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martedì 19 giugno 2018

Diario Mundial day 5

Svezia - Corea del sud 1-0
La Svezia supera l’ostica Corea del Sud e raggiunge il Messico al primo posto del girone F.
Ancora protagonista il VAR. Lo avevamo preannunciato nelle scorse settimane: sarebbe stato il Mondiale più equo di sempre grazie alla tecnologia e infatti è ancora il contributo del video a rendere giustizia. Victor Claesson arriva con la punta del piede prima sulla palla del coreano Kim Woo in area di rigore: difficile a velocitá reale, evidentissimo al monitor.
La rete di Granqvist su calcio di rigore mette seriamente nei guai la Germania. Nel prossimo turno, infatti, tedeschi e svedesi s’incontreranno in un match delicatissimo: nel caso in cui i secondi riuscissero a strappare un pareggio, l’eliminazione della nazionale tedesca sarebbe quasi certa, in virtù del concomitante appuntamento del Messico contro i sudcoreani.
La sfida di oggi si mantiene comunque in bilico per tutta la partita. Shin, CT sudcoreano, opta per un versatile 4-1-4-1, che si dimostra molto aggressivo nella prima mezz’ora, per poi abbassare notevolmente il baricentro e agire in ripartenza.
Son Heung Min (Tottenham) e Hee Hwang Chan (RB Salisburgo), elementi più temibili dal punto di vista tecnico fra i coreani, interscambiano frequentemente la loro posizione. Entrambi si sono dovuti adeguare al sacrificio generale della squadra e ciò ha in parte compromesso il loro contributo nell’ultima trequarti di campo: tuttavia, entrambi hanno impensierito i fisici centrali svedesi in transizione, arrivando tutta via poco lucidi in area di rigore.
La Corea del Sud, poco incisiva per gran parte di gara, è migliorata nell’ultimo quarto, complice anche l’abbassamento delle linee svedesi a protezione del risultato. L’accentramento di Son in posizione di trequartista e l’ingresso del veronese Lee Seung Woo hanno dato vivacitá alla manovra, arrivando anche a un passo dal pareggio con Hee Chan Hwang nei minuti di recupero.
Tutto sommato, non si può essere troppo critici con i sudcoreani. Fortemente sfavoriti dal punto di vista fisico, hanno messo comunque in campo una prestazione combattiva e attenta, lottando su ogni pallone e concedendo qualche intemperanza di troppo, una delle quali è costata il fallo da rigore. Bene l’esperto terzino destro Lee Yong in fase di spinta, reattivo ed efficace il 26enne Cho, portiere del Daegu, a sorpresa tra i pali.
Difficilmente la Svezia avrebbe trovato la via della rete su azione. La squadra di Andersson si conferma dipendente dalle azioni degli esterni, Forsberg e Claesson: tuttavia, entrambi vengono sistematicamente raddoppiati e faticano a incidere.
Marcus Berg in giornata no: l’attaccante dell’Al Ain si fa trovare poco freddo sotto porta nel primo tempo e riesce meno nel consueto lavoro sporco, complice l’esplosivitá dei centrali coreani.
Granqvist, rigore a parte, si fa maggiormente apprezzare in fase propositiva, sganciandosi diverse volte palla al piede e creando così superioritá numerica in zona centrale. L’ex centrale genoano soffre molto invece quando deve difendere trenta metri di campo. Al contrario, impeccabile prova di Pontus Jansson, ex centrale del Torino, chiamato oggi a sostituire il febbricitante Lindelof.
In ogni caso, ciò che conta è il risultato. Gli svedesi, ancora una volta, sono riusciti a trovare il colpo di reni giusto al momento giusto.
In una competizione come il Mondiale, squadre arcigne, solide, compatte e pragmatiche come quella svedese vanno di solito molto lontano.

Belgio - Panama 3-0
Il Belgio esce dal Fisht Stadium soddisfatto per il risultato. E basta.
I tre gol rifilati a Panama rappresentano la differenza di qualitá fra i singoli delle due squadre, ma la formazione di Martinez ha ampiamente deluso sotto il profilo della manovra.
Il primo tempo dei Red Devils è stato insignificante. Soporifero il ritmo mantenuto dai belgi: De Bruyne e Witsel faticano particolarmente a entrare nel vivo e a portare una maggior velocità di gioco, costringendo spesso i tre centrali a uno snervante palleggio per creare lo spazio giusto per l’imbucata.
I panamensi mettono in campo una prestazione fisica e accorta, ma il dislivello generale rispetto agli avversari è evidente e ciò porta a concedere comunque diverse occasioni, a prescindere dalla compassata manovra belga. Ciononostante, la squadra di Gomez soffre meno del previsto e si concede anche il lusso di tentare qualche sporadica sortita offensiva, soprattutto sul lato destro dove Barcenas si fa notare per frizzantezza in percussione palla al piede.
In una partita così bloccata, solamente un colpo da biliardo avrebbe potuto cambiare le cose: é chiaro che, viste le qualità tecniche dei giocatori in campo, non siamo sorpresi che sia stato un belga a pescare il jolly. Dries Mertens, fino a quel momento impalpabile, trova dai sedici metri un bellissimo lob al volo sul palo più lontano: un tiro dei suoi, praticamente da fermo.
È chiaro che la partita virtualmente finisce qui: Panama perde di solidità nel tentativo di recuperare e il Belgio gode enormemente quando ha ampi spazi a disposizione. Romelu Lukaku segna una doppietta, ma ancora una volta sono realizzazioni di secondo livello: con il risultato in paritá, il centravanti del Manchester United non ha praticamente visto palla nel confronto con il centrale Escobar.
Sono tre i fattori che più mi hanno impressionato negativamente del Belgio: lentezza nel giro palla, scarsa coesione di squadra e presenza dei soliti difetti difensivi. Per quanto riguarda l’ultimo punto, riguardatevi gli highlights della gara e focalizzatevi sull’occasione sprecata dal terzino panamense Murillo sul risultato di 1-0. Palla lunga dalla zona sinistra della linea di centrocampo, Vertonghen troppo stretto verso il compagno di reparto e giocatore panamense solo davanti a Cortouis, bravo e fortunato in uscita disperata. È esattamente identico al gol di Giaccherini nello scorso Europeo.
La vittoria dei belgi è importante e il girone sembra semplice, sebbene la Tunisia abbia dimostrato di essere in forma durante il pre-Mondiale. La squadra di Martinez viaggia verso gli ottavi di finale, a livello dei quali incontrerà una tra Giappone, Senegal, Colombia e Polonia. La sensazione è che poco sia migliorato dai tempi di Wilmots e che sia necessario un tabellone favorevole affinché questa squadra possa ambire a importanti traguardi.

Tunisia - Inghilterra 1-2
Oltre le sfortuna, oltre le controversie, oltre le difficoltá.
La vittoria dell’Inghilterra ha una doppia enorme valenza. In primo luogo, toglie il gruppo da una posizione scomoda: in caso di pareggio con la Tunisia, la squadra sarebbe stata costretta a vincere con ampio scarto su Panama per poi giocarsi tutto all’ultima contro il Belgio, il tutto con un enorme circo mediatico alle spalle.
In secondo luogo, dà una carica emotiva fondamentale per il proseguo della competizione: oltre a ciò, alcuni degli elementi sotto osservazione (come Kane e Maguire) ne escono incredibilmente rafforzati, aumentando così anche la fiducia generale in Gareth Southgate.
L’Inghilterra comunque gioca una partita a doppio volto. Straripante il primo tempo, probabilmente il più convincente per una grande in questo Mondiale. Nei primi quarantacinque minuti i Three Lions si dimostrano aggressivi, compatti e con tante soluzioni per poter colpire: in posizione centrale con Kane, Alli e Lingard, sugli esterni con le profonde percussioni di Trippier e Young e sugli sviluppi di piazzato con i tre centrali.
Nella prima frazione di gara é un caso in realtà che il gol sia arrivato “solamente” da piazzato, perché la squadra avrebbe meritato di concretizzare almeno una delle numerose occasioni prodotte.
Fenomenale Jordan Henderson da regista davanti alla difesa. Proprietà di calcio invidiabile per il centrocampista del Liverpool: scelta azzeccata quella di Southgate, che lo preferisce al più compassato Dier.
Buono il lavoro sporco anche di Raheem Sterling, che in assenza di spazio verticale da attaccare aiuta le mezzali a costruire la manovra.
Forse da Alli e Lingard ci si aspetterebbe una partecipazione maggiore nelle sortite offensive della squadra, ma c’è tutto il tempo per poterci lavorare.
Chiaramente, il meno positivo é Walker, che probabilmente deve ancora settare il proprio status mentale da “terzino” a “centrale difensivo”: quella sbracciata non aveva ragione d’esistere in quella porzione di campo.
Nella ripresa, l’Inghilterra oggettivamente trova molte difficoltá. La Tunisia, confusionaria e fortunata nel primo tempo, schiera a cinque difensori in fase di non possesso, inquadra le misure giuste tra i reparti e comincia a produrre anche un buon palleggio in uscita dalla pressione avversaria. Ciò non porta comunque grandi pericoli a Pickford, perché i tunisini si limitano a prolungare il possesso per poi verticalizzare lungo verso la punta (ma non riesce quasi mai), tuttavia contribuisce a far trascorrere il tempo, e infatti la partita si trascina stancamente verso gli ultimi minuti di gara.
La Tunisia, che aveva dato l’impressione di aver trovato un equilibrio difensivo dopo una prima mezz’ora di totale caos, non é comunque riuscita a mettere una pezza all’enorme fisicità di Maguire. Già nel primo tempo i tunisini avevano sofferto diverse volte sugli sviluppi di piazzato (primo gol a parte), rischiando anche diverse volte il fallo da rigore per strette prese di contatto: in pieno recupero, si doveva aver la lucidità di bloccare sul nascere il terzo tempo dei centrali, magari con un po’ di mestiere, mettendosi davanti col corpo.
La squadra di Maaloul ha soprattutto deluso nel primo tempo, anche se probabilmente in questo senso gran parte del merito va alla formazione inglese. La sconfitta alla fine ha il sapore di grande rammarico perchè, nonostante tutto, si deve imputare a due azioni di palla inattiva.
Il cammino per i tunisini ora è quasi compromesso: anche un grande pareggio col Belgio avrebbe praticamente il sapore di eliminazione.
L’Inghilterra ora deve crescere soprattutto in tenuta prestazionale e contributo dei dodicesimi uomini, che devono entrare in campo meno piacenti e più concreti: i tre punti all’esordio portano la giusta tranquillità per poter crescere.

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