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giovedì 17 maggio 2018

Commento finale Europa League

La partita di ieri sera è durata venti minuti.
L’incoraggiante avvio del Marsiglia aveva dato la speranza di una finale equilibrata, con l’Atletico infastidito dal brio dei calciatori offensivi francesi e incapace di trovare contromisure adeguate alle fiammate avversarie.
La differenza tra le due squadre, al di là di fatturato e di valori individuali che giustamente andrebbero sottolineati, è nella forza mentale.
Germain spreca una clamorosa occasione in avvio di primo tempo? Germain esce dalla partita.
Anguissa sbaglia, in occasione del vantaggio Colchoneros, un facile controllo in fase di costruzione bassa? Mandanda non gioca più un pallone.
Payet è costretto ad abbandonare il campo infortunio?
La squadra smette di giocare.
Non che Rudy Garcia ci abbia capito molto, soprattutto a partita in corso.
Perchè togliere Ocampos, il più vivo tra le mezzepunte, all’inizio del secondo tempo per inserire Njie, che definire povero tecnicamente è un complimento?
Perchè non inserire Mitroglu prima, al posto di un Germain che lottava con i sensi di colpa dal quarto minuto di gara?
All’OM resta il buon cammino europeo, iniziato al terzo turno preliminare, per quanto arrivare ultimi o arrivare secondi è sostanzialmente la stessa cosa, perlomeno dal punto di vista sportivo.
È il trionfo del Cholo, l’uomo capace di portare l’Atletico Madrid tra le cinque potenze del calcio mondiale, che per quanto non possa piacere riesce a far giocare Correa e Griezmann da terzino senza perdere la loro qualità dove conta veramente.
Ah già, Griezmann: L come Leggenda.
Complimenti anche a Kuipers, arbitro dall’invidiabile curriculum che ritroveremo al Mondiale.
L’Europa League non finisce, è appena iniziata: ci vediamo il 12 Giugno, per i sorteggi del primo turno preliminare.

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