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mercoledì 29 novembre 2017

Nicolò Melli: il grande viaggio del cestista reggiano ep 3

Capitolo 3    2010-2015

Come prevedibile, su di lui nell'estate del 2010 si avventa l'Olimpia Milano. Con il suo appeal, l'Eurolega da giocare, un corposo buyout per Reggio e un contratto di 4 anni la società milanese batte la concorrenza, assicurandosi il miglior 1991 d'Italia in attesa di firmare l'anno successivo con il miglior '92, Alessandro Gentile. Questo è un momento spartiacque per Nicolò: abbandona l'ovile dove è nato e cresciuto nella più classica delle transizioni dalla provincia alla grande città, ma il salto, come dirà lui stesso, è addirittura triplo "da una realtà di LegaDue a una squadra che gioca in Eurolega".
Il primo anno a Milano, oltre a rinunciare al #9 che Marco Mordente vuole tenere per sè e di cui Nik si riapproprierà nel 2013. Il ragazzo è promettente, ma una società obbligata a vincere subito e ad essere competitiva in Europa non può permettersi di dare troppo spazio ad un giocatore evidentemente ancora in fase di adattamento, per cui dopo sole 18 partite Nik viene mandato in prestito a Pesaro, per continuare il proprio sviluppo con un minutaggio che l'Olimpia non poteva garantirgli.
Melli non delude le aspettative della piazza marchigiana: i minuti raddoppiano da 8 a 16 e il suo contributo diventa sensibile, segnando proprio all'ultima di campionato contro Milano il proprio massimo stagionale (17 punti). I progressi sono evidenti, la maturità lo fa sembrare talmente più grande che le prese in giro dei compagni sul "vecchio del gruppo" si protrarranno per tutti gli anni milanesi, e la nuova Milano di coach Scariolo non può che richiamarlo sotto la Madonnina per la stagione 2011/2012.
In questo periodo lo staff di Milano lavora su Melli per fargli compiere il definitivo salto di qualità, quello per diventare un giocatore d'impatto europeo. Il lavoro su fatto principalmente sull'equilibrio e sulla capacità di reggere gli urti, quindi di assorbire fisicamente i contatti in un ruolo dove questo aspetto era fondamentale considerati i fisici che s'incontravano a quel livello.
Per costituzione fisica Nicolò aveva un baricentro particolarmente alto, questo lo agevola sulla corsa, ma gli complicava la reattività e altri movimenti strutturalmente difficili per lui.
Ultimi indugi sul ruolo tolti dunque, e da "4" con velleità da "3", Nik si ritrova ad affrontare una trasformazione anche mentale per trovare quella che ad oggi è la sua dimensione ideale nella pallacanestro contemporanea: un'ala grande con minuti anche da centro in un sistema che può cambiare faccia più volte nella stessa partita grazie alla sua mobilità e alla sua versatilità.
L'Olimpia, soprattutto dopo l'arrivo a Natale 2013 di Daniel Hackett dall'agonizzante rivale Siena, decolla sia in campionato che nelle top 16 d'Eurolega, giocando un basket corale, efficiente, solido e pure esaltante, che ha tra i suoi cardini proprio il 23enne Melli, cruciale nel dettare i tempi dell'attacco di coach Banchi.
La stagione, trionfale in Italia e chiusa tra gli applausi e l'amaro in bocca in Europa contro un Maccabi che proprio al Forum di Milano conquisterà poi la coppa, si rivelerà essere anche un piccolo calvario per Melli, alle prese con un problema al ginocchio difficile da tamponare a causa dei ritmi serrati di una squadra competitiva su due fronti. Ma stringere i denti e risollevarsi dai momenti di difficoltà fisica non era mai stato un problema per un giocatore mentalmente tostissimo. Una condizione però non più sopportabile e che porta prima all'operazione appena conclusasi la stagione, e poi ad una continua rincorsa ed un lavoro individuale extra per riprendere forma, ritmo e condizione nella stagione 2014-2015.
CONTINUA...
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