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venerdì 19 gennaio 2018

Josip Ilicic è finalmente diventato un giocatore continuo?

Josip si è finalmente preso Bergamo, dopo le critiche giustificate per un inizio di campionato non proprio indimenticabile.

Da sempre criticato per la poca cattiveria agonistica, ora, dopo altri passati in Serie A, trova collocazione in un'Atalanta europea, che gli ha dato fiducia e lo ha messo nelle condizioni migliori per esprimere il suo talento, cristallino ma incostante.

Mette piede in Italia grazie al presidente rosanero Maurizio Zamparini, che preleva (dopo averci giocato i preliminari di Europa League) dal Maribor lui e il suo compagno di squadra Armin Bacinovic, che avrà poi una carriera minore in termini di soddisfazioni.

Gli anni rosanero sono degli anni altalenanti ma estremamente densi per Josip.

Non proprio un funambolo, non molto abile di testa (nonostante i suoi 190 cm di altezza)  ma dotato di grande tecnica che rende pericolosa in ogni caso la sua presenza in prossimità dell'area di rigore avversaria, Josip si avvicina al calcio italiano, quel calcio giocato da talenti neanche lontanamente paragonabili a quelli della lega slovena.

Salterà solo poche partite durante la sua prima Serie A: questo ci fa capire che Josip si è ambientato, ed anche in fretta. Tuttavia, nonostante il mancino a tratti devastanti, il suo impatto realizzativo con il campionato italiano non è dei migliori: i primi due anni lo faranno esultare solo 14 volte, un numero di reti ben al di sotto delle sue potenzialità.
Il suo anno più prolifico in termini di marcature sarà il suo ultimo rosanero, il terzo italiano, in cui mette a segno 11 reti in 32 presenze e fa alzare l'interesse di importanti club per lui.

La Fiorentina punta forte sullo sloveno, battendo la concorrenza e arricchendo il portafoglio del presidente rosanero di 9 milioni di euro. Tante aspettative su di lui, tante promesse da mantenere.
Forse troppe.
Stevan Jovetic si è appena trasferito in Inghilterra, al Manchester City, Mario Gomez è stato chiamato per essere il suo sostituto (sarà poi autore di un flop pazzesco) e approderà a Firenze insieme a lui lo sloveno prelevato dal Palermo.

Il primo anno in viola sarà però da dimenticare, totalmente.
Sul piano del potenziale espresso in campo, dei gol, delle presenze. Ci vorrà qualche anno di ambientamento, qualche allenamento in più per veder il miglior Ilicic.

Infatti, anche qui sarà il terzo anno in viola quello migliore per il trequartista scuola Triglav: 15 reti in 37 presenze, la stagione che avrebbe potuto rappresentare un trampolino di lancio (forse l'ultimo) per la carriera dello sloveno.
Ma niente, l'anno dopo rientra in quel tunnel in cui è solito transitare per un po'.

Ora la Dea, inversione Europa League, con al suo fianco Gomez, che potrebbe rappresentare il suo più grande problema, ma che, stando alle ultime prestazioni, non sta facendo altro che giovare allo sloveno.

Al Palermo era considerato la spalla di Pastore, alla Fiorentina era incredibilmente offuscato da Giuseppe Rossi (16 gol in 21 partite) e Cuadrado (esploso proprio in quella stagione) e questa storia potrebbe ripetersi a Bergamo, dove il Papu ha letteralmente trascinato l'Atalanta verso la qualificazione europea.

Che Ilicic soffra l'ombra dei compagni di squadra talentuosi è documentabile: il miglior anno rosanero di Ilicic coincide con l'assenza di Pastore, passato l'anno prima al PSG, così come il miglior anno in viola coincide con l'assenza di Cuadrado, Giuseppe Rossi e simili. L'anno della sua esplosione viola era l'uomo di punta del reparto offensivo viola, così come l'anno della sua esplosione al Palermo.

Però intanto godiamocelo l'Ilicic di queste ultime prestazioni, che non si vedono tutti i giorni talenti (parzialmente) sprecati come il suo.

Un Ilicic più maturo, che gioca con e per gli altri.
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