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martedì 11 settembre 2018

Un Italia tutt'altro che gradevole s'inchina ai Campioni d'Europa in carica

L'Italia continua a non vincere in una partita ufficiale da oltre un anno, ma poco importa se essa serve a studiare la nuova Italia che verrà.
Questa sera usciamo sconfitti dal Portogallo Campione d'Europa, ma anche stavolta qualcosa di buono s'è visto. Dal secondo tempo in poi però, dopo che Mancini ha cambiato il modulo da 4-4-2 a 4-3-3. Il CT della Nazionale ha infatti optato per il più classico dei moduli per provare alcuni esprimenti, quali ad esempio Jorginho nel centrocampo a 2 e Lazzari terzino destro. Quest'ultimo all'esordio in Nazionale. il resto della squadra era composto da: Donnarumma; Caldara, Romagnoli, Criscito; Chiesa, Cristante, Bonaventura; Zaza, Immobile.
I numerosi cambi nell'11 iniziale rispetto alla partita contro la Polonia, sono stati cosi giustificati da Mancini: "Non volevo rischiare nessuno". Oltre la saggezza e gli esperimenti, la prima cosa che salta all'occhio è che per la prima volta, dopo anni di prevalenza, nessun giocatore della Juventus è partito dal primo minuto nella Nazionale italiana. E' un dato importante e di completa rivoluzione, soprattutto se lo andiamo a sommare al fatto che contro la Polonia, per la prima volta dal 2006, non è stato convocato nessun giocatore della rosa campione del mondo.
Passiamo alla gara.
Primo tempo molto confusionale e completamente lasciato ai portoghesi, che pur senza impegno riuscivano ad entrare in area di rigore grazie agli errori di impostazione degli azzurri che, in fase di manovra, sono stati pressochè zero. Zero come i palloni toccati da Cristante, praticamente inesistente. La prima ed unica volta che lo sentiamo nominare, infatti, è quando ha colpito la (nostra) traversa con un rimpallo. Anche Lazzari male nell'uno contro uno in difesa, mentre fa bene quando deve spingere sulla corsia. Il modulo dell'Italia, in fase d'impostazione, diventava quasi un 4-1-4-1, con Jorginho che scendeva tra le linee per impostare e con Zaza che veniva in contro mentre Immobile scattava sul fondo. Gli unici due tiri in porta nel primo tempo, infatti, sono arrivati da un incursione di Immobile e un azione personale di Chiesa. Nel secondo tempo, causa gol lampo di André Silva, Mancini cambia modulo e passa al 4-3-3 inserendo Berardi al posto di uno spento Immobile.
Da qui l'impostazione del gioco e la disposizione in campo migliorano di molto e, nonostante il risultato finale, l'Italia ha mostrato di poter sviluppare un buon gioco se si affiancano due mezz'ale al regista e se si posizionano due esterni larghi che puntano e corrono sulle fasce. Bisogna soltanto trovare gli interpreti giusti e forse con Mancini potremmo assistere ad una rivoluzione vera e propria della nostra Nazionale dopo il fallimento dello scorso gennaio.
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