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giovedì 22 marzo 2018

Heroes cap 1

Capitolo 1
“Oh we can be Heroes, just for one day”.
Il 23 settembre del 1977 il duca bianco David Bowie rilascia al pubblico questa canzone.
Una delle composizioni più famose al mondo, con al suo interno delle grandi verità. Colonna sonora di varie generazioni, e soprattutto una forza musicale motivante per atleti e non.
Perché tutti vorremmo essere eroi.
Nella storia dello sport c’è chi lo è diventato.
Il 30 ottobre del 1979, a Pasadena, è nato uno di questi.
Il suo nome è Rubén Douglas.
Non verrà ricordato per il titolo di miglior marcatore della lega greca con la maglia del Panionios.
Nemmeno per ciò che ha fatto al college, o tanto meno per l’ultimo anno della sua carriera all’Usak Sportif (squadra turca).
La nascita di questo eroe sportivo ha un luogo, una data, e un tempo preciso:
Forum di Assago, Milano
16 Giugno 2005
Gara 4 delle Finali Scudetto.
Fortitudo Bologna 2-1 AJ Milano dice la serie
AJ 65-63 Fortitudo
Douglas va in lunetta quando mancano 30.59 secondi alla fine.
Due tiri liberi per agguantare il pareggio.
Possiamo solo immaginare quanto sia forte la pressione.
Infatti sbaglia il primo libero.
Segna il secondo.
65-64
Palla a Djordjevic, gioca con il cronometro.
Ma non può chiudere con la palla in mano.
Difesa stupenda di Basile.
McCoullogh prova a liberarsi per il tiro.
Alla fine Sasha Djordjevic serve Calabria, perso completamente proprio da Douglas.
Tripla sul ferro.
Rimbalzo di Basile.
5 secondi.
Milano difende stupendamente sulla transizione della squadra di Repesa.
Singleton manda Basile sul lato sinistro, Blair gli si para davanti per impedire il più possibile il suo avanzamento e salta per bloccare l’eventuale passaggio.
Basile trova Douglas.
Tiro.
Canestro.
Gigi Lamonica dice che il tiro non vale, ma punta subito verso bordocampo per controllare l’instant replay.
Tutto il Forum sponda milanese dice che non vale.
La panchina scuote le braccia.
Basile prega.
Bologna prega.
Douglas ha un asciugamano in testa.
Non sapremo mai i suoi pensieri.
“Se avessi segnato quel tiro libero, almeno avremmo pareggiato”.
“Se avessi seguito Calabria avrei potuto rubargli palla per partire in contropiede”.
Tutto era un grande “SE”.
Istanti in cui si è in bilico tra la beffa e la gloria.
Repesa si piazza di fronte agli arbitri che guardano le immagini.
Tutti i dirigenti e i giornalisti si accalcano sui monitor.
Gli arbitri sono costretti a mandare via tutti.
La tensione la può capire solo chi l’ha vissuta.
Chi era lì.
Ansia nelle case.
Terrore e preghiera in campo.
Paternicò si sposta dal monitor.
Alza le mani. Mostra le tre dita.
Il canestro è valido.
La Fortitudo vince 67-65
È Scudetto.
A 0.7 secondi dalla sirena è nato un eroe.
Perché puoi vincere la classifica marcatori, essere MVP di una gara di finale, avere buone medie in carriera, ma rischi di passare inosservato per sempre.
Segna un solo tiro allo scadere e, per un giorno o forse per sempre, il tuo nome sarà scolpito nella storia e nel cuore della gente.
TU SARAI UN EROE.

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