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mercoledì 21 marzo 2018

Jamie Vardy, crederci sempre

JAMIE VARDY, CREDERCI SEMPRE.
A 16 anni lavorava in fabbrica, guadagnando 30 sterline alla settimana.
Ah, era troppo basso e quindi fu scartato a tutti i provini, compreso quello allo Sheffield Wednesday.
Quello è il punto più basso della carriera, Jamie pensa di smettere : quella era la squadra che tifava ed essere rifiutato anche da loro gli aveva causato un forte choc, per 8 mesi non tocca più un pallone..
Per uno scherzo del destino, dopo quel rifiuto in pochi mesi cresce di 20 cm e così al college, pur mantenendo il lavoro in fabbrica, riesce ad essere ingaggiato allo Stocksbridge con cui segnerà 66 gol in 3 stagioni.
Ma il carattere del ragazzo resta difficile, anche se di sani princìpi : nel 2007 viene coinvolto in una rissa in un pub.
Jamie aveva cercato di difendere un amico per orgoglio perché era stato preso in giro per via del suo apparecchio acustico.
Risultato ? Condanna per violenza privata.
Per 6 mesi non può uscire dalle 6 alle 18 e per evitare che si muovesse da casa le autorità inglesi lo costrinsero ad indossare una cavigliera elettronica.
From zero to hero.
Quante volte abbiamo sentito questa frase, ma nel caso di Jamie la definizione è più che appropriata.
Perchè se nel 2016 il Leicester si laurea campione d'Inghilterra il merito va anche a quell'attaccante che faceva l'operaio e che poi è diventato capocannoniere della Premier, vincendola pure.
Non importa cosa Vardy ha fatto da quel momento in poi, l'importante è averci creduto.
Sempre.
Proprio come ha fatto Jamie, campione di vita ( e di Premier ).

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