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domenica 3 giugno 2018

Commento amichevoli internazionali

Venerdì ricco di spunti quello  trascorso.
L'Australia travolge la Repubblica Ceca, la Corea del Sud crolla contro la Bosnia, la Tunisia conferma le buone sensazioni degli ultimi mesi ed Egitto e Colombia continuano a soffrire una pericolosa sterilità offensiva.
Ma mettiamo ordine:
AUSTRALIA - REPUBBLICA CECA 4-0
La mano di Bert Van Marwijk comincia a vedersi nei Socceroos.
Il selezionatore olandese riporta un calcio equilibrato al centro del villaggio nella nazionale australiana e la squadra comincia a entrare nei meccanismi giusti.
4-3-3 per l'Australia, con un centrocampo fortemente improntato sul dinamismo e la costruzione (Mooy a costruire basso, Luono e Rogic pronti all'inserimento), e un tridente mobile e versatile: Kruse e Leckie hanno resistenza e leve adatte per contribuire in entrambe le fase e Nabbout, centravanti degli Urawa Red Diamonds, svaria moltissimo ed è di un livello superiore rispetto a Juric, abituale riferimento offensivo nella gestione Postecoglu.
Coppia centrale esperta, composta da Milligan (Al Ahly SC) e Sainsbury (Grassopphers, ex Inter), sulle fascie Risdon e Behich.
Per quanto possa indicare il risultato finale, l'Australia fatica a entrare in partita e subisce numerose ripartenze degli avversari nella prima mezzora di gara: Schick e Kopic mettono in difficoltà i centrali australiani negli ampi spazi, ma sprecano sotto porta.
La rete del vantaggio di Leckie è l'esempio del credo di Van Marwijk: Risdon, terzino destro, mette un pericoloso traversone dalla trequarti offensiva di campo. In area di rigore avversaria ben cinque uomini in maglia gialla: Kruse raccoglie il cross sul secondo palo e di prima serve sul palo opposto il laterale dell'Hertha Berlino, che insacca a porta vuota.
La ripresa si apre con il primo gol in nazionale di Nabbout, evidenziando la capacità del centravanti di allungare la squadra e attaccare i grandi spazi: il centravanti dell'Urawa raccoglie un alleggerimento della propria difesa, punta l'intera difesa avversaria e incrocia sul palo opposto.
L'Australia si conferma letale in ripartenza con il terzo gol, segnato nuovamente da Leckie sugli sviluppi di una transizione offensiva: questo giocatore può occupare tutti i ruoli della fascia di destra con grande fisicità e atletismo.
La quarta e definitiva arriva da un cross di Degenek, sfortunatamente deviato da Jugas nella propria porta.
L'Australia, che dovrà disputare un'ultima amichevole contro l'Ungheria, ha la sfortuna di dover incontrare la Francia nel primo match del girone: difficilmente riusciranno a opporre resistenza, pur dimostrando una certa crescita sul campo. Fondamentale sarà non crollare contro i francesi per mantenere una differenza reti accettabile e giocarsi le proprie carte contro Danimarca e Perù.
COREA DEL SUD - BOSNIA 1-3
Nell'ultima uscita davanti ai propri tifosi, la Corea del Sud sbatte contro Edin Visca: il trequartista dell'Istanbul BB distrugge i sudcoreani con tre reti, rovinando di fatto la loro partenza per la Russia.
Rispetto al 4-4-2 molto offensivo provato nella vittoria sull'Honduras, il CT Shin prova un sistema diverso: 3-4-1-2, con Son (Tottenham) e Hwang (RB Salisburgo) confermati come coppia d'attacco e Jae-Sung Lee, trequartista dello Jeonbuk, provato dietro le punte. In panchina Lee Seung Woo, folletto dell'Hellas Verona, mattatore nell'amichevole di qualche giorno fa. L'esperimento tattico non è casuale. La Bosnia schiera i migliori giocatori dal primo minuto (Dzeko, Visca, Pjanic, Besic, Zukanovic) e appare di un livello superiore in termini di fisicità e qualità di giocata: una situazione che potrebbe ripresentarsi ai Mondiali nel confronto, ben più complesso, contro la Germania. La partita è bellissima: gli ospiti controllano il gioco e si rendono protagonisti di grandi giocate, ma i sudcoreani sono difficili da controllare in ripartenza e Son spreca un'ottima occasioni davanti al bosniaco Sehic. Alla mezzora del primo tempo, la partita esplode. Prima una diagonale errata dell'esterno sinistro Kim Min Woo consegna la palla a Visca, che scarica un bolide sul lato opposto della porta. Poi, il trequartista Lee raccoglie al limite dell'area avversaria una preziosa sponda di Hwang, salta un avversario e supera Sehic con un delizioso pallonetto. Infine, la linea a tre si trova ancora una volta impreparata nelle transizioni offensive avversarie: Pjanic raccoglie un pallone vagante e cambia velocemente gioco, tagliando fuori tutta la linea difensiva e trovando la profondità di Visca sul lato destro del campo, che ancora una volta incrocia con successo. Nella ripresa, complice la girandola di cambi, la partita si intiepidisce e le migliori occasioni arrivano su calcio piazzato. A dieci minuti dal termine, l'ennesimo contropiede bosniaco coglie la linea coreana nel caos più totale. Ancora una volta, il cambio dalla sinistra alla destra del cambio permette di liberare Visca, che con grande coordinazione colpisce al volo sotto la traversa: giocatorone, non lo scopriamo certo oggi.
La partita ha dato una principale indicazione al selezionatore sudcoreano: linea a quattro sempre e comunque. Se c’è la necessità di uomo sulla trequarti, il 4-2-3-1 può essere il giusto compromesso.
TUNISIA-TURCHIA 2-2
Continua il percorso di crescita della Tunisia che, dopo aver strappato un pareggio in Portogallo, esce imbattuta anche dal confronto contro la Turchia. In questo caso, tuttavia, sono maggiori i rimpianti per i tunisini, in vantaggio fino allo scadere del tempo regolamentare dopo aver giocato più di mezzora in superiorità numerica.
Nel classico 4-3-3, il CT Maaloul scombina un po' le carte: fuori il terzino destro Nagguez e dentro al suo posto Bronn, centrale del KAA Gent, adattato sull'esterno destro. Continua l'assenza forzata di capitan Khazri: nel ruolo di centravanti, viene testata l'ala naturale Ben Youssef, con chiara propensione al libero movimento. Riposo anche per Benalouane in mezzo alla difesa, dentro Ben Yousseff (Kasimpasa).
Il primo tempo è perlopiù di marca turca: i tunisini faticano a superare la metà campo di squadra e gli avversari si rendono pericolosi con quattro-cinque uomini alla volta. In grande spolvero Genciz Under, schierato sull'esterno sinistro, mentre Tosun è una spina nel fianco per i centrali tunisini e il passo diverso è evidente. In ogni caso, nessuna delle azioni offensive della Turchia viene concretizzata con grande precisione e si passa alla ripresa. Il secondo tempo inizia nuovamente di marca turca e, dopo un pronta uscita bassa del portiere tunisino Hassen su Under, arriva il meritato vantaggio della selezione di Lucescu: il mediano tunisino Skhiri entra goffamente in ritardo su una palla vagante in area di rigore e colpisce Cenk Tosun, che nel frattempo si era fiondato sulla stessa. Lo stesso attaccante dell'Everton trasforma. Un minuto dopo, un lampo di Badri dalla distanza consegna il pareggio alla Tunisia: sugli sviluppi di un corner, l'ala dell'Esperance Tunis calcia di prima intenzione sotto l'incrocio una palla messa fuori dalla difesa avversaria. Badri sarà una delle possibile scoperte del Mondiale: pur essendo già 27enne, ha tutte le qualità richieste per reggere l'urto con un campionato europeo di buon livello, come quello francese. Alla mezzora della ripresa, cambia radicalmente la partita: Cenk Tosun si disinteressa della partita, punta agli spalti e indica uno spettatore mimando la volontà di tagliargli la gola. Il giocatore spiega che alcuni sostenitori presenti avrebbero attaccato la famiglia, anch'essa allo stadio, ma l'arbitro non può fare altro che espellere il giocatore.
Per quanto il gesto sia assolutamente da condannare, probabilmente Tosun non ha mentito sulla vigliaccheria dei tifosi tunisini presenti allo stadio: dieci minuti dopo, una bottiglietta d'acqua colpisce Ozyakup sulla schiena, per fortuna senza conseguenze. La Tunisia prende coraggio, acquista campo e trova con un velenoso tiro dal limite dell'area di Sassi la rete del vantaggio: la palla, non troppo potente ma precisa, colpisce il palo interno ed entra in porta. Sembra finita, ma i turchi hanno un cuore d'oro: in inferiorità numerica, Topal ha la forza di andare sul fondo e mettere un delizioso traversone per Soyuncu, che allo scadere trova il definitivo pareggio.
La Tunisia, sebbene abbia fatto un passo indietro in termini di prestazione, continua a dimostrare grande feeling con la porta avversaria e, dovesse sistemare l'affinità difensiva, potrebbe dare grossi grattacapi a Belgio e Inghilterra nel girone mondiale.
EGITTO - COLOMBIA 0-0
All'Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo, Egitto e Colombia continuano il loro controverso percorso di avvicinamento alla competizione mondiale. La Colombia trova il secondo pareggio a reti bianche consecutivo, dopo lo 0-0 di Londra contro l'Australia, e mantiene il poco invidiabile dato di sole due vittorie nelle ultime nove partite ufficiali disputate. L'Egitto fa anche di peggio: dopo aver strappato il pass mondiale, la selezione nordafricana non è mai riuscito a vincere un confronto amichevole, impattando anche sul campo del Kuwait (1-1). Questa squadra necessita come il pane di Momo Salah e l'assenza del fuoriclasse del Liverpool nei primi due match mondiali potrebbe costare molto più di quanto previsto.
Hector Cuper continua la ricerca dell'attaccante da schierare al posto del capocannoniere dell'ultima Premier League: in questo caso, viene provato Mohsen, fisicato centravanti dell'Al Ahli, prediposto soprattutto al lavoro spalle alle porta. Sugli esterni confermati Sobhi e Trezeguet, mentre in difesa tornano Fathi sulla corsia di destra ed Hegazy (WBA) al centro, con il secondo centrale egiziano in forza al club inglese, Ali Gabr, viene lasciato a riposo. In porta, alternanza El Shenawy-El Hadary, con il secondo pronto al record di giocatore più vecchio della storia dei Mondiali (classe 1973). Dall'altra parte, il CT Pekeramn, aiutato da Esteban Cambiasso come nuovo collaboratore, schiera la formazione che presumibilmente vedremo in Russia: Ospina in porta, coppia centrale molto giovane, formata da Daivison Sanchez e Yerri Mina, supportata sugli esterni da Fabra e l'obbiettivo juventino Arias. Mediana muscolare con Carlos Sanchez e Lerma, e reparto offensivo da far impallidire le migliori selezioni mondiali: dietro a Radamel Falcao si muovono Cuadrado, James Rodriguez e il sorprendete Uribe, esterno del Club America. Primo tempo di fuoco: le squadre si equivalgono e rispondono colpo su colpo. La Colombia predomina il possesso e si rende pericolosa in tre occasioni: prima Uribe è impreciso di testa dopo una brutta uscita di El Shenawy, poi James Rodriguez prende il palo su punizione e infine Cuadrado spreca con un improvvido pallonetto a tu per tu con il portiere egiziano. Dall'altra parte, l'Egitto è abile in ripartenza e la linea colombiana fatica a contenere le ripartenze: allo scadere del primo tempo, Ospina fa un miracolo su Ramadan Sobhi, che di testa colpisce a botta sicura da pochi passi.
La girandola di cambi rallenta inevitabilmente ritmo e qualità di manovra. La ripresa, che ha visto Bacca prende il posto di Falcao e Muriel rimanere a riposo, è meno frenetica e le squadre provano a rendersi pericolose soprattutto dalla distanza o su calcio piazzato.
Finisce a reti bianche: l'Egitto è ora atteso dal Belgio nell'ultimo confronto prima dell'esordio mondiale, mentre la Colombia non ha ancora fissato alcuna amichevole ufficiale, nonostante sia inserita nell'ultimo girone del torneo.

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