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venerdì 23 marzo 2018

Loose Cannons ep 2 Oklahoma City Thunder

In quasi ogni playoff NBA ci sono sorprese. Le “favorite” rischiano di soffrire tantissimo contro squadre meno quotate, almeno sulla carta. Dopo Phila ad Est, è il momento del primo Loose Cannon, della prima Mina Vagante, ad Ovest: è il momento di OKC.
“I was dreaming of bigger things”, deve aver pensato Sam Presti quando ha visto Andre Roberson interrompere a mezz’aria il tentativo di salto, la faccia contorta dal dolore.
I numeri parlano chiaro, parlano anche oltre l’amore spassionato che provo per Andre come giocatore. Uno di quei giocatori a volte (giustamente) sbeffeggiato per i suoi mattoni tirati dalla linea del tiro libero, ma come Andre in NBA ce ne sono pochi. Pochissimi. Per me, forse, nessuno. Il Def.Rating di OKC con lui in campo è semplicemente un’altra categoria, e il fatto di poter marcare uno qualunque dei Top Player di Houston e Golden State ne faceva l’arma perfetta per affrontare le due corazzate.
Ma gli infortuni, purtroppo, fanno parte della vita. E, purtroppo, li troviamo anche nel Gioco. OKC ha avuto un calo tecnico prima che psicologico dopo l’infortunio di Roberson. Ci si aspettava qualcosa entro la trade deadline, che non è arrivata. Poi, quasi in silenzio, Sam Presti ha firmato Corey Brewer. Oggettivamente non è che proprio mi fossi emozionato.
Eppure, nelle 5 giocate da Corey per OKC (sarebbero 6, ma la prima era arrivato da poche ore e la possiamo non contare, visti i 12 min giocati contro la media di 30 successiva), il Deff di OKC è il sesto della Lega.
La verità è che Corey è sempre stato etichettato come un eccellente contropiedista. E lo è per davvero. Ora, contropiedista forse è riduttivo, nel senso che Brewer ha dato a OKC esattamente quello di cui avevano bisogno. Difesa, e punti “facili”. Gli avversari sono stati tutto tranne che complessi con l'eccezione di Houston (e infatti la persa) e Phoenix-San Antonio-Sacramento-Atlanta. Non esattamente le migliori della classe. Ma le sensazioni sono sicuramente migliori rispetto ad una decina di giorni fa. Il problema era, e in questo senso rimane, la panchina. Io sono abbastanza certo che se Roberson non si fosse fatto male Brewer sarebbe arrivato lo stesso, proprio per portare un poco di punti col secondo quintetto. Ma, come detto, gli infortuni fanno parte del gioco.
OKC ha uno dei campi più caldi della Lega. Ha un Melo che DEVE provare a dimostrare di essere ancora un giocatore di altissimo livello, e lo deve provare a dimostrare quando conta davvero. Ha un Paul George che è uno dei più forti candidati dal DPOY, e che è tranquillamente in grado di metterne 30 dall’altra parte, se in giornata. Ha un Adams che ogni volta che lo vedo giocare mi dà l’impressione di essere un poco meglio della volta prima. Ha Brewer, alla grande occasione della vita. E poi c’è Russ. Odiato, amato, idolatrato, sbeffeggiato. C’è chi dice che è “solo numeri”, che tiene troppo la palla, e lui risponde con, probabilmente, il titolo di Assistman della Lega. C’è chi dice che con lui in squadra non si possa vincere, e chi quando ce l’ha in squadra non si capacita di come fosse silenziosa la Chesapeake Arena in quell’unica partita in cui Beast non giocava.
Poi ci sono tutti gli altri, gli avversari ad Ovest. Ad oggi sarebbe New Orleans, con il seed #5. Ah, già. Perché nonostante l’infortunio al giocatore che dava equilibrio al sistema, nonostante Ovest sia sempre più il Wild Wild West, nonostante sia considerata un Loose Cannon, ad oggi OKC avrebbe il fattore campo al primo turno. E, credo io, NESSUNO vuole andare a giocare gara 1 e gara 2 del primo turno in Oklahoma. Nessuno.

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