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mercoledì 7 marzo 2018

Commento PSG - Real Madrid

In quella che doveva essere la miglior sfida degli ottavi di finale, ci siamo annoiati a morte.
Pessima figura dell'ambiente PSG, a partire dai tifosi, che nella notte precedente al match hanno deciso di disturbare il sonno dei giocatori del Real Madrid, facendo sentire la loro rumorosa presenza fuori dall'hotel dove alloggiava la squadra allenata da Zinedine Zidane con petardi, trombe, tamburi e cori indirizzati verso i calciatori "merengues", fino alla squadra, a dir poco impalpabile in un contesto in cui avrebbe dovuto reagire per ribaltare le due reti di distacco accumulate in Spagna.
Ritmo bassissimo, pigrizia e una sconcertante svogliatezza hanno caratterizzato la squadra di Emery, disattenta nelle distanze, nelle marcature preventive e nelle diagonali, sfilacciata tra i reparti, priva di alcuna idea offensiva.
Rabiot e Verratti, coloro che avrebbero dovuto sfruttare le croniche difficoltà degli spagnoli nel difendere gli inserimenti dei centrocampisti, giocano la peggior partita stagionale non trovando praticamente mai la posizione e i tempi corretti: ennesima prestazione deludente per l'ex pescarese, bloccato ormai da anni in un oblio dove non incide nè difensivamente nè offensivamente, trapiantato da promessa a fuoriclasse in un lampo senza alcun processo di crescita in un ambiente tutto fuorchè idoneo alla crescita tecnico/tattica di un ragazzo che doveva imparare a essere un campione.
E' ormai chiaro come al PSG non serva nè un allenatore pragmatico (come Emery) nè un gestore (come potrebbe essere Zidane o Wenger: tecnici di questo tipo sono idonei in un ambiente popolato da campioni con enorme e dilagante personalità sportiva, capaci di essere fermi e altrettanto incoraggianti nei confronti dei compagni meno esperti, un contesto completamente differente da quello parigino, popolato da gente che litiga per un rigore o che pensa a fare la morale sui bambini poveri morenti mentre gioca su Instagram a chi ostenta di più): serve un filosofo del calcio, ma non di quelli che finiscono per allenare in Cina nel giro di tre anni, insomma, sapete benissimo CHI serve al PSG.
Per quanto riguarda il Real Madrid, ottimo lavoro quello di Zidane, nonostante la stagione poco fortunata: mantenere un ritmo pacato nel primo tempo per poi alzare il pressing nel secondo si è rivelata una mossa vincente. Grande la prova di Mateo Kovavic nella veste di centrocampista di quantità: tantissimi palloni recuperati, impensabile fino a qualche stagione fa.
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