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venerdì 11 maggio 2018

Trust The Process

Oggi è IL momento in cui dirlo con la voce più alta e profonda di tutte: “I Trust the Process”.
Lo voglio dire, perché si sappia. Perché rimanga. E perché ne sono fermamente convinto. Finisce la stagione di Phila, e finisce forse con l’avversario meno atteso. Almeno a marzo, in pochi avrebbero potuto scommettere su Boston vincente con Phila. Eppure, eppure siamo qui. Boston è in Finale di Conference e si andrà a giocare il posto alle Finals contro LeBron e i Cavs (auguri, sia a Boston che ai Cavs).
Philadelphia è, da anni, la squadra più chiacchierata della lega insieme a Boston e ai Lakers. Per motivi storici, per la ricostruzione in atto, per mille motivi. Sui 76ers quest’anno si è passati dallo scetticismo all’esaltazione, dall’esagerazione in un verso a quella in un altro. A dicembre andavano malino. Dopo il primo turno qualcuno parlava di Finals. Ora si parla addirittura di fallimento.
La verità credo sia, come quasi sempre, sempre nel mezzo.
Phila è una squadra che per certi versi è andata meglio delle più rosee aspettative. Finire davanti a Washington non era facilmente prevedibile. Battere così nettamente Miami, forse neanche. Perdere con una Boston rimaneggiata è sicuramente una piccola macchia, ma è il primo, piccolo passo. Simmons ed Embiid contano una somma di partite bassissima. Saric ha completato il secondo anno. Il nucleo della squadra è giovanissimo e fortissimo. Hanno difetti, ovvio. Embiid raddoppiato è ancora impacciato e può sicuramente dedicarsi di più ad alcuni aspetti del gioco e meno ad altri. Simmons pare si stia allenando molto sul tiro e non mi stupirebbe vederlo cominciare a tirare già dalla palla a due del prossimo anno. Saric continua a migliorare, ogni giorno. TJ è un idolo, un giocatore del quale non si capisce come si possa anche solo pensare di farne a meno. Covington, Ersan, Marco, JJ, tutta gente che potrebbe rimanere (alcuni anche no) e costruire un qualcosa di importante.
Sam Hinkie (geniale ideatore del Process) sosteneva bisognasse creare una squadra con:
uno o due talenti generazionali (Embiid e Simmons)
un paio di eccellenti role player (Covington e Saric).
Una volta in questa condizione, era necessario disporre di:
scelte al draft con cui completare il roster e, ultimo ma non per importanza, spazio salariale per aggredire una Free Agency di livello per accaparrarsi uno dei migliori talenti già formati della Lega.
Dovesse arrivare la scelta dei Lakers, Phila dei sessanta ragazzi della draft class 2018 ne sceglierà SEI.
Lo spazio salariale per firmare la stella, c’è.
Ah, c’è anche Fultz, che a ottobre comincerà a giocare.
Il processo è appena iniziato.
Io mi fido.
#TrustTheProcess

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