Post in evidenza

Juventus, CR7 prove di addio: Storia di un'amore mai decollato

 Rispetto, passione e voglia di vincere . Tre pensieri che accomunavano la Juventus e Cristiano Ronaldo tre anni orsono e che sono stati f...

mercoledì 27 giugno 2018

Argentina agli ottavi

All’Argentina sono sufficienti 45 minuti da squadra per passare il turno.
É chiaro che quando ci si ritrova a giocare con raziocinio solamente un tempo in tre partite del girone si può tranquillamente ringraziare una serie di coincidenze fortunate.
L’Albiceleste non deve la propria qualificazione a Messi, Rojo o a chissà quale fra gli elementi a disposizione di Sampaoli. Piuttosto, la qualificazione dell’Argentina passa paradossalmente dai piedi di due nigeriani: Musa e Ighalo.
La doppietta del velocissimo attaccante del CSKA Mosca contro l’Islanda ha permesso agli argentini di rimanere ancora in corsa per la qualificazione. In caso di vittoria islandese nella seconda giornata, infatti, oggi la selezione argentina sarebbe eliminata per differenza reti.
Il possente centravanti del CC Yatai invece ha soprattutto inciso negativamente per la propria squadra. Sul momentaneo pareggio di stasera sono ben due le clamorose occasioni sprecate dall’ex attaccante dell’Udinese: errori molto pesanti a conti fatti.
Nel primo tempo due fattori contribuiscono a rendere l’Albiceleste particolarmente a proprio agio: il cambio di alcuni interpreti e l’atteggiamento tattico dei nigeriani.
Banega in mezzo al campo cambia completamente la squadra. Serviva la sua qualità di palleggio in mezzo al campo per dare qualche soluzione alternativa in fase di costruzione.
Del resto, il lancio per Messi in occasione del gol arriva proprio dai piedi dell’ex interista.
In secondo luogo, Gernot Rohr conferma il sistema di gioco che aveva permesso di superare l’Islanda nella partita precedente, con tre centrali difensivi e due esterni a tutta fascia. Tuttavia, è il pensiero filosofico di base che non convince, a metá tra l’attendismo e la pressione. Voler aspettare l'Argentina con passività è intelligente per non creare i presupposti per l’imbucata, data la propensione dell’Albiceleste alla costruzione dal basso, però serviva maggior integralismo: o rimani compatto al limite dell'area, perché gli argentini comunque hanno qualità e velocità per prenderti sulla profondità (come del resto è successo), oppure cambi completamente atteggiamento e vai a pressare alto.
Nel secondo tempo, le sicurezze degli argentini si sfaldano al primo intoppo. Mascherano commette l’ennesima sciocchezza del Mondiale e regala un calcio di rigore a Moses, poi brillantemente trasformato.
È a questo punto che la Nigeria riesce, perlomeno per venti minuti, a trovare finalmente la quadra. La squadra passa subito a più coerente 5-3-2, con i due laterali allineati ai centrali, portando maggior densità nella propria trequarti e ciò effettivamente sterilizza completamente gli uomini di maggior qualità degli argentini, Messi incluso, oltre a creare i presupposti per qualche interessante ripartenza.
Non so cosa sia successo a un certo punto nella panchina nigeriana, ma se andate a riguardare il secondo tempo della partita vedrete Gernot Rohr, intorno alla settantesimo, invitare i suoi giocatori ad alzare baricentro e pressone. Forse per evitare il rischio di una delusione dall’altro match (ma all’Islanda serviva una vittoria con due gol di scarto in quel frangente), forse un’incomprensione, ma ciò ha creato le condizioni per il secondo gol argentino.
La linea nigeriana riprende quell’atteggiamento nè carne nè pesce visto nel primo tempo e si lascia quello spazio sufficiente alle spalle per poter andare in difficoltá, soprattutto sugli esterni. Difatti è proprio attraverso Mercado e Pavon, nel frattempo subentrato, che vengono creati i pericoli maggiori sulla corsia di destra, mentre dall’altra parte Moses si ritrova molto più campo da difendere: la prima volta ci mette una pezza, poi non ce la fa più.
La sensazione é che quella di stasera sia una qualificazione che propende più verso l’estemporaneità. Gli argentini si sentono giá Campioni del Mondo, ma se fino adesso è stato difficile non hanno ancora visto niente. Non c’è più nulla su cui appellarsi: tabellone e futuri avversari non ammettono indecisioni.
Ciò che non uccide di solito fortifica, ma questo non sembra quel tipo di scenario.

0 comments:

Posta un commento