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martedì 27 marzo 2018

Il tiro di Klay Thompson

Suo padre, Mychal Thompson, in 12 anni di carriera (tra Blazers, Spurs e Lakers) fece 1-12 in totale da oltre l’arco. Ci sta, era un’ala-forte. Il figlio Klay, in 6 anni di NBA, è già 26° nella storia per bombe totali infilate (1.534). Anche con una discreta percentuale (42,2%). Basta già questo per posizionare la “torcia-umana” tra i migliori tiratori di sempre.
Ma c’è di più. C’è di più dei numeri. C’è la sua tecnica, i suoi movimenti, il modo pulito e “silenzioso” con cui disintegra le retine di tutti i palazzetti della lega da quando i GSW lo hanno scelto con la #11 assoluta nel 2011. Fidatevi, si chiama storia.
La tecnica di tiro di Klay più la guardi e più pensi di poterla imitare. Stigmate dei migliori. In realtà, è di una complessità e un equilibrio straordinari. Nasce tutto dalle piccole cose. Dai piedi, posizionati scientificamente verso il canestro e a distanza sempre ampia tra loro sia in pull-up-jumper che in catch-and-shoot (molti giocatori invece riducono la distanza dei piedi quando tirano dal palleggio). Poi c’è il perfetto allineamento di spalle, gomiti e polsi, le cui giunture si muovo all’unisono già prima che i piedi si stacchino da terra per la sospensione. Infine, Klay mette il gomito della mano-forte in asse con il canestro per bilanciare la direzione del tiro (col gomito troppo verso l’esterno, il tiro tenderà a sinistra; col gomito verso l’interno, il contrario).
Il rilascio della palla, avviene con il palmo della mano del tiro (palmo sotto la palla rivolto verso l’alto, indice e medio a “V”) in linea con l’estremità della testa e appena sopra gli occhi. Mai troppo sopra, mai troppo sotto. Questo gli permette di dare forza al tiro, ma anche di trovare con delicatezza una migliore parabola. Una volta spezzato il polso, le dita sono rivolte verso terra (si dice in gergo con “le mani dentro il barattolo di biscotti”) per dare una corretta rotazione alla sfera.
Ma la magia vera di Klay è il movimento dei pedi in uscita dai blocchi. La regola è: prepararsi prima di avere la palla tra le mani. Così, tiri a velocità supersonica, soprattutto perché Thompson non fa scendere mai la palla sotto il girovita durante il caricamento. Quando esce da sinistra, punta il piede “interno” (il destro) e posiziona la spalla della mano-forte già verso il canestro, mentre si muove in direzione del passatore. Questo movimento gli permette di essere già nella posizione giusta non appena ruota il perno e riceve la sfera.
Quando esce da destra, invece, fa una cosa non banale. Credo la faccia solo lui: punta sempre il piede destro (quindi il piede esterno e non il piede interno, come vorrebbe la regola per uscire da un blocco). La spalla della mano-forte è rivolta verso il centrocampo. Una volta che riceve, fa leva sul piede destro (esterno) per portare il braccio della mano-forte in avanti e il piede sinistro indietro. Spesso, Klay Thompson prima di ricevere su un ribaltamento, carica già sulla gamba opposta rispetto alla direzione del passatore e in un unico movimento “prende e spara”. Incredibile. Bum, bum, bum. Di tiratori micidiali, la storia ne è piena. Di tiratori micidiali e così inappuntabili, un po’ meno. La torcia umana. Sulla parola “umana”, spesso ho avuto qualche dubbio.

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