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lunedì 28 maggio 2018

Lebron James: onnipotenza assoluta

La più incredibile di tutte.
Contro ogni pronostico.
Spalle al muro al primo turno, ha preso per mano i suoi. Fuori i Pacers.
Ha spazzato via Toronto 4-0.
Spalle al muro contro i Celtics.
0-2 subito, Boston che nella sua storia non ha mai dilapidato un vantaggio del genere. Pareggia la serie, si trova sotto 3-2 e perde Kevin Love.
Gioca 46 minuti in gara 6, ne gioca 48 alla settima. Come non faceva dal 2006. Sono passati 12 anni, è alla 100esima partita della stagione, ha giocato più minuti di tutta l’NBA in regular season, ha giocato più minuti di tutti nei Playoff.
Ma la Grandezza supera, e di molto, la stanchezza. Conta solo vincere, conta trascinare la squadra alle Finals.
In pochi lo seguono, la panchina segna 5 punti. Servono straordinari in attacco e in difesa. Da un lato crea 21, ventuno tiri per i compagni. 13 di questi sono aperti, smarcati, con metri di spazio. In difesa contro di lui i Celtics tirano 6/19. Serviva l’MVP su due lati del campo, è arrivato nel momento più delicato della serie, della stagione e forse tra i più difficili della sua carriera.
Perché si sa, dopo quest’annata di gente pronta a criticarlo per una eliminazione ce n’è sempre tantissima, gli stessi che prenderanno voce dopo le Finals. Un’abitudine. Di chi dimentica che l’ultima volta in cui non ha giocato le Finals il 78% degli attuali giocatori NBA non aveva ancora esordito.
Ha vinto in un Garden che in post-season non era stato ancora violato. Lo ha fatto segnando nei momenti più delicati, col cronometro vicino allo zero, da 3, in penetrazione, galleggiando in aria, nel traffico di sinistra tra 3 uomini C’s a ostacolarlo.
Dopo 47 minuti di pazzesca intensità, in volo verso il canestro, è stato letteralmente braccato da Morris che lo ha tirato giù con due braccia. È arrivato anche Brown a toccargli la palla, ma ha segnato col fallo. Nella più grande dimostrazione di forza della più grande cavalcata Playoffs della più grande macchina da guerra vista su un campo da basket.
Gara 7 è sua, come le ultime sei giocate. A 34.5 punti, 11 rimbalzi, 6.2 assist di media. Non ne perde una da 10 anni. E ora sono Finals.
8 consecutive. Come solo 5 giocatori, tutti di Boston, più di 50 anni fa.
Ma queste valgono di più. Dopo le rivoluzioni, le trade, le critiche, la fatica, vince lui. Vince sempre lui. Alle Finals ci arrivano Hill, Green, Nance, Clarkson, Thompson, Korver, Hood e JR.
C’è posto per tutti sulle spalle di LeBron Raymone James.

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