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lunedì 30 aprile 2018

Commento Inter - Juventus

Una direzione altalenante dal punto di vista tecnico, non da quello relazionale con i giocatori, di Orsato mal si sposa con una partita che ha offerto una pletora di episodi controversi e più o meno complicati. Polemiche, soprattutto per il rosso a Vecino in abbinata all'espulsione mancata di Pjanic, aspettiamocene, in questo caso peraltro con più di qualche elemento dal punto di vista tecnico, soprattutto nel secondo dei casi.
Tatticamente dobbiamo elogiare la cattiveria con cui l'Inter è andata a prendere alto la Juve anche dopo il rosso, dobbiamo denotare quanto decisive siano state le prove dei due terzini-ala Cancelo e Cuadrado e come abbia inciso la mossa di Allegri di rimettere Costa a destra dopo che l'ingresso di Bernardeschi aveva scombossulato il ritmo offensivo dei bianconeri.
Questa partita è però un manifesto per evidenziare quanto le interazioni tra i calciatori contino nel calcio. La Juve è una squadra che ha dominato in patria per più di un lustro e ha costruito molto dei suoi successi con una grande coesione. La Juve di Allegri inoltre ha marcatamente segnato le differenze con le precedenti e con le altre squadre per il grande spazio dato in fase di possesso alla libera e naturale collaborazione dei singoli, tanto più efficace quanto più ci sono intesa e coesione. La Juve era una squadra che andava via dritta senza curarsi degli altri e che giocava per il gusto di vincere assieme. Però una squadra che funziona così non fa quelle dichiarazioni nel post-partita col Real. Non cercherebbe di scaricare responsabilità. Non è un caso che sia la fase di possesso della Juve quella che sferraglia maggiormente, che perde geometrie non appena si alza l'intensità. Barzagli e Buffon, gente che la Juve dominante l'aveva costruita, sono stati spesso quelli a deludere, più che a trascinare. Adani si chiedeva ne pre-partita se gli attaccanti della Juve si divertissero. C'è grosso squilibrio tra la qualità tecnica a disposizione e la qualità del gioco prodotto, quindi se si vuole continuare ad avere questo tipo di rose, sarebbe probabilmente utile cambiare i fondamenti della coesione di gruppo. Nota importante, un lampo di intesa estemporanea è comunque quello che consegna la vittoria alla Juve: la corsa di Matuidi che ha impedito a Santon di stare con Higuain in occasione del terzo gol che ha evitato un risultato dal sapore di "partita del sorpasso definitivo".
L'Inter dal canto suo è una squadra che sta sul cammino ascendente verso il Nirvana, fatto decisamente non scontato visto come le questioni interne hanno tenuto banco negli ultimi anni. La logorrea di Spalletti ha intessuto una gruppo coeso che in campo sta bene e che ha solo bisogno di maggiore esperienza e tempo passato insieme per lasciarsi alle spalle i saltuari Black out e le umoralità che ancora caratterizzano i nerazzurri.


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