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mercoledì 15 novembre 2017

Palermo: Tedino come recuperare l'irrecuperabile

Sarebbe stato difficile, al termine della passata stagione, immaginare alcuni interpreti rosanero vincenti e compatti fra di loro. Quasi una visione, vedere al Palermo volti sorridenti immersi in un ambiente sereno.
Eppure oggi si prende atto del lavoro certosino e silenzioso che Bruno Tedino ha cominciato sin dal primo giorno di ritiro precampionato. Il tecnico trevigiano ha capito subito l'importanza che avrebbe avuto l'attenzione del gruppo, prima che ad ogni altro aspetto tecnico-tattico.
Tedino ha chiarito le priorità e ha chiesto collaborazione a tutti i giocatori: prima diventiamo gruppo, poi squadra, poi si capirà dove e come migliorare individualmente. Come nel processo di costruzione di un edificio: senza fondamenta, non c'è piano terra, non c'è primo piano e così via.
Una volta ricompattato il gruppo, completata l'integrazione dei nuovi e riconsegnata un'identità alla squadra, Tedino ha potuto agire con mano ferma sulle individualità, a partire da quei calciatori che tanto hanno deluso e nei quali, perciò, nessuno riponeva più speranze.
Si prenda per esmpio Posavec: tra i giocatori più fischiati e insultati della storia recente rosanero. Papere su papere, così tante che il rischio di trasformare l'area di rigore in un laghetto stava per diventare realtà. Non si può affermare che il croato abbia eliminato ogni suo difetto, o colmato ogni lacuna tecnica, ma è fuori dubbio che il giovanissimo portiere stia prendendo sicurezza giornata dopo giornata. Complice la fiducia di Tedino e quella senza condizioni della società. Complice, forse, anche la presenza ingombrante di un ottimo estremo difensore come Pomini. Il fatto accertato è che non è lo stesso Posavec visto la passata stagione.
L'allenatore italiano sembra aver trovato la formula adatta anche per Struna,  di ritorno a Palermo proprio per espressa richiesta del tecnico, che da subito ha investito il centrale sloveno di grandi responsabilità. Prima a parole, poi con i fatti, schierandolo da regista difensivo e affidandogli di fatto le chiavi della difesa rosanero. Il numero 6 non ha deluso le aspettative dell'allenatore, inanellando prestazioni convincenti alla guida di quella che, al momento, è la seconda migliore difesa della serie B. E come con Posavec e Struna, Tedino ha trovato la chiave che aprisse la strada ad un altro rosanero mai entrato nel cuore dei tifosi: Ivaylo Chochev, che negli anni passati, sembrava l'ombra sbiadita del centrocampista decisivo che apprezziamo oggi. Adesso Chochev sa di poter fare la differenza in ogni partita; ha capito, insomma, di non essere scarso come veniva dipinto. Assist e gol sempre più frequenti ne sono la prova. Un altro esperimento riuscito nel laboratorio di Tedino. Quest'ultimo è al lavoro per recuperare un altro rosanero  che con la tifoseria non va molto d'accordo: Mato Jajalo. Il bosniaco ha sempre fallito l'occasione del riscatto, Tedino ha speso parole imporatanti per il centrocampista e, dopo qualche esclusione dall'11 titolare, gli ha ridato fiducia. Il numero 8 ha risposto presente e sta crescendo, anche se è costantemente fuori ruolo.

Tra i tanti recuperi che sembravano impossibili, c'è quello più importante, necessario se non vitale per l'obiettivo promozione: Andrea Rispoli, l'ex capitano che al 31 agosto aveva la valigia pronta per raggiungere Mihajilovic al Torino. Tedino è stato bravo ad accompagnare l'esterno in questi due mesi e mezzo: gestione impeccabile, se i risultati sono quelli che abbiamo visto nelle ultime uscite del vicecapitano, esplosivo come pochi.
Insomma, mister Tedino ha saputo svestire i panni del semplice tecnico, per diventare un po' psicologo, un po' motivatore, un po' alchimista. Prima alla ricerca degli elementi, poi della combinazione giusta tra di loro. Se il laboratorio guidato dal tecnico avrà serenità ed unione d'intenti anche da parte della dirigenza, non ci sono troppi motivi per abbandonarsi al pessimismo.
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