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venerdì 26 gennaio 2018

I quintetti All-Start 2018

#EST

- Lebron James (Cavs). Se la sta vedendo un po' brutta. I Cavs alla parola "aiuto difensivo" si spaventano e la difesa su pick and roll la fanno sembrare più difficile di un geroglifico. Se dobbiamo parlare dal punto di vista individuale però, il Re non smette mai di crescere. E' talmente completo che a volte sembra di vederne 5 in campo. Potessero schierare solo lui in campo, sarebbero a cavallo.

Giannis Antetokounmpo (Bucks). Un palleggiatore di 2.11. La sua forza sta nella capacità di gestire i passi in penetrazione. Sa sempre dove mettere i piedi, quando accorciare o allungare il passo in base ai movimenti del difensore, quando fare euro-step, quando arrestarsi a due tempi. Questa dote, unita a quelle braccia, quel corpo e quel tocco in avvicinamento, ne stanno facendo una superstar. Se impara pure a tirare da superstar diventerà leggenda.

-Joel Embiid (76ers). Scordatevi i 7 piedi che vogliono tirare solo da tre. Nel futuro, i centri, quelli veri, avranno una gran mano da fuori, ma il pane continueranno a guadagnarselo con piede-perno e spin-move dal post-basso. Ah, effettivamente è quello che fa Joel: benvenuti nel futuro. Embiid è come i jeans a zampa d'elefante, che tornano di moda, ma disegnati da Karl Lagerfeld.

-DeMar DeRozan (Raptors). Se il basket oggi fosse solo tiro dalla media, le canotte di DeRozan si esaurirebbero come i biglietti per il concerto degli U2. Purtroppo esiste anche il tiro da fuori (34%) e non sarebbe male, ogni tanto, riuscire a mettere in ritmo anche i compagni (quando la difesa ti chiude). E' un gran realizzatore, ma se devo scegliere la mia squadra ideale non lo prendo.

-Kyrie Irving (Celtics). Eccolo, "cross-me-over" se la gode. Va via lui e la difesa dei Cavs che fa? Crolla? E poi dicevamo che come difensore faceva schifo. Si scherza, eh. Irving rimane la cosa più velenosa in uno-contro-uno dal palleggio dell'intera NBA: puoi pure tenerlo sul terzo palleggio (devi essere Beverley, però), ma lui un modo per fregarti lo trova. E' un tiratore fantastico. E' divertente da vedere. E finchè quel genio di Brad Stevens lo "aiuta" in difesa, è difficile per tutti.

#OVEST

-Steph Curry (GSW). Poche parole. Dire a Curry "sei solo un tiratore", è offensivo come dire a Jordan "Mike, eri "solo" un attaccante". Curry sa giocare a basket, sa penetrare, sa passare la palla, sa fare paniere. C'è di più, il suo pull-up-jumper da tre verrà ricordato come lo sky-hook di Jabbar.

-James Harden (Rockets). Ti tira scemo con finte e contro-finte. Finta di penetrazione, step-back, finta di tiro, partenza in palleggio, esitazione, zac. Tutto nella stessa azione, con la palla (quasi) sempre in fondo alla retina. Più lo guardi, più lo vorresti guardare. Barba a parte.

-Kevin Durant (GSW). L'arresto a due-tempi da tre in corsa più bello da vedere dai tempi di Larry Bird. Mi piace ricordarlo sempre. Che sia una delle più regolari e devastanti macchine offensive della storia è stato detto più volte. Che oltre a saperla mettere da qualsiasi posizione, possa stoppare la palla come Dikembe Mutombo forse un po' meno. Il miglior imtimidatore NBA, con la mano di Ray Allen. Fate voi.

-Anthony Davis (Pelicans). Ha iniziato a sparare quarantelli con la nonchalance di chi quasi si annoia per manifesta superiorità fisica tecnica. Esattamente come i "Monstars" in Space Jam, ci vorrebbe Michael Jordan con i pantaloncini di UNC. Solo che Davis il talento non lo ha rubato a nessuno. Anzi, deve stare attento a non fare la fine dei vari Barkley, Bradley, Johnson e Ewing.

-DeMarcus Cousins (Pelicans). Doti tecniche e fisiche? Le do un bel 9. Doti caratteriali e testa? Le do 2, mi spiace. La media, se non erro, fa 5.5. E mi dovrebbe pure ringraziare.
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