competere contro i migliori, è una fortuna.
Anche se bisogna asciugarsi le lacrime una volta di più. Anche se bisogna asciugarsi le lacrime una volta di troppo.
Lui, come Wawrinka, sono due che hanno capito il loro posto nel mondo. Gli altri tre, semplicemente, sono di un altro pianeta e il massimo che si può fare, per poter dormire sereni, è uscire dal campo sapendo di aver dato tutto.
Stan se l’è anche tatuato addosso:
“Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.“
Gracias, DelPo.

0 comments:

Posta un commento