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lunedì 12 marzo 2018

Salary cap NBA parte 3

Come avevo accennato al termine dell’ultima parte, il Salary Cap NBA prevede alcune cosiddette “eccezioni”, che permettono alle squadre di aggiungere talento al roster dalla free agency anche quando si è sopra al tetto salariale. Prima di tutto, però, occorre aggiungere una cosa: oltre al salary cap e la luxury zone, nel sistema salariale NBA è presente la cosiddetta “Apron” Zone. Tale Apron Zone inizia qualche milione dopo la luxury zone (quest’anno ad esempio, la luxury parte da 119 mln $, mentre la Apron zone da 125 mln $).
Tenendo a mente questo dicorso, le eccezioni a cui facevo riferimento hanno valore variabile e vengono assegnate alle squadre in maniera diversificata:
- La “NON Taxpayer" Mid Level Exception ( =MLE), come fa intuire il nome stesso, è riservata alle squadre che, anche DOPO averla usata, non finiscano in Apron Zone.
Essa ha valore, questa stagione, di 8.4 mln di $ ed è divisibile per firmare più giocatori. Il suo valore cresce di anno in anno, di pari passo con l’aumento del salary cap. Può essere usata per contratti fino a 4 anni, con aumento annuale del 5%.
- La “Taxpayer” MLE è invece riservata, come è intuibile, a quelle squadre che, prima o dopo averla usata, sforino nella Apron Zone. Si tratta di una eccezione che ha valore, quest’anno, di 5.2 mln $ e, come la “sorella”, è spezzettabile su più giocatori, crescendo in maniera direttamente proporzionale al salary cap. Può essere usata per contratti di al massimo 3 anni di durata, sempre al 5% di aumento annuo.
- La “Room” MLE viene assegnata alle squadre che, dopo averla utilizzata, rimangano sotto il tetto salariale. Ha valore di 4.3 mln $ quest’anno e non può essere utilizzata in caso altre “exception” citate siano state già spese. Può essere usata per contratti di 2 anni, sempre al 5% di aumento.
- La “Bi annual Exception” può essere utilizzata esclusivamente una volta ogni due anni, solo se usandola la squadra non finisca in zona Apron. Se una squadra utilizza questa exception, non potrà superare l’Apron per la stagione in cui la usa, risultando di fatto limitata (“Hard Capped”). Ha valore di 3.3 mln $ nel 2018 e può essere usata per contratti fino a 2 anni, con aumento del 5%
Essendo appunto “eccezioni”, quelle appena citate funzionano in modo particolare.
- Se una squadra è sotto il tetto massimo salariale, la exception (Bi Annual, Room o Non Taxpayer) conterà nel monte stipendi della squadra.
Se ad esempio una squadra ha 7 mln di cap libero, ma ha disponibile una “non taxpayer" MLE da 8 mln di dollari, non avrà spazio per firmare free agent, a meno di non rinunciare a questa eccezione per poi non poterla più utilizzare.
- Quando un team utilizzi una exception e fosse già oltre il salary cap, questa conterà nel conteggio totale per raggiungere la luxury zone.
Esistono, infine, due ultime “exception” che la NBA garantisce: la prima è rivolta alle squadre che vedano uno dei loro giocatori soffrire un infortunio a lunga degenza.
Per avere accesso a questa eccezione serve prima una valutazione della lega sull'infortunio del giocatore da sostituire. Può essere utilizzata solo per acquisire giocatori nel loro ultimo anno di contratto (indipendentemente dal fatto che sia garantito o meno), via trade o mercato free agency. È il caso dei Celtics con Greg Monroe: questa eccezione viene chiamata "Disabled Player Exception" ( = DPE).
Tale eccezione ha valore pari o al 50% del salario del giocatore da sostituire, oppure a quello della “NON Taxpayer” Mid Level Exception: tra i due viene scelto il più basso.
L'ultimissima eccezione riguarda quella sui giocatori al minimo salariale. Ogni squadra che abbia sforato il cap può mettere sotto contratto, o ottenere tramite scambio, nuovi giocatori con uno stipendio al minimo, che varia in base agli anni di esperienza nella lega. Qui sotto vi lascio un link per vedere a quanto ammonti il minimo per ogni giocatore, in base alla sua militanza in NBA.
Vorrei concludere questa parte parlando infine nuovamente dell’Apron, delle limitazioni che hanno le squadre in Luxury Zone e delle cosiddette “Luxury tax Repeater offender”.
Per farla breve, finire sopra sopra la luxury per 3 anni su 4 comporta un costo per i proprietari molto elevato, praticamente DOPPIO rispetto al semplice costo gestionale da sostenere in regime di tassa. La condizione di "repeater tax offender" è stata introdotta dalla stagione 2014/15.
Finire in luxury tax, in generale e anche solo per un anno, comporta una serie di limitazioni in fase di trade, tra cui:
- Poter ricevere solo il 125% del salari totali uscenti negli scambi, a fronte del 175% di quando si è semplicemente over cap (per giocatori con stipendio annuale inferiore ai 6 mln).
- Non avere la possibilità di ricevere più di 5 mln, rispetto al salario in uscita, sempre in sede di trade (per stipendi dai 6 ai 19.5 mln).
Una squadra che finisca nella sopra citata Apron Zone, infine, non può sostanzialmente aggiungere talento al proprio roster se non sacrificando elementi di esso oppure utilizzando, una volta all’anno, la “taxpayer” MLE (da 5 mln circa).
Le squadre il cui monte stipendi rientri in Apron, inoltre, sono impossibilitate a fare sign&trade (di cui parlerò prossimamente), se non per abbassare il proprio salary cap.
Discorso a parte è rappresentato dal draft: ogni giocatore scelto al primo giro può essere firmato a prescindere dalla situazione salariale di un team (ci tornerò nella prossima occasione).
Concludendo questa analisi, lancio uno spunto di discussione: i Warriors quest'anno sono alla prima stagione in Luxury tax.
Green e vedrà il suo contratto scadere nel 2020, mentre nell'estate del 2019, oltre alla spinosa questione riguardante il rinnovo di Thompson, i Warriors dovranno fare i conti con quello di Durant, che sarà eleggibile per firmare, tramite i diritti Full Bird, un contratto quinquennale al massimo salariale. Questo vuol dire che alla fine della stagione 2020, i Warriors si troveranno nella situazione di essere "repeater luxury tax offender". Mantenere il proprio nucleo di giocatori, costerebbe al proprietario Joe Lacob la cifra di 1.4 MILIARDI di dollari (una previsione effettuata da Sean Marks di Yahoo, in un articolo che potete leggere qui)
https://sports.yahoo.com/potential-pitfall-warriors-burgeon…
I Cavaliers si collocano quest'anno nella stessa esatta situazione. Dopo tre anni passati a pagare la luxury tax, ora il proprietario Dan Gilbert, fino a qualche anno fa famoso per non badare a spese per la propria squadra, sembrerebbe aver tirato i remi in barca, con i conti che iniziano a salire a causa della condizione salariale in cui si trova la propria squadra.
Potrebbe finire nello stesso modo nella Baia?
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