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martedì 6 marzo 2018

Cos'è il salary cap in NBA ? prima parte

In quasi tutte le leghe professionistiche USA esiste un sistema di salary cap, pensato con un unico fine: distribuire il talento presente, assegnare, di base, le medesime chance di vittoria a tutti e cercare di limitare le cosiddette "dinastie". Anche la NBA, come tutti sappiamo, ha sposato questo sistema, introdotto a partire dalla stagione 1984/85.
Ma come funziona il salary cap NBA?
Nel corso degli anni, dando sfogo alla mia malattia per questo gioco, ho cercato di imparare di più anche sulla parte “finanziaria” della lega, quella più noiosa se vogliamo, ma che durante questo percorso di conoscenza, mi ha fatto capire molto meglio il funzionamento del sistema NBA, fino a portarmi anche a prevedere a volte movimenti futuri di giocatori. Spesso, molti giornalisti USA si basano sulle loro conoscenze del sistema salariale per fare delle ipotesi di scambio tra squadre.
In questa mini-rubrica a puntate (limitate e che usciranno nel giro di una settimana da oggi) cercherò di mettere a disposizione, per chi fosse interessato, un po’ di quello che ho imparato in questi anni.
Desidero infine scusarmi fin da subito per il tono da "spiegone", nel quale cercherò in ogni modo di non cadere. Purtroppo, similmente al post sull'evoluzione del basket, riportando regole scritte diventa difficile non assumerlo. Sono, pertanto, molto apprezzati commenti di persone che conoscano queste regole e coprano anche magari zone d'ombra che sicuramente mi sfuggiranno.
Per evitare che questa prima parte funga esclusivamente da premessa, desidero introdurre un concetto iniziale.
Quale è la soglia massima del salary cap? Cosa è la luxury zone?
Ogni anno, ogni squadra NBA, deve rientrare sotto un determinato tetto salariale. Questo tetto salariale aumenta ogni stagione, di una percentuale sul cap totale, sempre diversa di annata in annata. L’oscillazione di questa percentuale è determinata da vari fattori, ma in generale il discorso è semplice: più introiti ha la NBA in quanto lega, più alto è il salary cap.
Faccio un rapido esempio: dal 2010 al 2014 il tetto salariale è stato praticamente identico, fissato a 58 mln di $.
Nella stagione 2013/14, il salary cap è salito fino a 63 mln $, salvo poi aumentare ancora fino ai 70 mln della stagione successiva.
Dall’estate 2015/16, in seguito a un accordo multimilionario siglato dalla NBA con le emittenti televisive, il tetto salariale è progressivamente aumentato di colpo, fino ad arrivare ai 99 mln di $ della stagione in corso.
Ogni squadra che abbia spazio salariale residuo, può firmare un giocatore che, dall’inizio della free agency del 1 Luglio di ogni anno, risulti senza contratto. Questo, insieme alle sign&trade (di cui parlerò in futuro), è l’unico modo per aggiungere talento dal mercato dei giocatori liberi.
Ma come possono alcune squadre, come ad esempio i Cavaliers o gli Warriors, avere un monte stipendi molto più alto del tetto salariale?
É molto semplice: ogni squadra matura nei confronti dei propri giocatori (con contratto garantito) dei DIRITTI (di cui parlerò approfonditamente nella prossima occasione), che può utilizzare per firmare gli elementi che ha già a roster e che diventano free agent, anche sforando il limite del salary cap.
Immaginate di avere due bacinelle vuote di diversa grandezza e di inserire la più piccola dentro la più grande.
Per prima cosa, riempirete la bacinella piccola con i giocatori disponibili in free agency.
Quando questa bacinella sarà piena, non potrete riempire quella più grande, ma potrete semplicemente continuare a riempire quella piccola, che straborderà e farà confluire il liquido in eccesso in quella più voluminosa.
Il paragone è un po’ infelice, ma spero di aver reso bene l’idea.
Quando anche la bacinella più grande diventa piena, la squadra entra in regime di luxury tax (come nel caso citato di Cleveland e Golden State), dovendo pagare una tassa alla lega per ogni dollaro in eccedenza, avendo anche tutta una serie di restrizioni (di cui, anche qui, parlerò prossimamente) a cui doversi attenere.
Infine, sulla luxury tax, occorre dire che, al pari del salary cap, essa ha un valore variabile. Quest’anno, ad esempio, quel valore è fissato a 119 mln $.
Se questa prima parte vi è piaciuta rimanete sintonizzati che al più presto posterò la seconda parte.
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